fbpx

MINI viaggio dal Circolo Polare Artico

MINI entra nel Guinness dei primati consegnando a Babbo Natale la più lunga lettera di desideri scritta dai bambini di tutto il mondo… Ma se la piccola inglese è arrivata a Rovaniemi attraversando l’Europa, qualcuno dovrà pur tornarci in Italia: RED Live parte per un’avventura lunga più di 3.000 km. Umea, Stoccolma, Copenaghen, Amburgo, Monaco di Baviera e infine Milano. Un viaggio che ha toccato ben 8 stati

1a Tappa Rovaniemi – Umeå 507 km – 7 dicembre 2012

L’aeroporto di Rovaniemi, in Finlandia, è grande come la sala d’aspetto di una stazione ferroviaria di provincia. La calca festosa dei bimbi che arrivano da tutto il mondo, nell’arco di pochi minuti si smaterializza, lasciandoci soli in un silenzio irreale,nell’attesa che arrivi l’ultimo bagaglio che ha perso la coincidenza da Helsinki; poco male, giungerà con il volo successivo. Siamo a Rovaniemi, luogo universalmente conosciuto come la patria di Babbo Natale.

Fa freddo, nevica, tira vento ma soprattutto i termometri sparsi lungo il tragitto che ci separano dall’hotel segnalano un mostruoso -22°C, che entra sotto la pelle forzando le trame dei tessuti tecnologici delle moderne giacche invernali. Siamo qui perché noi di RED Live vogliamo festeggiare il record di MINI ripercorrendo a ritroso la strada che la carovana internazionale ha tracciato da Monaco di Baviera fino a Rovaniemi, a pochi chilometri dal Circolo Polare Artico.

Ciao Babbo Natale!

Se passi da Rovaniemi è d’obbligo un saluto a Babbo Natale; prima della partenza del nostro viaggio abbiamo approfittato per passare al villaggio di Santa Claus, dove in questo periodo le letterine dei bimbi di tutto il mondo arrivano con una frequenza disarmante. L’ufficio postale di Santa, da quando è stato istituito, ha ricevuto oltre 15 milioni di lettere da 198 Paesi; nel periodo di Natale ne giungono più di 32.000 al giorno. Nella speciale classifica dei Paesi più “desiderosi” vince l’Inghilterra, seguita da Italia, Polonia, Finlandia, Giappone e Cina.

MINI Countryman Cooper SD, quattro ruote motrici, cambio automatico e pneumatici invernali: questo l’identikit della nostra compagna di viaggio! Il viaggio ha inizio, nevica fitto ma sottile, la temperatura è salita a -16°C ma chiaramente paesaggio e strade rimangono di uno straordinario bianco candido. L’alba, vista la latitudine, è alle 9; il tramonto non più tardi delle 14:30… è il caso di sfruttare le ore di luce.

Laghi e foreste

Il panorama ci ricorda che la Finlandia non è particolarmente popolata soprattutto così a nord: distese di conifere e betulle delineano il confine dell’orizzonte e solo a sprazzi laghi ricoperti da una spessa crosta di ghiaccio interrompono la fitta vegetazione. La Finlandia ricorda le terre del nord degli Stati Uniti: le strade si intersecano perpendicolarmente e intorno a questi crocevia nascono piccolo centri urbani, i cui edifici bassi devono resistere al freddo pungente della stagione invernale. Li attraversiamo rapidi, accompagnati dalla luce che vira rapidamente all’azzurro, poi al blu e infine al nero della notte. L’orologio nell’abitacolo segna le 15 in punto. Il viaggio dopo pochi chilometri assume i toni di una lunga traversata notturna. 

Limiti di velocità ovunque, ferrei: 70, 90 e 110 km/h, segnalati da cartelli che preannunciano sentinelle elettroniche pronte allo scatto fotografico nel caso di infrazione. Autovelox ovunque, eppure il rispetto del codice della strada non sembra disturbare i guidatori finlandesi prima e svedesi poi. Già, perché Umeå è in Svezia, adagiata a pochi chilometri dal mare nel Golfo di Botnia ed è lì che arriviamo dopo 507 km, sette ore di viaggio e un’instancabile compagna, una fitta nevicata che ha tenuto duro dal primo chilometro fino al momento in cui abbiamo messo piede in albergo.

