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7 su 7 con Honda Integra

Un normale utente, ex motociclista con la voglia di ritornare a muoversi su due ruote, per lavoro e per svago. Cosa cerca? Un mezzo per tutte le occasioni: lavorare e svagarsi, soprattutto sentirsi ancora motociclista. Gli abbiamo fatto una proposta: guidare l’Honda Integra per una settimana

Premessa. Quando ci troviamo al cospetto di qualcosa che è difficile classificare siamo sempre un po’ disorientati, a volte fatichiamo a capirlo. Per l’Honda Integra è accaduto proprio così: lanciato all’EICMA del 2011 ha ricevuto quest’anno il primo aggiornamento tecnico ed estetico. La proposta Honda è qualcosa di realmente differente da quanto si può trovare sul mercato, perché non è uno scooter e non è nemmeno una moto. Il termine “crossover” è quanto mai azzeccato. Perché sull’Integra non hai il serbatoio in mezzo alle gambe, ma ci sali “a scavalco” come sulla moto. Sei seduto come su uno scooter ma cambia le marce (da solo, grazie al DCT) come una moto. Ha lo scudo come uno scooter, ma ruote da 17 pollici e una catena per la trasmissione finale, come una moto. È quindi un mezzo difficilmente classificabile, perfetto per dividere gli appassionati tra chi lo inserisce tra gli scooter e chi (spesso sono i suoi possessori) lo considera una moto vera e propria. È il mezzo giusto per fare un po’ di tutto? Magari per far tornare il prurito a un ex motociclista sportivo a cui serve un mezzo per andare in ufficio e che vuole rientrare nel giro con una mano sul cuore e una sul portafogli? Ce lo siamo chiesti e lo abbiamo chiesto a un normale utente, nostro lettore e amico che per una settimana ha potuto convivere con l’Integra, traendo poi le sue conclusioni. Abbiamo chiesto a Mauro di usare l’Integra come fosse suo, per andare al lavoro,  fare la spesa, raggiungere il campo per giocare a tennis, fare un giro sulle strade preferite. Insomma gli abbiamo chiesto di andarci in giro e lo abbiamo seguito. Lui ha tenuto un diario con le sue impressioni che ora vi riportiamo. Stefano CordaraGIORNO 1Quando Stefano Cordara mi ha chiamato proponendomi di diventare tester per una settimana onestamente non sapevo cosa aspettarmi. Lo seguo da sempre, so bene il lavoro che fa e spesso ho chiesto di poter partecipare a un test anche solo per un giorno. E ora addirittura posso fare il tester per una settimana! Perché proprio io? Forse perché ultimamente gli ho intasato Whatsapp di foto di moto e scooter usati? Forse… In effetti è un po’ che sto girando per concessionarie alla ricerca di “qualcosa” che possa soddisfare il mio bisogno attuale di due ruote. Vado in moto da sempre, ne ho avute tante. Sono partito dal Ciao, per poi passare a un Fantic Strada 125, poi Yamaha Ténéré, Honda VFR, Honda VTR1000F, Ducati Monster 900, KTM Super Duke. Ho passato i fine settimana a fare i solchi in Valtrebbia (quando ancora si poteva…). Insomma, non sono un pilota ma mi ritengo sicuramente un motociclista sportivo. Non avrei mai mollato la moto, ma talvolta nella vita occorre rinunciare a qualche “gioco” per seguire obiettivi più importanti. La verità, però, è che “dentro” quel gioco manca tantissimo. E non è solo un gioco, per me che vivo da una parte di Milano e lavoro dall’altra: il pendolarismo in auto sta diventando un supplizio. Perciò anche perché sono esasperato dal traffico mi sono rimesso in caccia. E sul Whatsapp di Stefano è arrivato di tutto: dai maxi scooter a moto naked con le borse, fino a una vecchia VFR dell’85 che volevo comprare e rendere “d’epoca”. Insomma avevo poche idee e molto confuse. Per