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Prova Ohvale GP – 0

Piccola nelle dimensioni ma grande, davvero grande nella guida e nelle scelte tecniche. Ohvale GP – 0 è il “giocattolo” giusto pensato per il divertimento puro, che rende felici papà e figli allo stesso tempo e insegna i rudimenti della vita in circuito

Il “bugiardino” della Ohvale parla chiaro: la GP – 0 ha un evidente valore terapeutico per il mal di pista perché costa poco e fa spuntare sorrisi a 32 denti già dopo una singola sessione tra i cordoli. Potere di un progetto il cui patrimonio genetico ha cromosomi d’eccellenza: parliamo di Mariano Fioravanzo e Claudio “Caio” Pellizzon – che insieme hanno contribuito a dare vita alle vincenti Aprilia RSV 1000 e RSV4 – e, non ultimo, Valerio Da Lio. Menti, cuori e corpi dedicati al mondo delle moto e che con GP – 0 dimostrano come, anche in questo momento non facile, qualcosa di interessante si può ancora creare.Il termine “giocattolo” in questo caso non è riduttivo: per il team Ohvale è il miglior sostantivo e viatico contro l’attuale crisi delle due ruote. Con una spesa tutto sommato contenuta – la versione top con  cambio meccanico e motore da 16 cavalli costa 3.980 euro – permette un divertimento di guida sorprendente.Non chiamiamola minimoto, miniGp e nemmeno pitbike, perché gli uomini di Ohvale sottolineano il fatto che la GP – 0 è una vera moto, semplicemente in scala ridotta. Italiano è il progetto, italiana è la componentistica e la mano d’opera, extraeuropeo è solo il motore, che nel Vecchio Continente nessun costruttore realizza. Si tratta di un monocilindrico a quattro tempi disponibile nella versione da 160 cc, 4 marce e 16 cavalli o del più piccolo 110 monomarcia da 8 cavalli con avviamento elettrico e a pedale.LIVEPartire da un foglio bianco è sempre un buon modo per iniziare un progetto. Di certo c’era nel team il desiderio di dare vita a una moto che con specifiche ridotte avesse tutti i pregi di quelle in scala 1:1, senza però mostrare i difetti delle versioni liofilizzate. In questa prima fase entra in gioco Mariano, papà delle Aprilia sportive, che realizza un telaio a traliccio in tubi d’acciaio, tenendo bene a mente l’importanza del baricentro – elemento cardine della guida – la posizione del pignone, tiro catena, avancorsa della forcella, posizione del cannotto, off set piastre. Tant’è che alla fine la distribuzione dei pesi vale un 53% per l’anteriore e il 47% dietro. A tutti questi valori aggiungiamo sospensioni completamente regolabili come la forcella rovesciata da 33 mm; elementi tecnici ricavati dal pieno e freni a disco, con la pinza anteriore anch’essa ricavata dal pieno. Le ruote, strategicamente, sono da 10 pollici di diametro, misura utile per avere libero accesso sia ai tracciati concepiti specificamente per le minimoto sia per quelli di categoria superiore.RIDEMente di Fioravanzo e sensibilità nella guida di Caio Pellizzon. Il magico duo riesce a trasformare un progetto come quello dell’Ohvale in una moto che alla fine si comporta come una sportiva adulta. Pochi giri nel circuito di Castelletto di Branduzzo sono sufficienti per evidenziare la bontà del progetto. La posizione è sacrificata per chi supera i 180 cm di altezza, ma non preclude del sano divertimento con il ginocchio a terra e il casco proiettato in avanti, alla ricerca della massima velocità. La versione da 16 cavalli diverte per il gioco delle scalate e la disposizione dei comandi come da tradizione motociclistica. L’avantreno è solido, risponde in modo sorprendente alle richieste delle delicate frenate a moto piegata dentro la curva, e soprattutto non dà mai la sensazione di scappare. Guidare nel modo corretto l’Ohvale pretende pratica e una buona tecnica: più scorre in curva, più è veloce, e i tempi lo confermano; più ci si accanisce con il cambio e con violente staccate più s’imbizzarrisce… Insomma, niente di nuovo sotto il sole.E’ poi la capacità del pilota a fare la differenza. Il comportamento della moto è sensibile a come ci si muove in sella: spostare il busto aiuta a dare trazione alla ruota posteriore o mordente all’avantreno, che può così tracciare linee precise anche su un asfalto a bassa aderenza come quello che offre un tracciato in queste giornate d’autunno.Il passaggio alla versione da 8 cavalli non suona stonato come una rinuncia o un downsizing forzato, anzi, sotto certi punti di vista, la meno potente è quasi meglio della versione full power. Lo dico avendo bene a mente le mie ginocchia da podista e una caviglia non perfettamente in forma. La versione monomarcia ha il vantaggio che entrambi i freni sono al manubrio e che i piedi, quindi, non si devono più muovere dalle pedane dal momento in cui si parte. E’ ovvio che le performance siano inferiori, ma le emozioni non lo sono affatto! Si possono percorrere curve del tracciato pavese a gas completamente spalancato: che ci crediate o no il divertimento è assicurato.Ohvale in fondo è un sogno a basso costo. Che si scelga un modello o l’altro il prezzo varia di 300 euro ma i vantaggi sono tangibili: costi di manutenzione ridotti al lumicino, trasporto facilitato dalle dimensioni ridotte, qualità costruttiva indiscutibile. Scegliere la GP – 0 più vicina al proprio stile di guida è facile e soprattutto è un piacere condivisibile con un figlio che abbia la stessa passione. Ricordiamoci che a Natale non manca molto e prendere due piccioni con un’Ohvale potrebbe essere una grande idea.

 

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