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Chrysler 200 MY15: base Alfa, futuro Lancia?

È la rivelazione del Salone di Detroit. Cambia pelle e indole, divenendo una berlina tecnologicamente evoluta grazie al pianale di Giulietta, al cambio automatico a 9 marce, alle 4WD (opzionali) col retrotreno disaccoppiabile e al 4 cilindri 2.4 MultiAir da 184 cv

Americana. Ma non al 100%. Anzi “italoamericana”, dato che la piattaforma è la medesima di Alfa Romeo Giulietta e in futuro potrebbe costituire la base tecnica per la berlina Lancia Flavia. Certo è che rispetto al passato compie un netto balzo in avanti sia quanto a design, sia nella raffinatezza meccanica, sia nella cura degli interni. Trattandosi di uno dei modelli Chrysler più venduti negli States, ci sono le premesse perché diventi una vera e propria best seller. Lo meriterebbe.

Big surprise! Adotta il cambio automatico ZF a 9 rapporti del tipo a convertitore di coppia corredato della gestione manuale mediante levette al volante. Una dotazione tecnica tutt’altro che scontata per la categoria alla quale appartiene, ovvero quella delle berline di media gamma. In aggiunta è disponibile la trazione integrale, con l’avveniristica soluzione del retrotreno totalmente, e automaticamente, disaccoppiabile dalla catena cinematica qualora le condizioni d’aderenza non rendano necessario l’apporto delle 4WD, a tutto vantaggio del risparmio di carburante. Tecnologie da far invidia a rivali europee ben più blasonate.

Un tempo considerata un semplice “elettrodomestico”, destinato a spostamenti nella più totale assenza d’emozioni, ora Chrysler 200 scopre il piacere della guida. Debutta infatti il programma di marcia Sport che agisce sullo sterzo, rendendolo più diretto e meno servoassistito (elettricamente), sulla risposta del motore alle pressioni dell’acceleratore e sulla logica di gestione sia dell’elettronica, più permissiva, sia della trasmissione automatica, votata al mantenimento della marcia sino agli alti regimi piuttosto che all’immediato passaggio di rapporto per risparmiare carburante, sia della trazione integrale, in grado di trasferire il 60% della coppia al retrotreno. In aggiunta, l’assetto beneficia di una taratura meno cedevole, ispirata ai modelli europei, scongiurando l’effetto mal di mare tipico delle berline yankee.

Chrysler 200 è disponibile in abbinamento a due motorizzazioni, entrambe a benzina: V6 3.6 24V Pentastar da 295 cv e 36,2 kgm, oppure 4 cilindri in linea 2.4 MultiAir2 Tigershark da 184 cv e 23,9 kgm. Quest’ultimo condiviso con la “sorella” Dodge Dart e caratterizzato dalla nota distribuzione MultiAir, sviluppata dalla divisione Fiat Powertrain, che demanda alle valvole di aspirazione (2 per cilindro) il dosaggio dell’aria normalmente affidato alla farfalla d’alimentazione. Una soluzione che incrementa l’efficienza della combustione ai carichi parziali, a tutto vantaggio del contenimento delle emissioni inquinanti e dei consumi. Operazione resa possibile svincolando le citate valvole dall’albero a camme, così da garantirne un azionamento più preciso grazie a un sistema idraulico gestito elettronicamente. Solo le valvole di scarico, pertanto, vengono aperte e chiuse meccanicamente dal classico albero a camme (leggi qui il nostro approfondimento tecnico).

Curato il reparto sicurezza, forte di cruise control adattivo con funzione stop, frenata automatica in caso di collisione imminente, avviso di superamento involontario della linea di corsia, sistema di parcheggio assistito sia in parallelo sia in perpendicolare e telecamera in retromarcia. Sarà disponibile negli Usa a partire dalla primavera negli allestimenti LX, Limited, S e C, top di gamma. Diverrà la nuova Lancia Flavia berlina? Perché no! Costituirebbe (finalmente) una valida base tecnica sulla quale sviluppare una vettura moderna. E in ogni caso si tratterebbe di un “trapianto” decisamente meno traumatico dei ricarrozzamenti di Chrysler 300 C, leggasi Thema, Sebring, vedasi l’infelice cabriolet Flavia, e della monovolume Town & Country, in Italia Voyager.

 

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