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Peugeot 301

Cuore da 208 e carrozzeria da world car: la 301 è la proposta Peugeot per i mercati emergenti. Sarà commercializzata da novembre, ma non arriverà in Italia, per ora

Si torna al 3 iniziale, come alcune Peugeot del passato più o meno prossimo: andando a memoria, la 304 presentata nel 1969 e prodotta fino al 1980; la 305 (1977-1990), la 306 (1993-2002) o la 309 (1985-1993). Auto di medie dimensioni, spesso destinate (è il caso della 304 e della 305) ai mercati emergenti, specie dopo qualche anno di onorata carriera in Europa.La 301 che sarà lanciata al Salone di Parigi di questo autunno non è la parente povera dell’attuale 308, né una riedizione della 307 sostituita da quest’ultima: semplicemente, è l’arma globale del Leone. Uno dei modelli destinati a “fare i numeri”. E’ il destino di tutte le world car: non possono sedurre in nome del cerchiobottismo imposto (impossibile piacere a tutti con una linea ardita: quindi, primo non osare), ma devono monetizzare ciò che le belle di casa devono fare sognare. A proposito di world car, le 404 e le 504 di casa Peugeot lo sono state ante litteram: la prima è nata nel 1960, ha finito la carriera in Europa nel 1978 e gli ultimi esemplari prodotti su licenza hanno raggiunto l’anno di grazia 1991 in Kenya; la seconda è stata venduta in Europa dal 1968 al 1985, arrivando fino ai giorni nostri (gli ultimi esemplari sono datati 2005!) in mercati specifici, dalla Nigeria al Kenya o all’Argentina.La tre volumi francese debutterà in Turchia a novembre, e sarà venduta in Europa Centrale e Orientale. Approderà anche in Russia, Ucraina, nella martoriata Grecia; in Maghreb, Medio Oriente, nei Paesi del Golfo; in America Latina e in buona parte d’Africa. Non arriverà in Italia, anche se il successo di altre iniziative analoghe potrebbe essere ottimo spunto anche per la filiale italiana. Basti vedere quante Dacia (create da Renault proprio con lo stesso obbiettivo della 301) circolano oggigiorno per il Belpaese.La vocazione globale della 301 è sottolineata dalla cifra finale: l’1 contraddistinguerà i modelli Peugeot di più ampio respiro e l’8 quelli per i mercati più esigenti. Resta, come sempre, lo zero (o doppio zero) in mezzo. In testa, una cifra che cresce di pari passo al posizionamento della vettura: nello specifico, il 3 può essere interpretato come una tre volumi di segmento C.La telaistica deriva direttamente da quella della 208, e anche i motori sono in comune con la piccola del Leone: a benzina ci sono il nuovo 1200 cc VTi da 72 CV tricilindrico a iniezione diretta, disponibile con il cambio manuale o automatico, e il 4 cilindri 1600 cc VTi da 115 CV, anch’esso abbinabile ai due tipi di trasmissione. Il diesel 1600 cc HDi da 92 CV è, per contro, disponibile con il solo cambio manuale.Le dotazioni relative al comfort e alla sicurezza sono, giocoforza, tarate sui mercati target: così si spiegano, ad esempio, i soli quattro airbag. Che magari possono stonare su una media moderna (la 301 è lunga 444 cm e ha un passo di 265 cm), ma su un’utilitaria cresciuta per dare l’assalto al mondo ci possono tranquillamente stare. Anche perché, tra serie e optional, sensori di parcheggio posteriori, apertura automatica del bagagliaio o il Bluetooth integrato, fino a pochi anni fa erano appannaggio di vetture di classe superiore.

 

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