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Le moto che hanno lasciato il segno nel 2015

Ne sono arrivate tante, ma poche sono state in grado di lasciare veramente il segno. Le aspettavamo al varco e non ci hanno tradito, ecco le 7 moto che hanno lasciato il segno nel 2015

Dopo anni di sofferenza il 2015 ha finalmente riacceso i motori: il mercato non è più crollato, e ogni tanto ha cominciato a sfruttare qualche gustosa corrente ascensionale. Insomma il 2015 ha mostrato che forse abbiamo finito di raschiare il fondo. A dare una mano ci hanno pensato i costruttori che all’EICMA 2014 hanno sfornato parecchie novità, capaci di stimolare la fantasia e di invogliare ad affrontare una spesa. Scordiamoci il passato, quello fatto di numeri impressionanti, in cui la moto più venduta dell’anno passava di gran lunga le 10.000 immatricolazioni. Ora il nostro parco divertimenti è diventato al massimo un giardinetto, la moto più venduta (BMW GS, tanto per cambiare) non arriva a 4.000 pezzi. In questo contesto ci sono moto che più di altre hanno mosso le acque, che hanno solleticato di più le fantasie e hanno conquistato posizioni di rilievo sul mercato. Moto che hanno portato qualcosa anche a livello di guida (le abbiamo provate tutte, tranne una). Moto che molto probabilmente, sono le stesse che (con qualche aggiunta) faranno lo stesso nel 2016. Le abbiamo provate tutte (tranne una) per cui se vi siete persi la prova è l’occasione giusta per cliccare sul titolo e leggere. HONDA AFRICA TWINHondaAfricaTwin201600052_crInizio dall’ultima arrivata. È praticamente un modello 2016, ma per tutto il 2015 ha fatto parlare di sé con un’intelligente campagna di teaser e l’aspettativa che montava mese dopo mese. Ora è finalmente disponibile.  Attesa da chi con “l’Africa” va in giro ancora oggi e da chi è sempre stato attirato da questa moto mitica, l’erede designata è bilanciata, sorprendente nella versione DCT. Insomma una Honda nel senso più ampio. E promette faville sul mercato, se è vero che quasi 1000 Africa Twin sono state acquistate praticamente a scatola chiusa, ancor prima che la moto arrivasse dai concessionari. Sarà una delle sicure protagoniste del 2016.HONDA RC213 V-SHondaRCV213VS-069Una moto così non si era mai vista. O meglio, le GP replica esistevano già (quelle con motore 2 tempi) ma nessuno si era spinto dove è arrivata Honda con questa moto. Perché questa non è una “replica”, è proprio la MotoGP portata su strada. Costruita praticamente a mano dai tecnici HRC, gli stessi che assemblano le moto di Marquez e Pedrosa, costa moltissimo, è prodotta in piccola serie ed è già rimpianta da chi non è riuscito a ordinarne una.KAWASAKI NINJA H2-RKawasakiNinjaH2-054Se parliamo di moto strabilianti, la Ninja H2-R le batte tutte. Kawasaki voleva dare sfoggio di potenza ingegneristica e c’è riuscita benissimo, progettando tutto in casa, dalla turbina all’aerodinamica. Niente su questa moto è normale, nemmeno la vernice. Se Honda ha portato una MotoGP su strada, Kawasaki ha messo in pista una due ruote più potente di una MotoGP: 314 cv, un’enormità che ha fatto impazzire il web con filmati e prove che l’hanno vista protagonista e che ha esaltato i tester che l’hanno provata, scesi di sella con la tachicardia e gli occhi a forma di cuore. Folle, sconsiderata, eppure proprio per questo bellissima. A Kawasaki premeva far capire che “si può fare”, aprendo la porta a una nuova generazione di motori sovralimentati che arriveranno presto. E il mondo non sarà più lo stesso.DUCATI SCRAMBLERDucatiScrambler201506C’è tanto marketing (ben fatto) dietro alla Scrambler, che ha portato Ducati a nuovi record di produzione e vendita (per la prima volta nella sua storia ha superato le 50.000 unità). Questa “land of joy” ha aperto un nuovo capitolo nella storia di Borgo Panigale e costretto molti concorrenti a reagire per non farsi rosicchiare quote di mercato. La Scrambler è una moto “normale”, non particolarmente potente né con prestazioni eccezionali. E questo per un’azienda come Ducati è già un grande sforzo concettuale. Baciato dal successo, tanto che la produzione a tratti non riusciva a tenere il passo degli ordini.  E con l’arrivo della Sixty con motore 400 cc se ne venderanno ancora di più.DUCATI 1299 PANIGALEDucatiPanigale1299S-023È molto più che una semplice evoluzione del progetto Panigale. Molto più che una Panigale con motore maggiorato. In Ducati si sono rimessi in cerca del vero pompone, con il carattere che ha sempre contraddistinto i motori bicilindrici bolognesi. Alla fine lo hanno ritrovato. È estrema, potente, stancante. Va fortissimo e la devi saper guidare. Ma una volta che la capisci esalta. Insomma è tornata la vera Ducati.YAMAHA MT-09 TRACERYamaha MT-09 Tracer 042Il pragmatismo fatto moto, condito con un pizzico di “dark side”. Ha ucciso la concorrenza con un mix riuscitissimo di prestazioni, gusto di guida e prezzo. Nessuna nella categoria offre così tanto allo stesso prezzo: come era lecito attendersi, il mercato l’ha premiata con numeri molto interessanti. Vendutissima in tutta Europa, ha ceduto lo scettro del primato solo davanti all’eterna BMW R 1200 GS. Bel prodotto al prezzo che tutti volevano. Yamaha ha centrato il bersaglio.YAMAHA R1YamahaR1M2015-004I giapponesi sembravano frastornati dagli attacchi portati dalle aziende europee nel segmento delle supersportive. Anche Yamaha, che è sempre stata pioniera per tecnologia. La R1 è la prima vera risposta degli ingegneri dagli occhi a mandorla alle superbike del vecchio continente. È arrivata sul mercato in modo eclatante, presentata come la replica della M1 MotoGP (da cui effettivamente prende molti spunti). Vero, le sportive non tirano più come una volta, i numeri sono piccoli, ma intanto nel 2015 ne abbiamo guidate tante e tutte bellissime. La R1 ha smosso il mercato ed è stata la Superbike più venduta in Italia, entrando addirittura nella Top 30. Per una moto del genere, con i tempi che corrono, è un gran bel risultato. Nel 2016 vedremo cosa saprà fare in Superbike.

 

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