questo motivo quando Stefano mi ha proposto di provare l’Integra mi sono incuriosito. Sono fuori da un po’ dal mondo delle moto e sulle prime non ho capito bene cosa fosse. Inizialmente mi è sembrato uno scooter con le ruote fuori misura, ma la linea mi è piaciuta, è aggressiva, e poi quello che cerco è un mezzo per il commuting, che magari mi faccia anche divertire alla guida quando voglio andare a fare un giro.In ogni caso, la sola idea di lasciare parcheggiata l’auto a casa e non dover perdere ore nei 90 km che mi sciroppo tutti i giorni per andare e tornare dall’ufficio mi ha convinto a provarlo.Non mi pare vero di riavere una moto nel box! Ma cos’è l’Integra? Faccio fatica a classificarlo ma una cosa mi piace subito: posso usarlo con il completo e con la scarpa elegante e arrivare da un cliente ancora perfetto. Mi immagino l’inverno (che non è ancora arrivato) quando magari con una copertina potrei continuare a usarlo senza essere costretto a indossare sovrapantaloni o altro. Per me che faccio il commerciale questo aspetto è fondamentale. Oltretutto il bauletto (anche se non aiuta molto la linea) è di una comodità assurda e sopperisce a un vano sottosella che non offre molto spazio.GIORNO 2Ieri mi sono limitato a studiarlo nel box, oggi è il giorno del primo “viaggio” con l’Integra. Viaggio è la parola giusta perché i 45 chilometri che mi separano dall’ufficio in auto certi giorni possono diventare pura sofferenza. Tra andata e ritorno l’Integra mi consente di risparmiare quasi un’ora! Valigetta nel bauletto e affronto la tangenziale. Sono sorpreso da due aspetti: la protezione – ho guidato sempre moto sportive o naked e sono abituato all’aria in faccia – e la guida. Non ho riferimenti precisi perché non ho mai provato scooter, ma quello che posso dire è che sebbene qui si stia molto seduti (e non in avanti come su una moto) le reazioni non sono poi così diverse da quelle di una moto. E il cambio DCT mi piace molto. Ho provato a giocare con i bottoncini ma ho finito per usarlo su “D” perché nel traffico è molto comodo. La cosa che mi piace di più è “sentire” le cambiate, una sensazione uguale a quella della mia auto che usa un cambio a doppia frizione. Non mi sento in sella a un “automatico” come il Ciao che guidavo a 14 anni, ma a qualcosa di ben diverso.GIORNO 3Oggi mi è andata di lusso, ho avuto solo un paio di appuntamenti con i clienti: erano distanti tra loro e in auto avrebbe potuto essere un incubo, ma ovviamente muovendomi in moto (oggi l’Integra voglio chiamarlo così) me la sono sbrigata in fretta. Inutile girarci attorno: poter risparmiare tempo non ha prezzo. Mi sto abituando all’Integra, alla sua posizione, alla sua erogazione, all’attacco della frizione un po’ “brusco” – appena sfioro il gas parte con una decisione che all’inizio mi trovava un po’ impreparato – e mi sto abituando a usare il cambio nel modo secondo me più piacevole. Ossia sempre in “D” ma scalando manualmente prima delle curve, tanto poi quando accelero il cambio torna a funzionare in automatico. Una comodità estrema che mi fa sentire ancora motociclista ma non toglie nulla alla comodità. Potendo disporre del mio tempo, con quello che ho risparmiato nei vari spostamenti ho potuto permettermi anche una partita a tennis nel tardo pomeriggio. Borsa sportiva nel bauletto (di cui alla fine non riesco a fare a meno), racchetta in spalla e via.GIORNO 4Ma quanto NON consuma questo Integra? Quando mi hanno proposto di provarlo ero andato a leggere un po’ di prove e mi aveva colpito il fatto che i consumi dichiarati fossero davvero bassi, quasi irreali. Un dato che, quando lo