La MINI Countryman e la neve

E la MINI Countryman? Guidarla in queste condizioni, con l’asfalto ricoperto di ghiaccio, è un’esperienza da vivere soprattutto quando si sorpassano TIR con rimorchio che viaggiano ben oltre la velocità consentita, sollevando una tempesta di neve. Gli pneumatici Blizzak di Bridgestone mordono e attaccano bene soprattutto sulla neve compatta e non danno l’impressione di perdere mai il contatto con il terreno. Inutile negare che quando la neve lascia spazio al ghiaccio bisogna ritarare la guida e anticipare ogni movimento, che deve essere inevitabilmente meno brusco. Umeå ci accoglie sorprendentemente viva, gente per strada come non ne abbiamo mai incontrata d’inverno in queste città del nord Europa. Domani sveglia all’alba dell’Italia: ci aspetta Stoccolma. dopo più di 600 km.

Conclusioni: in Finlandia fa freddissimo – sai che novità -,la gente parla una lingua incomprensibile, non vede il sole per 5 mesi all’anno ma sorride in modo splendido; la renna è buona anche in salmì; ma soprattutto Babbo Natale esiste!

Buona notte!

2a Tappa Umeå – Stoccolma 637 km – 8 dicembre 2012

Svezia batte Finlandia 1-0! Te lo raccontano i panorami che mutano di chilometro in chilometro, alternando i colori del mare d’inverno al bianco candido della neve che cade senza sosta, il tramonto infuocato che si strappa uno spazio tra le nuvole incendiando le cime delle piante e soprattutto la luce del giorno che rispetto al nord della Finlandia concede quasi due ore di respiro in più.

Sempre allerta

È questo il primo pensiero che affiora dopo aver percorso anche nella giornata di oggi una quantità di chilometri sufficienti a mettere in discussione anche i maratoneti dell’auto. Più di 600 km tutti d’un fiato non sono una passeggiata, soprattutto se affrontati con la variabile del freddo e della neve che si appiccica su un asfalto che è tutto tranne che un affidabile compagno di viaggio. Meno male che a farmi compagnia c’è Andreas, con il compito di affrontare il freddo per documentare attraverso l’obiettivo della macchina fotografica e montare a fine giornate i video di ogni singola tappa e tenermi aggiornato a ogni variazione dei limiti di velocità, che qui cambiano con la rapidità con cui si beve un caffè espresso.

Velocità costante e si va distante

Umeå, la prima città svedese che ci ha accolto la notte scorsa, è ormai un ricordo; esattamente come ieri la giornata ha inizio con un carico maxi di carboidrati e proteine, presentati sotto forma di uova strapazzate e bacon affumicato, consci del fatto che il pranzo verrà saltato a piè pari. Fa parte del gioco, abbiamo deciso di comune accordo che la pausa di mezzogiorno venga sostituita da caloriche tavolette di cioccolato e nocciole e lunghe sorsate della gasatissima acqua locale. Il resto, invece, sono chilometri al volante e rapide inquadrature per non stravolgere la media chilometrica, che a dispetto dei limiti resta alta perché qui l’andatura è regolare, molto regolare. La parola coda è sconosciuta.

Svezia “batte” Finlandia

La Svezia ha fascino, più della Finlandia, almeno dello spicchio di Finlandia che abbiamo visto noi. Poca pianura, molte colline e soprattutto mare, colorato di un grigio piombo che mette soggezione. La strada che percorriamo, l’unica che collega il nord del Paese alla capitale, accarezza la costa e s’insinua in un patchwork di laghi e campi bruciati dal freddo. Nella costante ripetizione del panorama troviamo dettagli a dir poco sorprendenti.

