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Brexit: amici sì, uniti mai

Il divorzio ufficiale tra Regno Unito e Unione Europea risale a una manciata di giorni fa. Cosa ci stiamo perdendo? Motoristicamente parlando, moltissimo. Marchi e piloti che hanno fatto la storia prima erano "dei nostri, oggi sono "dei loro". Ecco chi sono

MOTO

Brough Superior

Un marchio extralusso, una sorta di Rolls-Royce delle due ruote, che nel 2019 ha festeggiato cent’anni dalla sua fondazione. Il brand inglese annoverava tra i suoi clienti il colonnello Thomas Edward Lawrence, entrato nella leggenda come Lawrence d’Arabia, che stabilì numerosi record assoluti di velocità e costruì, tra il 1919 e il ’40, circa 3.000 esemplari che oggi valgono una fortuna. Dal 2008 è in mano a Mark Upham, un inglese che si sforzò di immaginare la moto che il fondatore George Brough avrebbe realizzato oggi, con la tecnologia attualmente disponibile, attualizzando il pensiero tecnico e filosofico che lo portò a creare la Brough Superior. Se ancora non l’avete fatto, andate a leggervi la nostra prova esclusiva della Pendine Sand Racer, la Brough Superior ispirata al flat track.

BSA

La Birmingham Small Arms Company, azienda nata come produttrice di veicoli, armi da fuoco ed equipaggiamento militare ricoprì, dalla metà degli anni Trenta fino agli anni Sessanta, il ruolo del più grande produttore al mondo di motociclette grazie anche all’acquisizione di Triumph e Ariel. La gamma comprendeva modelli da 250 a 1000 cc, tutti a quattro tempi: tra i più importanti si ricorda la Blue Star, monocilindrica a valvole in testa di 250, 350 o 500 cc di buone prestazioni, sostituita nel 1938 dalla Gold Star. Nel 1951 acquisì la Triumph ma, il gruppo BSA-Triumph, negli anni Sessanta iniziò a sentire la concorrenza delle case giapponesi e i loro modelli si trovarono a non essere più in linea con le richieste del mercato. Nonostante alcune affermazioni sportive come la 200 Miglia di Daytona del 1971, l’anno successivo si arrivò la chiusura del gruppo BSA, che fu rilevato dalla Norton; quest’ultima decise di mantenere in vita il solo marchio Triumph.

Norton

Fondata a Wolverhampton da James Lansdowne Norton nel 1898, come in molte industrie dell’epoca le moto arrivarono solo in un secondo tempo, nel 1908, dopo un primo periodo di attività nel settore delle biciclette. L’ingresso nella hall of fame del motociclismo avvenne nel 1948, quando la Casa di Birmingham presentò la Dominator, moto che cambiò il corso della storia, col motore bicilindrico parallelo e il telaio della più corsaiola Manx, il famoso featherbed, che diede il via alle customizzazioni artigianali che spianarono la strada alla cultura cafe racer, quando si univa il telaio Norton al motore 650 della Triumph Bonneville, dando vita alle Triton. Malgrado le numerose difficoltà finanziarie, le competizioni furono da sempre il pallino della Casa, tanto che Norton fu la prima moto a stravincere all’Isola di Man, dominando il Tourist Trophy negli anni Venti e Trenta e nel dopoguerra.

Triumph

Emblema di eccellenza in fatto di stile, Triumph è uno tra i marchi più antichi nella storia del motociclismo, che ha attraversato più di un secolo superando guerre mondiali, crisi finanziarie e incendi devastanti, riuscendo ogni volta a rialzarsi. Si narra sia il brand che ha rovinato la vita delle donne: è colpa sua, infatti, se a un uomo basta guidare una moto per acquisire un fascino ribelle e misterioso, a cui conferisce quell’aura di seduzione a cui è difficile resistere. Triumph e, in particolare, la Bonneville T100, è diventata un’icona grazie al film La grande fuga, che ha contribuito a rendere Steve McQueen The king of cool.

 

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