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Le moto mai nate (ma che avremmo voluto guidare)

Progettate, sviluppate e spesso quasi arrivate alla produzione. Poi… bocciate. A volte giustamente, altre volte meno. Ecco qualche esempio

Aprilia Leonardo Ditech 500

Nel 2001 Yamaha lancia il TMax e cambia l’idea stessa di scooter. Aprilia nel 2003, in anticipo su tutti gli altri, sforna la risposta italiana al “performance scooter” giapponese. E lo fa alla sua maniera, cioè spingendo al massimo sull’innovazione. Allora era depositaria della tecnologia DiTech, che porta per la prima volta l’iniezione sul motore 2T (utilizzata per il 50 cc SR) piazzandola in questo caso su un monocilindrico 500.Il risultato? Prestazioni mai viste per uno scooter: 50 cv di potenza, velocità massima di 170 km/h e lo 0-400 coperto in 12,5 secondi, grazie a un cambio CVT programmabile con diverse mappature. E per merito dell’iniezione il consumo dichiarato si ferma a soli 38 km/l. Telaio di alluminio, motore fisso nel telaio stesso (come sul TMax), monobraccio e trasmissione finale a cinghia, per soli 175 kg. All’EICMA il pubblico fu stregato dal progetto Aprilia, veramente avanti per l’epoca, come dimostra il fatto di proporre la strumentazione connessa al cellulare. Nessuno ha potuto verificare i dati dichiarati perché il Leonardo 500 non è mai arrivato dalle concessionarie. La lotta al TMax non si è comunque arrestata perché successivamente il Gruppo Piaggio ha messo in produzione il Gilera GP 800 bicilindrico, poi diventato Aprilia SRV 850. Modelli, però, dal modesto riscontro commerciale.Aprilia Leonardo 500 Ditech

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