La pianura ghiacciata è paragonabile al deserto, nella sua quiete irreale, dove la vita sembra aver rinunciato a trovare il posto che merita. Appaiono all’improvviso persone che trascinano valigie, lavorano su mezzi meccanici, “pascolano” cani lontani chilometri dal primo centro abitato. In quello che a noi appare un posto piuttosto invivibile la vita scorre invece regolare. Qui neve e freddo sono una costante: semplicemente l’uomo ci convive con naturalezza. Capiamo anche come mai l’estate, quando la luce dura 24 ore al giorno, sia tempo di grandi festeggiamenti da queste parti.

Bassa aderenza ai limiti del possibile

Attraversiamo queste distese con un occhio attento alla strada e l’altro fisso sui panorami: il limite di velocità che varia ogni singolo chilometro è il metronomo del nostro viaggio. Il passaggio dalla singola corsia alla doppia significa quota 110 km/h, un limite impossibile da rispettare anche in queste condizioni che non lasciano spazio all’improvvisazione. La nostra MINI benché equipaggiata di quattro ruote motrici e gomme invernali oggi è più difficile da guidare!

È l’alternanza di asfalto lucido come vetro, neve e poi ghiaccio che trascina la Countryman in una danza vorticosa: l’aderenza è precaria, la coda spesso parte in deriva e le continue correzioni di sterzo vanno gestite senza mai togliere il piede dall’acceleratore. La trazione integrale ALL4 si dimostra, però, superiore alle aspettative e dopo quasi mille chilometri di collaudo posso dire che si comporta in modo sorprendente eppure intuitivo. Sì, anche quando la voglia di arrivare a Stoccolma mi porta a spingere sull’acceleratore ben oltre i 130 km/h: esperienza mistica quanto sfiancante!

Finalmente a Stoccolma

Entriamo nella pancia della capitale svedese con il cielo color nero pece, anche se manca più di un’ora alle 20. Scarichiamo i bagagli e faccio i conti: 605 km con 41 litri di gasolio equivalgono a 14,7 km con un litro… Consegno le chiavi alla reception e la piccola SUV inglese viene accompagnata in garage per una notte di meritato riposo. Domani ci attende Copenaghen.

3a Tappa Stoccolma – Copenaghen 658 km – 9 dicembre 2012

Tra pochi minuti spegnerò il computer e la piccola abat-jour che mi ha tenuto compagnia nella stesura del racconto di questa giornata. Sposto appena le tende della mia stanza di un piccolo ma accogliente albergo a pochi chilometri dal centro storico della capitale danese, per vedere la neve scendere nuovamente fitta a fiocchi grossi come ciliegie. Nevica, e lo fa dal primo pomeriggio, quando eravamo a meno di 200 km dalla meta. Un’altra giornata alla guida, un’altra capitale, un altro sorprendente viaggio attraverso un’Europa di cui ignoravo la bellezza.

I contrasti – bellissimi – di Stoccolma

Salutare Stoccolma questa mattina è stato un vero dispiacere, ho avuto il tempo di accarezzarle i capelli, non abbastanza per un lungo bacio appassionato. L’ho conosciuta nella sua bellezza invernale fatta di ghiaccio che ribolle nel porto, di palazzi sontuosi colorati di calde tonalità di giallo e ocra, di un sole abbagliante che stride con il denominatore comune di questo viaggio: la neve. Il manto bianco è arrivato anche qui, il giorno prima del nostro passaggio donando alla città svedese una nota di magia ed eleganza insospettabile. Stoccolma val bene una messa, almeno quanto Copenaghen che, al pari della città svedese, mi sfuggirà dalle mani con la velocità di un respiro. Pazienza.

Il nostro viaggio riparte, poco più di 650 km da affrontare con il vantaggio di una veloce arteria autostradale – senza pedaggio – che corre verso sud e poi all’altezza della città di Jönköping devia verso sudovest in direzione Malmö per andare il ponte di Oresund che collega la Svezia alla Danimarca. Più della metà della strada è accompagnata da un sole che riverbera attraverso le campagne ricoperte del bianco manto: la temperatura danza liberamente da -18° a – 10°, accompagnata da un vento pungente che libra nell’aria cristalli di ghiaccio. La Svezia passa in ulteriore vantaggio nei confronti dei panorami finlandesi… non c’è paragone; le fattorie verniciate di rosso vermiglio, le colline di conifere che si alternano a laghi e fiumi e vapor d’acqua che si libera dalle ferite della terra, ti rimangono impresse nella memoria.

