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Umberto Monti – Mille Miglia 2012

Una classic car prestata da un caro amico, una passione sconfinata per le competizioni e soprattutto una compagna di viaggio d’eccezione: alla guida di una Aston Martin DB2 del 1951 Umberto Monti, il patron di Suomy, ci racconta la sua prima Mille Miglia vissuta con la moglie...

La Mille Miglia moderna è una sfacchinata di tre giorni dietro al volante, guidando spesso sopra le righe vetture che normalmente sono destinate ai musei: perché hai deciso di partecipare?Umberto – Il perché è innanzitutto frutto di un’alchimia. Servono gli ingredienti giusti… e c’erano! Primo fra tutti un amico che mi ha prestato una vettura fantastica, una Aston Martin DB2 del ’51. Ha corso a Le Mans e soprattutto ti fa capire cosa significava gareggiare all’epoca con i limiti pazzeschi e quanto bravi fossero i piloti di allora. È in grado di “correre” a 250 km orari e soprattutto ha i freni a tamburo e quindi… (Umberto fa una lunga pausa di riflessione e mi sorride n.d.r) è stata progettata per sfrecciare nel vento e non per fermarsi! Ha la guida a destra con tutti i limiti del caso, cambio a sinistra ovviamente non sincronizzato, il volante è un mix di ferro e legno. Se poi a tutto questo aggiungi che a fare da navigatore c’era mia moglie che non ama le auto, ha paura della velocità e soprattutto si deve sporgere dall’abitacolo per avvisarmi se posso sorpassare o no, puoi immaginare quanto lungo e impegnativo sia stato il weekend!Ok, le premesse fanno pensare più a un’avventura che a una competizioneUmberto – Potrebbe sembrare così! Questo è l’ingrediente di base, poi c’è il piacere di essere iscritti a una gara unica dal primo all’ultimo momento. Il tutto ha inizio a Brescia: ti presenti con il motore che scoppietta in rilascio, ha un rumore che è musica per le mie orecchie. Fin dal primo momento sei accolto da ali di folla incredibili, che ti accompagneranno per tutta la durata della gara e in qualsiasi punto del percorso. Devo dire che è un bell’aiuto perché nel caso che mia moglie perda la strada, ed è successo, c’è sempre qualcuno a indicarti la retta via.Qual è la sensazione che ricordi con maggiore piacere?Umberto – Ti senti protagonista, anche se nessuno sa chi sei. Basta accendere il motore dell’Aston e la gente ti applaude come un vero VIP, perché qui sei un VIP! Nel senso che sei chiaramente un privilegiato e durante un controllo orario non è raro trovarsi fianco a fianco con un certo Elkann o alla modella o al personaggio di turno. E poi la guida di notte, fantastica!  È forse il momento più emozionante, perché devi arrivare a fine tappa. Il dramma è che a più riprese tenti di accendere i fari – perché non si vede un tubo – e invece i fari sono già accesi: del resto hai dei piccoli lumicini che fungono da fanali. Giuro che non vedevo quasi nulla, ma nemmeno gli altri concorrenti erano messi meglio, quindi acceleratore giù e via!Come si affronta la Mille Miglia con una “nonnetta” così?Umberto – Il motore va coccolato! Devi controllare costantemente l’aria, ma soprattutto la temperatura dell’acqua, perché è l’unica cosa che crea problemi e può andare in ebollizione. Occhio di riguardo per la benzina, che verifichi senza mai fermarti, andando a 150 all’ora tra le curve.Controllo benzina senza fermarsi? Umberto – Certo, è semplice! Mia moglie armata di bastone lo infila nel tappo del rifornimento e così capisce il livello del carburante… Il problema è che ogni volta che ho fatto questa richiesta è stata seguita da una serie di improperi, eppure alla fine lo ha sempre fatto con il sorriso sulle labbra, soprattutto supportata dagli applausi della folla.Una bella prova di forza fisica e mentale?Umberto – Sì! Ci sono dei momenti in cui sei talmente concentrato sulla guida che non ti rendi nemmeno più conto di dove sei. Sei accompagnato dalle luci calde dei paesini che attraversi rapidamente, il suono delle auto che ti sorpassano, il profumo di benzina bruciata, che… insomma, non ricordi dove stai andando e addirittura chi sei: sei dentro la gara!Percorso di gara.Umberto – Già la tappa da Brescia a Ferrara miete le prime vittime. Non è raro trovare alcune vetture ferme a bordo strada, ammutolite da noie meccaniche. Fin qui però tutto ok e pensi davvero che sia già un primo importante traguardo. Ti tuffi nel letto a mezzanotte e alle sei della mattina seguente sei già dietro al volante. Riparti al volo, anzi galoppi veloce fino a San Marino e incappi nel primo problema: mia moglie ha perso il road book, non ti dico come mi sono inc@#@to. La realtà dei fatti vuole che la strada non la abbiamo persa; siamo passati sotto la rocca, strada che solitamente fatico a percorrere anche a piedi e poi di corsa fino a Roma, attraversando l’Italia e luoghi meravigliosi. Devo essere sincero: ho attraversato un’Italia che non conoscevo, anche se vissuta a velocità folli.  