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L’Italia? Si muove in bici

In occasione della Giornata Nazionale della Bicicletta, l’11 maggio 2014, l’Osservatorio Linear ha pubblicato dati interessanti sull’uso della bicicletta nel nostro Paese

Nel 2014, maggio potrebbe essere ribattezzato “Il Mese della Bicicletta”: il Ministero dell’Ambiente italiano ha infatti indetto, domenica scorsa (11 maggio), la Giornata Nazionale della Bicicletta, a cui hanno entusiasticamente aderito molte città d’Italia, prima fra tutte Milano. Nel corso del mese, inoltre, numerose città italiane (Padova, Rimini, Roma) sono impegnate, insieme ai loro cittadini su due ruote, a partecipare all’ECC2014, una gara ciclistica che coinvolge gli abitanti delle città europee, che usano quotidianamente la bicicletta, a sfidarsi: vince chi percorre più chilometri, ed ognuno concorre per la propria città.Italiani in sellaNon si pensi, però, che la bicicletta sia una sorta di “lusso primaverile” per gli Italiani: i dati dell’Osservatorio Linear dei Servizi, presentati qualche giorno fa a Roma, parlano chiaro. Di fatto, circa il 75% degli Italiani afferma di possedere una bicicletta (tre su quattro) e il 48% di essi la utilizza quotidianamente (uno su due). A questi virtuosi del velocipede si aggiunge un ulteriore 12% che promette di acquistare una bici entro la fine dell’anno.ModelliSu tutte vince la city bike, con il 43% delle preferenze, tallonata dalla cugina mountain bike, che sfiora quota 42%. La cara vecchia bici classica si deve invece accontentare dell’8% di adesioni.UtilizzoCosa fanno gli italiani in bicicletta? Il tempo libero sembra essere il momento preferito dai connazionali per usare la bici (69%); il 32% la utilizza per lo shopping e le brevi “passeggiate” domenicali. Sportivi e maniaci del benessere rappresentano circa il 30% della torta, mentre il 21% utilizza la bicicletta per percorrere quotidianamente il tragitto casa-lavoro.Perché una bicicletta?Più della metà dei ciclisti italiani (oltre il 54%) dichiara di aver scelto questo mezzo su tutti gli altri per l’estrema comodità di utilizzo; la leggerezza ha invece conquistato il 41% degli utenti, la maneggevolezza per districarsi nel traffico urbano il 36%. Ben il 27%, inoltre, dichiara di optare per la bici in quanto si tratta di un mezzo estremamente economico.SicurezzaLa bici è considerata, oltre che economica, comoda e leggera, anche sicura? Da quali pericoli devono guardarsi i ciclisti italiani? E in cosa non dovrebbero sgarrare? Di tutti gli intervistati, solo il 30% dichiara di sentirsi sicuro quando attraversa la propria città in bicicletta, di questi il 7% è tranquillo solo sulla pista ciclabile e il 5% percorre la suddetta pista solo di giorno, quando c’è luce. Il 16% dei ciclisti nostrani dichiara di non sentirsi assolutamente al sicuro in giro in bicicletta, e un terzo di questi dichiara che l’insicurezza maggiore deriva dalla condotta degli automobilisti, mentre il 10% circa ritiene che il rischio più evidente sia la scarsa manutenzione del manto stradale in molte città.Bici vs AutoChi vive in una grande città lo sa: quella fra ciclisti ed automobilisti è una (assurda) faida quotidiana, una lotta senza quartiere per conquistare centimetri d’asfalto. Cosa rimproverano i ciclisti agli automobilisti? Ben il 52% degli intervistati accusa gli automobilisti di non utilizzare, se non molto sporadicamente, gli indicatori di direzione (le frecce), per segnalare una svolta o uno spostamento. Un altro motivo forte di preoccupazione, da parte dei ciclisti, è l’apertura improvvisa delle portiere (49%). I parcheggi in doppia fila (39%) e l’invasione delle piste ciclabili (35%) si aggiudicano il terzo e quarto posto della classifica dei peggiori comportamenti da parte degli automobilisti.Ma i ciclisti, in fondo, sanno di non essere propriamente degli stinchi di santo: solo il 19% di essi utilizza un casco protettivo, e solo un ciclista su due (il 55%) utilizza delle luci per segnalare la propria presenza e posizione in carreggiata.Dalla ricerca dell’Osservatorio Linear dei Servizi emerge che l’Italia si sta lentamente trasformando, le abitudini dei cittadini cambiano, si dà più peso all’impatto sull’ambiente delle proprie azioni: ciò che deve ancora cambiare e che, purtroppo, sembra rimanere quasi invariato, è la coscienza della presenza degli altri (qualsiasi mezzo usino) e una auspicabile spinta verso maggiore responsabilità, quando si è sulla strada.Tutti i dati e gli approfondimenti sono disponibili su www.linear.it.

 

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