C’è spazio anche per qualche testacoda (controllato!)

Il cielo terso accompagnato dal sole di questa mattina durano poco; il tramonto non lo vediamo, oscurato rapidamente dall’ennesima bufera di neve. La temperatura si è alzata improvvisamente fino a sfiorare finalmente uno zero che non vedevamo da giorni; i fiocchi attaccano rapidamente e in pochi chilometri di autostrada, gli ultimi, il panorama vira nuovamente al bianco candido interrotto in lontananza solo dalle luci di Copenaghen nel mezzo del Mar Baltico.

E la MINI? Fa il bis! Disattivati tutti i controlli di trazione mi diverte anche nel parcheggio dell’autogrill sperduto nella steppa svedese. Qualche testacoda giusto per attenuare il carico dei chilometri di oggi fatti quasi integralmente in autostrada; se potessi fare una richiesta ufficiale migliorerei solo il comportamento del cambio automatico. E’ lento, ma nemmeno posso aspettarmi le prestazioni dei moderni antagonisti a doppia frizione, e a volte tentenna  quando c’è da passare al rapporto successivo viaggiando a gas costante nel traffico cittadino per il resto… una bomba!

Domani tappa soft, Amburgo dista solo 400 km da Copenaghen. Buona notte!

4a Tappa Copenaghen – Amburgo 470 km

Freddo e vento, eppure Copenaghen è una città che moltissime persone vivono in bici 365 giorni l’anno. Questo stile di vita mi ha stupito ieri sera e si conferma tale anche questa mattina: i danesi sono ciclisti convinti e non temono il maltempo.  Li osservo infreddoliti che si destreggiano tra strisce pedonali, traffico e neve che da questa mattina prima dell’alba ha ripreso a danzare vorticosamente tra i palazzi, imbiancando le strade. Nel frattempo, nonostante il clima terrificante, Andreas ed io ci destreggiamo a nostra volta nel cogliere scorci per raccontarvi con il video e le foto quanto bella sia la città; è adagiata sul Mar Baltico e le sue sponde sono investite da onde di piombo fuso a temperature polari. Francamente questa mattina mi sembra molto meno ospitale di quanto non fosse ieri sera.

Di tempo per fare turismo ce n’è poco: provo  a infilare il muso della MINI nel centro storico, ma il traffico caotico e le zone pedonali mi invitano a fare dietrofront. Attraversiamo il canale principale per osservare la città quel tanto che basta per vivere il moderno dei nuovi palazzi della zona sud, che convivono con la storia danese e le sue cattedrali: Amburgo ci attende.

Danimarca, devi saperci vivere

Un poco di geografia. Per chi non lo sapesse, la Danimarca è un arcipelago di isole, che alla guida della nostra MINI – soprannominata “Che Bomba!” perché non si ferma davanti a nulla – percorriamo in parte, evitando di traghettare e scegliendo come alternativa i due importanti ponti, gioielli dell’ingegno umano che sfidano la natura ostile, che la collegano alla terra ferma del vecchio continente. Il mare del Nord oggi mostra la sua forza: spinto dai venti della Siberia si muove con forza, aggredendo le coste dell’est delle varie isole che attraversiamo.

Non è un caso che diverse pale eoliche siano posizionate strategicamente in mare per sfruttare la spinta costante del vento. Nel frattempo la neve non ha mai smesso di cadere: cambia di struttura e densità, prima bagnata e poi ghiacciata, e con ritmo caotico tamburella sul parabrezza da questa mattina. Arriviamo in Germania dopo circa 200 km, nella zona più estrema del paese, una piccola appendice che non comunica apertamente di essere parte dell’Europa continentale: per capirlo dobbiamo arrivare ad Amburgo, mentre la luce del giorno ha ormai definitivamente lasciato posto all’oscurità.

