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Prova Olympia Bullet 27.5″ Plus Race GX1

Da Cross Country a Trail il passo è breve, tanto che per compierlo basta indossare scarpe dalle "suole" più grosse. Si perde un pelo di scorrevolezza e si sbuffa un po' di più, ma i sassi si trasformano in velluto e tutto diventa più facile

La Bullet 100 è la full suspended di punta della famiglia Cross Country Olympia. Insieme alla front Iron è la bicicletta utilizzata degli atleti del team, quella su cui preferiscono pedalare soprattutto nelle Marathon. Accanto alla versione da 29” è stata presentata quest’anno anche la 27,5” Plus, sull’onda del trend che  ha visto tutte le maggiori Case mettere in catalogo almeno un modello con il nuovo schema di ruote cosiddette mid-fat (leggi il nostro articolo con le migliori “Plus” del mercato). Nel caso specifico la Bullet+ monta cerchi Miche Plus con assi da 15 e 12 mm anteriore e posteriore e pneumatici Vee Rubber Trax Fatty TNT da 2,8”.Con la sorella “normodotata” divide tecnologie e materiali, a partire dal telaio Made in Italy: un monoscocca in fibra di carbonio Toray (T1000, T800S e M40J a seconda delle zone) con passaggio cavi interno. L’attacco della pinza del freno sul fodero basso è DirectMount, così da permettere una maggiore libertà in caso di montaggi aftermarket; i forcellini sono anodizzati e protetti da placchette integrate e la scatola movimento è di tipo PressFit BB30.OlympiaBullit_2016_10Come tutti i telai di alta gamma Olympia anche quello della Bullet è frutto di studi morfologici, di postura e di prove sul campo; inoltre la particolare geometria (360 Fit Advanced) è pensata per garantire la posizione che garantisce le migliori prestazioni ed è ottimizzata anche in funzione dei componenti nuovi che le Case introducono ogni anno. Il carro posteriore è sviluppato secondo l’Active Rear Design per rispondere in modo dinamico alle sollecitazioni del terreno e trasferire alla ruota tutta la potenza della pedalata.A differenza della Bullet da 29”, sulla 27,5”+ la forcella è una RockShox Reba da 120 mm, appositamente concepita per ospitare la ruota mid-fat, mentre dietro lavora un mono RockShox Monarch RL con escursione di 100 mm. A richiesta per un allestimento più Trail, è disponibile il reggisella ammortizzato RockShox Reverb.OlympiaBullit_2016_09Cambia la geometria: la Plus adotta angoli più aperti sia di sterzo sia di tubo sella, rispettivamente 68° e 71,5° contro 70,5° e 73,2° nella taglia L da noi provata. La differenza si ripercuote sull’interasse, che cresce da 1.134 mm a 1.140 mm, sempre in taglia L, a parità di lunghezza del carro posteriore (450 mm). La Bullet 27,5″+ è disponibile in un unico allestimento, con trasmissione Sram GX1 (1×11, compatibile Boost 148) dotata di comando Grip Shift e cassetta in acciaio 10-42t, freni a disco idraulici Avid DB5, attacco manubrio piega e reggisella marchiati Olympia. Pesa 13,1 kg e costa 3.515 euro. “E questa cos’è?” L’espressione dei miei compagni di uscita quando mi sono presentato in sella alla Bullet 27,5″+ era un misto di stupore e supponenza. Tutti “tirati” sulle loro FSR limate al grammo la osservavano senza capire troppo da che razza di metamorfosi fosse scaturita. I primi tre chilometri di asfalto, oltre che per scaldare le gambe, sono serviti per raccontare il 27,5″ Plus e la sua filosofia. Istruiti, ma non convinti. Ci siamo infilati nel bosco: una prima sezione pianeggiante e scorrevole ha cancellato un po’ del sorriso con cui ero partito. A spingere si fa un po’ più fatica e, soprattutto quando si deve rilanciare, bisogna darci dentro con energia.OlympiaBullit_2016_04Mi aspettavo un comportamento simile. Ovvio, il mix tra maggior sezione delle gomme e peso superiore delle ruote deve inevitabilmente tradursi in un comportamento di questo tipo, che comunque non è penalizzante a meno di non trovarsi nel bel mezzo di una gara XC…Mentre in coda al trenino spingevo sui pedali per tenere la scia, contavo le centinaia di metri che ci separavano dalla parte più tecnica del percorso, perché ero sicuro che lì avrei cominciato a divertirmi. Previsione azzeccata. Sono bastate poche pedalate sulla prima rampa sconnessa per riallargarmi il sorriso. La grande trazione al retrotreno, enfatizzata dall’ottima capacità di copiare gli ostacoli, regala alla Bullit Plus un’efficacia che fa dimenticare il peso aggiuntivo che ci si porta dietro. Sempre seduto, pedalavo rotondo e fluido sopra le pietre, apprezzando il buon lavoro delle sospensioni e l’immediatezza e la rapidità del Grip Shift (da cui la storia di Sram ebbe inizio).OlympiaBullit_2016_05Peccato che, affrontando uno strappetto più lungo e ruotata tutta la manopola per scalare sul 42, mi sia finita la catena fra pignone e raggi e mi sia trovato bloccato, per fortuna senza conseguenze meccaniche… Troppa foga o, quasi sicuramente, una regolazione non precisa del cambio. Fatto sta che mi è toccato perdere cinque minuti buoni per ricomporre la situazione, riducendo i guanti a cenci ingrassati. Ecco la discesa, altra situazione in cui, sulla carta, le mid-fat dovrebbero garantire evidenti vantaggi. Beh, togliete pure il condizionale. Aperte le sospensioni e abbassata la sella (i comandi sono al manubrio, tranne quello del mono) ho mollato e ci ho dato dentro. Scontato dire che le Vee Rubber da 2,8″ si mangiano tutto senza troppi problemi; meno constatare che anche precisione dell’avantreno e sveltezza sono all’altezza. Importante valutare bene la pressione di gonfiaggio perché il vantaggio del maggior volume degli pneumatici non si trasformi in “effetto ondeggio” con l’avantreno che perde rigore e direzionalità.OlympiaBullit_2016_01Finito il bosco, finita la pacchia: eccomi di nuovo in coda al gruppetto con i denti stretti (nelle altre uscite non mi ero reso conto di quanto spingessimo quando il fondo diventa scorrevole), ma con sufficiente lucidità per trarre le conclusioni. A conti fatti è sui terreni più accidentati e nelle situazioni tecniche che la Bullet Plus ha il suo perché. Se nella vostra testa e in quella dei vostri compagni di pedale c’è la voglia di divertirsi (molto) più che di mettere sotto le ruote tanta strada in poco tempo, contate su di lei perché può dire la sua un po’ dappertutto. 

 

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