leggi, lascia il tempo che trova, passa via come l’acqua sull’impermeabile. Però poi quando lo vivi sulla tua pelle capisci che può fare la differenza. Sono tre giorni che vado in giro e si sono spente solo due tacche (la terza inizia a lampeggiare): sulle prime credevo che si fosse rotto il galleggiante! Per cui ho fatto un pieno per scrupolo e nel serbatoio sono entrati poco più di 9 litri per 250 km. Alla fine sono circa 27,5 km/litro e la cosa mi ha fatto particolarmente impressione, visto che non sono andato proprio per il sottile con l’acceleratore. Perché l’Integra mi ha fatto ritornare la cosiddetta “scimmia”, la voglia di piegare, frenare, divertirmi come ho sempre fatto in moto. Sono convinto che chi è motociclista, lo sia per sempre: anche se si è fermi da un po’ basta inforcare una sella perché si riaccenda la lampadina. Solo che ho sempre pensato che questa cosa potesse succedere con una moto, non con uno scooter. Dopo qualche giorno che uso l’Integra non riesco più a definirlo “solo” uno scooter. L’unica definizione che mi sento di dare corrisponde a quella che Stefano ha dato dell’Integra nel suo articolo: è una moto che fa anche lo scooter, che prende qualcosa di buono e/o utile da un mondo e dall’altro. La sera torno a casa con il sorriso, non mi succedeva da tempo.GIORNI 5-6-7Gli accordi prevedevano che avrei restituito l’Integra venerdì… Ok. Diciamo che per mia sfortuna Stefano era in giro per l’Europa per lavoro. Mi sono permesso, quindi, la libertà di far finta di niente. Libero dagli impegni di lavoro, dagli appuntamenti e da tutte le menate che contraddistinguono la settimana, mi “tocca” un week-end lungo per gustare l’Integra come piace a me. Via dalla tangenziale, dal traffico. Torno nell’Oltrepo, là dove mi piaceva andare in moto e dove ho passato tantissimi fine settimana. Ritrovo le mie strade e capisco che l’Integra ha davvero “la moto dentro”. Al punto che mi faccio prendere la mano. Per la prima volta provo la mappa S. Mi piace perché tiene il motore più allegro, aumenta un po’ il freno motore e tiene la marcia un po’ di più tra una curva e l’altra, proprio come farei io. Provo anche la cambiata manuale: bella, ma alla fine proprio come accade quando sono in macchina torno a guidare in automatico. Perché è comodo, troppo più comodo. Per la prima volta inizio a guidare più sportivamente sulle strade che conosco bene, dove ho i miei “riferimenti”. E qui l’Integra mi sorprende, perché piega davvero molto, tanto che riesco a tenere quasi gli stessi ritmi che avevo in moto. Mi fa un po’ impressione piegare così mentre sono seduto comodo come un pascià. È così moto che alla fine è facile farsi prendere la mano, iniziando a chiedere qualcosa di più. Come un doppio disco anteriore, ad esempio, o una forcella più rigida in frenata. Cose che onestamente nell’utilizzo normale non avevo notato ma che qui emergono perché sto guidando in modo molto più sportivo. Ho tempo anche di verificare il consumo: una conferma. Salite, discese, staccate non hanno fatto molto effetto perché il consumo resta sempre più o meno quello: 27 chilometri con un litro. In pratica con meno di due pieni ho passato una settimana dividendomi tra lavoro e svago, tra impegni e divertimento. Questa è sicuramente una delle cose che più mi ha impressionato: memore delle moto che ho avuto (VFR, VTR e KTM erano vere “idrovore”) non pensavo che ci si potesse divertire così tanto, consumando così poco. Ho sempre considerato gli scooter poco più che mezzi di trasporto, ma questa prova mi ha fatto cambiare idea.

 

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