Lo spettacolo di Amburgo

Se la campagna che precede la città non ha nulla da raccontare, Amburgo è in grado di risollevare le sorti del viaggio odierno, che si è rivelato terribilmente noioso. La piazza principale adagiata sul fiume Elba è semplicemente spettacolare, un trionfo di luci e architetture eleganti che si stagliano e riverberano nello specchio d’acqua di fronte ai palazzi. Una visione che ricorda New York osservata da Central Park: provare per credere!

5a Tappa Amburgo – Monaco 770 km

Uno sguardo al cielo di Amburgo e l’azzurro tenue annuncia che la giornata sarà splendente. Facciamo colazione, ad est inizia ad albeggiare a un orario normale e in forte contrasto con la breve giornata finlandese e la sua poca luce diurna… ma ormai è solo un lontano ricordo. Sono quasi le 8.00, i tetti delle case splendono, le strade si animano, è il momento della partenza della penultima giornata di viaggio, la più lunga a livello chilometrico e temiamo anche quella meno emozionante.

Anche Amburgo come Stoccolma ci ha lasciato piacevoli sensazioni; per chi voglia conoscerla da turista consiglio di viverla a piedi oppure noleggiando una bicicletta. I paesi del nord Europa si sono dimostrati molto più civili e attenti ai pedoni e ai ciclisti di quanto potessi immaginare. A loro sono dedicate piste ciclabili e pedonali capillari e perfettamente curate, in grado di far venir voglia di pedalare e lasciare la vettura parcheggiata davanti a casa. Dopo Stoccolma, Amburgo è la città che più mi è piaciuta, decisamente meno fredda di Copenaghen ma altrettanto ricca di canali navigabili e specchi d’acqua che, a differenza della città danese, corrono fin dentro il cuore della città.

Dal Nord alla Baviera

Amburgo merita di essere conosciuta, meglio se in primavera inoltrata. La salutiamo dopo aver passeggiato la sera prima attraverso le silenziose e innevate vie del centro e la mattina alla guida della MINI prima della partenza per Monaco. 770 km ci attendono: percorreremo una direttrice che da nord precipita in verticale verso sud, dove la capitale della Bavaria ci ospiterà per l’ultima notta in terra straniera. Ok, le premesse sono più che buone, tempo sereno, autostrada senza limiti e soprattutto la classica cena a base di “Stinken mit Krauten” – stinco con crauti ovviamente – in uno dei locali tipici della città.

A riconferma della variabilità del tempo qui al nord ci troviamo nuovamente a convivere con l’ennesima nevicata e i tratti autostradali in cui poter tentare di raggiungere la velocità massima si rivelano minori del previsto. Questo però non stempera l’entusiasmo visto che, non appena veniamo sorpassati da uno stormo di station wagon, utilitarie, furgoni lanciati a velocità siderali, ci sentiamo finalmente legittimati a tentare il record di velocità massima della MINI. 201 km/h è il miglior risultato che otteniamo in condizioni di traffico intenso. È impossibile pensare di fare meglio sia considerate le condizioni climatiche sia perché a queste velocità i camion vengono incontro “in retromarcia” a una velocità disarmante. In questo modo i chilometri si “sciolgono” come neve al sole e in sole 7 ore riusciamo a parcheggiare la MINI davanti all’albergo.

Qualche (ulteriore) giudizio sulla MINI

Spendo volentieri altre considerazioni sulla MINI Countryman che ci sta accompagnando in questa avventura ormai giunta alle battute conclusive. Il suo comportamento è ineccepibile qualsiasi sia la superficie su cui scorrono le sue ruote. Rinnovo l’apprezzamento sulle sensazioni che trasmette il gruppo telaio-sospensioni-sterzo, sempre rapido a comunicare anche la più leggera perdita di aderenza e, dato non analizzato in precedenza, la capacità di carico. In questi giorni ci ha permesso di trasformare la MINI nella nostra seconda casa: attrezzatura video, fotografica, bagagli e le nostre vettovaglie da viaggio hanno sempre trovato il giusto spazio per essere stivati a dovere all’interno dell’abitacolo.

