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Land Rover Discovery4 2015: aspettando la Vision

In attesa che diventi realtà la vettura derivata dalla concept Discovery Vision, la 4x4 britannica si rinnova attingendo alle dotazioni dell’edizione celebrativa XXV Edition. Pelle e radica dominano in abitacolo. Debuttano le app per gestire gli smartphone dal touchscreen

No, non è ancora il momento. Per vedere su strada la rivoluzionaria Discovery Vision è necessario aspettare. Nel frattempo, però, Land Rover apporta delle migliorie alla Discovery4, estendendo a tutta la gamma – da settembre – le peculiarità della XXV Edition, edizione celebrativa per festeggiare i cinque lustri della 4×4 britannica.

Diventano così disponibili come optional, indipendentemente dall’allestimento, plancia, cruscotto, volante in legno, pannelli porta e sedili rivestiti in pelle Windsor bicolore, così come gli inserti in radica, i cerchi in lega da 20” a cinque doppie razze dal design specifico e quattro inediti colori di carrozzeria dedicati.

Nulla cambia sotto il profilo meccanico. L’unico “cuore” disponibile è il noto 6 cilindri a V di 2.993 cc alimentato a gasolio e sovralimentato mediante due turbocompressori in parallelo, derivato da quanto appannaggio della berlina Jaguar XF e abbinato a Discovery4 nelle configurazioni da 211 e 249 cv. Unità ottimizzata nell’erogazione in funzione dell’utilizzo off road e dotata di una coppa dell’olio più profonda per garantire una lubrificazione ottimale in fuoristrada. Propulsore che sfrutta l’azione di due turbine, di diverse grandezze, collegate in serie. Un sistema che differisce dalle soluzioni a doppio stadio adottate da altre Case in quanto non associa un turbo di piccole dimensioni per i bassi regimi con un’unità di maggiori dimensioni funzionante da medio regime, bensì sfrutta una turbina grande a geometria variabile dal minimo sino a 2.400 giri, regime oltre il quale si attiva anche il secondo turbocompressore, di dimensioni più piccole. Così facendo, crescono i kgm erogati a basso regime ed è possibile sia l’allungamento dei rapporti sia l’attivazione a velocità inferiori, riducendo la fase di slittamento, della frizione di presa diretta della trasmissione automatica a 8 marce ZF (anche con riduttore) del tipo mediante convertitore di coppia.

Invariati lo schema delle sospensioni – a ruote indipendenti a triangoli trasversali sovrapposti – e il Terrain Response. Sistema, quest’ultimo, che consente di adattare alle caratteristiche del terreno l’erogazione del propulsore, la soglia d’intervento del controllo di stabilità e trazione, la gestione della trasmissione, l’altezza da terra della vettura, variabile grazie alla presenza di molle pneumatiche, e la percentuale di bloccaggio dei differenziali elettronici centrale e posteriore (quest’ultimo optional) in base a 5 programmi: guida generica (asfalto e sterrato leggero), erba/ghiaia/neve (superfici a scarsa aderenza), fango/solchi, sabbia e, infine, roccia. Armonizzati al programma selezionato sia l’ABS sia il limitatore della velocità in discesa (HDC) abbinato al Gradient Release Control che assicura, al rilascio dei freni lungo pendenze estreme, una riduzione progressiva della pressione esercitata dall’impianto, così da non scomporre il veicolo. Da tradizione, la trazione è integrale permanente.

 

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