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Prova Vespa Primavera

45 anni dopo il debutto datato 1968, ritorna un nome mitico su una versione dello scooter più famoso al mondo. La nuova Primavera è una ventata di novità nel mondo Vespa, non condivide nulla con la precedente LX, a partire dalle motorizzazioni a due e quattro tempi, da 50 a 150 centimetri cubi. Sempre in acciaio la scocca, elemento distintivo che rende la Vespa unica

Un motore due tempi da 125 cc dentro un compatto e agile telaio della versione 50. Geniale intuizione degli uomini Piaggio, che sul finire degli anni Sessanta hanno dato vita al primo filone sportivo del mondo Vespa. Veloce, rapida nel traffico, una vera icona tra i giovani e non solo, trovava terreno fertile sia per l’estetica accattivante e snella, sia per il piacere di guida. Il 2013 ci racconta la storia di un successo inossidabile, per un prodotto che è oggi brand nel brand. Vespa è trasversale: merchandising, abbigliamento e scooter. Vespa significa 18 milioni di mezzi sparsi nei cinque continenti e una previsione di vendita per l’anno in corso che supera i già ottimi risultati dello scorso 2012.LIVEVespa non accusa il peso degli anni e si conferma un’indiscussa protagonista della mobilità metropolitana. Quattro proposte di motorizzazioni nascoste sotto i fianchi snelli della carrozzeria: 50 2T, 50 4T, 125 e 150 entrambi a quattro tempi. Le due motorizzazioni maggiori adottano la distribuzione a tre valvole e l’iniezione elettronica e sono oggi il caposaldo della produzione di Pontedera, con consumi record prossimi ai 64 km/l viaggiando a velocità costante di 50 km/h e intervalli di manutenzione previsti ogni 10.000 chilometri. I motori sono inseriti nella nota scocca d’acciaio che per Primavera è stata riprogettata: oggi la rigidezza strutturale è superiore e garantisce una qualità di guida migliore, ma soprattutto le nuove dimensioni elevano il comfort di guidatore ed eventuale passeggero. Rinnovato anche il comparto sospensioni: all’avantreno resiste il monobraccio ma la sospensione è stata completamente ridisegnata; dietro il monoammortizzatore ha il precarico regolabile su quattro posizioni. Cambiano le dimensioni dei cerchi, cresciuti a 11 pollici; aumenta la capacità del serbatoio a 8 litri, complice lo spostamento della batteria nel tunnel centrale, aumenta il diametro del tamburo posteriore. Prezzo di partenza di 2.720 euro per la 50 2t; 2.820 la 50 4t; 3.700 la 125 e 3.900 la 150.RIDELa 946 ha fatto scuola, ha definito nuovi parametri stilistici e rivoluzionato schemi. La Primavera è pragmatica, essenziale, commisurata alle esigenze di vita nel traffico. Le sue dimensioni sono un vantaggio oggettivo quando c’è da scegliere che direzione prendere. Giù dal cavalletto centrale – manovra facile e poco faticosa – parto con la motorizzazione 150, indubbiamente la meglio proporzionata a livello di prestazioni, anche se la 125 ha il vantaggio di aprirsi anche a chi non possiede la patente specifica per le due ruote.Bastano pochi metri per percepire una buona rigidità strutturale: l’effetto “Graziella” con il telaio che flette non è assolutamente percepito. La Primavera è “svelta”, anzi agile ma non spaventa chi è alle prime esperienze di guida. Eppure è stabile anche se corre su ruote di sezione non particolarmente generosa: 110 mm davanti e 120 mm dietro. In sella, comoda e poco cedevole, ci si trova facilmente a proprio agio; le ginocchia non arrivano a sfiorare lo scudo anteriore, che nasconde un piccolo vano, e le braccia sono correttamente piegate; anche i piedi, grazie alla pedana orizzontale ridisegnata e ben svasata, stanno comodi e poggiano facilmente a terra. Mi piace la posizione di guida, non mi convincono i comandi al manubrio; apprezzo la facilità di lettura della strumentazione mista analogico/digitale. Scopro una qualità costruttiva di alto livelloche apprezzo anche perché sono letteralmente spariti tutti i particolari in plastica della precedente LX e il vano sottosella può ospitare un casco jet vero.Scatto deciso al semaforo verde, quello della 150, che rispetto alla 125 guadagna – pronti, via! – un paio di metri; il gap tra le due motorizzazioni si svela a partire dai 70 km/h orari, quando la 150, con i suoi “quasi”13 cavalli, conferma la sua superiorità prestazionale, offrendo un contributo utile per vincere senza patemi la prova sorpasso, soprattutto quando le velocità medie cittadine aumentano rapidamente allontanandosi dal centro della metropoli. Buona la risposta dei freni, anche se per ottenere spazi d’arresto contenuti bisogna strizzare con forza la leva di destra che comanda il disco anteriore. In arrivo anche l’ABS, disponibile dal prossimo anno, con una soluzione, a detta dei tecnici, sarà molto interessante e innovativa. Bentornata Primavera!   

 

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