Ringrazio le forze dell’ordine e in particolar modo la Polizia Stradale, che ci ha fatto da apripista per tutto il percorso. In certi momenti ho però alleggerito il piede dal gas perché non ce la facevo a tenere a lungo quel ritmo infuriato.Non ti sarai risparmiato alla guida, vero?Umberto – Tutt’altro. Ti dirò di più: a un certo punto del percorso mi sono trovato alle spalle un concorrente che “bussava” con troppa insistenza. Lui e la sua vettura color verde sabbia. Non mi sono tirato indietro, gomiti larghi e ho provato a rendergli la vita un po’ difficile tenendolo dietro per diversi chilometri, poi mi ha passato e ho provato a tenere il suo passo. Impossibile. Credevo di non essere più in grado di guidare e invece al controllo orario ho scoperto chi era: Jochen Mass, pilota di Formula 1 nei primi anni ’70.Giro di boa Roma.Umberto – Ci siamo arrivati alle 11.30 di sera, senza aver mangiato e quasi bevuto. Speravamo di infilarci nel letto il prima possibile e invece siamo stati coinvolti in una splendida sfilata attraverso il meglio di questa città: Piazza San Pietro, il Colosseo. Abbiamo traccheggiato per un paio d’ore prima di cedere al sonno, perché era talmente tanta l’adrenalina che era un peccato andare a dormire. Abbiamo spento la luce alle due e alle quattro in punto è suonata la sveglia… Mia moglie voleva abbandonare, non ce la faceva più.In fondo mancava solo una giornata di gara.Umberto – Infatti sono riuscito a convincerla e dalle 6 – ora della partenza –  fino a Brescia è stata ancora un’incredibile esperienza.  Siamo passati da Viterbo, Radicofani, Siena con annesso giro in Piazza del Campo, dove si disputa il Palio, e ovviamente non ci siamo fatti mancare l’ennesima emozione. Siamo arrivati al controllo timbri e mia moglie aveva smarrito la cartella del controllo orario. C’è solo un problema: persa quella, da regolamento sei squalificato. Credo di non aver mai litigato così pesantemente in tutti e 27 anni di matrimonio come sabato. Invece miracolosamente era finita sotto il sedile: meglio così!Da quel momento in poi sarà stata una strada tutta in discesa, vero?Umberto – Più o meno. Dopo Firenze e Piazza della Signoria, galoppata fino a Bologna, Passo della Raticosa, Futa e a quel punto pioggia torrenziale. Prudentemente ho preso dall’ufficio due caschi ma l’unico problema è che del mio ho sbagliato la taglia. Ho una XXXL e ovviamente a disposizione avevo una S… Facciamo finta di niente. Comunque tutta quest’acqua, e ne abbiamo presa tanta, ha evitato il surriscaldamento dei freni a tamburo durante la discesa a valle.Da Bologna quindi un tuffo nella Motor Valley?Umberto – Sì, da Bologna a manetta, verso Modena, Maranello e quindi Ferrari e Maserati. Giro di pista Fiorano e a notte fonda dalle campagne cremonesi nuovamente a Brescia. Stravolto ma felice. Peccato che durante la notte sia arriva la famigerata e terribile scossa di terremoto che ha rovinato la festa.Qualche curiosità?Umberto – Innanzitutto i consumi: una vettura di questa categoria beve e di gusto! Considerato che il percorso è di circa 1.600 km e che la “vecchia” signora a 6 cilindri e 3 litri di cilindrata percorre 2,5-3 km con un litro ci metti poco a fare i conti.  Altra cosa da non sottovalutare sono i rumorini naturali della vettura: non devi farti impressionare e non devi nemmeno sottovalutarli. Ascoltandola per tre giorni capisci subito se l’orchestra è ben accordata a o c’è qualcosa che stona.Come si guida alla Mille Miglia?Umberto –  Sempre molto concentrati e sempre a manetta. Bastano pochi chilometri per accorgersi che le nostre strade sono fatte a dorso di mulo e quindi guidi compensando l’azione delle sospensioni che fanno di tutto pur di non tenere la vettura in strada. E poi con i motori incandescenti le fiammate allo scarico e costanti crepitii sono all’ordine del giorno e ti garantiscono l’applauso. Comunque la verità è che ogni curva percorsa diventa un aneddoto da raccontare, perché esci di traverso, non devi mollare il gas e tenere il motore su di giri, e se nella cambiata sbagli devi essere abile a tirare la frizione, modulare il rilascio e riprendere aderenza. Ti posso garantire che alla Mille Miglia si corre e si fa sul serio… L’anno prossimo mi sa che ci ritorno.Tua moglie rinuncia? Faccelo sapere.Umberto – … silenzio e lo stesso sorriso malizioso. http://youtu.be/iXnxGjB2HkI

 

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