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Jeep Cherokee: cambia faza… e anche raza!

Irriconoscibile. Della 4x4 spartana di un tempo non vi è traccia. Mossa da un 2.0 td da 170 o 140 cv e da un V6 3.2 a benzina da 272 cv, può contare su di un cambio automatico ZF a 9 marce, tre sistemi di trazione integrale e la disconnessione dell’assale posteriore

C’era una volta una 4×4 dura e pura, rude e spartana. Dotata di ridotte e mossa da un 4 cilindri 2.8 td by VM Motori, accreditato di 177 cv e abbinato a un cambio automatico a 5 rapporti rapido quanto la Quaresima. C’era una volta. E non c’è più. Pensionata da un’erede tanto moderna quanto aggressiva stilisticamente.

Basata sul pianale di Alfa Romeo Giulietta, la quinta generazione di Jeep Cherokee è mossa da un 4 cilindri in linea common rail 2.0 Multijet II 16V da 170 cv e 35,7 kgm con trasmissione automatica a 9 rapporti ZF del tipo mediante convertitore di coppia, proposto anche in configurazione “depotenziata” da 140 cv e 35,7 kgm in abbinamento a un cambio manuale a 6 marce. Non manca un V6 Pentastar 3.2 a benzina, di chiara origine Chrysler, accreditato di 272 cv e 32,1 kgm, dotato di trasmissione automatica a 9 rapporti. Disponibile in versione Limited, più stradale, e Trailhawk, maggiormente votata all’offroad, è la prima Suv di medie dimensioni forte della disconnessione automatica dell’assale posteriore qualora non sia necessario l’apporto della trazione integrale. Una soluzione che gioca a favore del risparmio di carburante.

L’estetica? Rivoluzionata. Alle linee squadrate della precedente generazione subentra un design affilato che non rinnega, pur reinterpretando in chiave moderna, la griglia frontale a 7 feritoie e i passaruota trapezoidali distintivi del marchio Jeep. Quanto alla trazione integrale, la vettura può contare su tre diversi sistemi: Active Drive I con ripartizione variabile della coppia tra gli assali in funzione delle condizioni d'aderenza, Active Drive II – disponibile per l’allestimento Limited – forte anche delle ridotte (rapporto di riduzione di 2,92:1), del blocco del differenziale centrale e del sistema Select Terrain grazie al quale è possibile adattare erogazione, distribuzione dei kgm, interventi dell’elettronica e logica di gestione del cambio automatico in funzione dei programmi di marcia Auto, Snow (neve), Sport e Sand/Mud (sabbia/fango), nonché, riservato alla versione Trailhawk, Active Drive Lock. Quest’ultimo caratterizzato da ridotte e blocchi dei differenziali sia centrale sia posteriore, assistenza alla partenza in salita, limitatore della velocità in discesa e programma aggiuntivo Rock (roccia) del Select Terrain.

Lo schematismo delle sospensioni McPherson all’avantreno e multilink al retrotreno – decisamente raffinato – si accompagna allo sterzo a servoassistenza elettrica  variabile in funzione della velocità. Indizi di un’indole “addomesticata”. Inclinazione rafforzata dalla disponibilità d’una versione dotata della sola trazione anteriore. Un sacrilegio! Parzialmente perdonabile alla luce della ricca dotazione di sicurezza, forte di Abs, Esp, 7 air bag, avviso di collisione imminente, cruise control adattivo, allerta in caso di superamento involontario della linea di corsia, segnalazione d’ostacolo in corrispondenza dell’angolo di visuale cieco e parcheggio autonomo. Jeep Cherokee? È diventata una 4×4 (o 4×2) premium.

 

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