Un dato sui consumi aggiornato al percorso di ieri: 584 km per 41,02 litri equivalgono a 14,2 km/litro.

Domani tappa conclusiva verso Milano, con due possibilità da 500 km: l’Austria e il Brennero oppure la Svizzera attraversare Bregenz; in quest’ultimo caso il nostro viaggio alla fine potrebbe toccare ben otto stati… Questa sera ci ragioniamo davanti a un boccale di birra locale e domani vi raccontiamo.

6a tappa Monaco – Milano 500 km

Un’ultima sveglia in terra straniera, scostate le tende della camera dell’albergo un cielo limpido e freddo pungente annunciano che la strada del ritorno sarà sicuramente la meno impegnativa da percorrere. I chilometri non sono molti, anzi a dirla tutta non spaventano proprio, viste le precedenti distanze percorse, Andreas ed io decidiamo di comune accordo di percorrere la direttrice nord/sud passando dall’Austria, Lichtenstein e Svizzera per raggiungere il nostro personale record di otto stati in soli sei giorni di viaggio, evitando il lungo e noioso trasferimento autostradale dal Brennero a Milano.

Il sesto atto del nostro tour si distende attraverso le alpi rispettando il ritmo dei giorni precedenti, un solo inghippo rallenta la nostra media del viaggio; il freddo pungente ha congelato l’acqua dei tergicristalli e per qualche chilometro viaggiamo con il parabrezza sporco da vergogna. La situazione rasenta il comico,  perché per ben due volte non vediamo, causa il riverbero del sole, nemmeno l’autogrill … così facendo entriamo in Austria senza accorgercene e soprattutto senza avere il tempo di acquistare la vignetta del padeggio autostradale e ci siamo fatti “beccare” a pochi chilometri da casa!

Non ci siamo fatti mancare una contravvenzione

Ovviamente la pattuglia della polizia stradale è posizionata appena oltre l’area di servizio e con abile mossa estrae paletta, verifica documenti e attiva il POS per il pagamento immediato dell’infrazione: 120 euro. Non c’è stata giustificazione e possibilità di replica. E pensare che soprattutto la Svezia era, notoriamente, la zona maggiormente a rischio per la velocità ridotta in autostrada – solo raramente prossima ai 110 km – soprattutto le pattuglie sono attente in modo maniacale al rispetto della distanza di sicurezza.

Entrare in Svizzera è una formalità, percorriamo pochi chilometri di strada statale per ritornare rapidi in autostrada, scegliendo la strada del passo del San Bernardino nella speranza – remota – di trovare aperta la via che passa fino in alta quota, ma è un sogno che dura poco. Qui ha nevicato forte e la temperatura è precipitata nuovamente a -17,5° indicati dallo strumento di bordo. Un ultimo scatto prima di tornare definitivamente in Italia.

L’Italia è ormai vicinissima

Il lato sud del San Bernardino che si raggiunge dopo 7 km di tunnel mostra un paesaggio opposto rispetto a quanto visto fino ad ora, neve poca e temperatura che sale rapidamente a valori che posso quasi definire primaverili. La neve è sparita, il terreno brullo ci riporta rapidamente ai convenzionali cromatismi nazionali. Il viaggio è davvero finito, giunti nel piazzale dello stadio di San Siro a Milano ci salutiamo dopo 3.300 km.

Concludo ringraziando MINI che ci ha dato la possibilità di raccontare attraverso i luoghi che abbiamo attraversato un’Europa che difficilmente si può vivere da turisti in questa stagione. Alcune città come Stoccolma e Amburgo meritano di essere visitate, magari con il favore di un clima più mite, e soprattutto tutti questi chilometri di guida sotto una neve incessante ti fanno apprezzare le moderne tecnologie applicate al mondo dell’auto: quattro ruote motrici, controllo di trazione e gomme invernali.

Articoli correlati
Nuova Opel Grandland, cresce in tutto e dice addio al diesel
Nuova Porsche Cayenne GTS, è più sportiva e ha 500 CV sotto il cofano
Prova Aston Martin DB12 Volante - Coinvolgimento totale