Alla fine, Enzo Ferrari e Colin Chapman hanno raggiunto Ferdinand Porsche, Lionel Martin, i fratelli Bentley e i fondatori di Rolls-Royce: destino comune, postumi, un SUV. No, quella di Ferruccio Lamborghini non è una dimenticanza: semplicemente, avendo lui iniziato con i trattori agricoli, forse (ed è bene sottolineare il forse) ci sarebbe arrivato da solo e più volentieri degli altri a un’auto ad assetto rialzato. Ma torniamo a noi: non è che degli sport utility Ferrari e Lotus si sia saputo questa settimana, ne eravamo al corrente già da mesi, però è solo quando certe cose te le trovi davanti che le realizzi davvero.
Il debutto della Eletre a Milano
Ferrari Purosangue e Lotus Eletre, dunque. La seconda è stata portata a Milano per farla conoscere ai concessionari – acquisiti e potenziali – ai giornalisti e agli influencer proprio questa settimana. Il primo impatto? Forte, inutile girarci attorno. E non c’è bisogno di stare a tirare Colin Chapman per la giacchetta ipotizzando sue reazioni positive o negative al cospetto di un’auto con così tanti kg addosso che Chapman stesso ne avrebbe fatte 4, di macchine, con tutto quel peso. I tempi cambiano, senza SUV non vai da nessuna parte, se non a schiantarti, e l’elettrico è la scelta obbligata (dalla legge).
Linee molto elaborate
Cinque metri e dieci centimetri di carrozzeria, spalmati su 3 metri e 2 centimetri di passo, per una larghezza di 2,23 m (compresi gli specchietti) e un’altezza di 1,63 m possono fare un solo effetto: soggezione. È vero che siamo abituati al gigantismo delle auto moderne, ma così tanta carrozzeria fa molto effetto anche nel 2022. C’è da dire inoltre che il team di designer di Lotus non ha fatto molto – non era evidentemente nelle intenzioni – per dissimulare l’ingombro. Le linee sono decise e sono parecchie. Già nel frontale spicca la grandissima “bocca” al di sotto dei gruppi ottici. Dietro alle ruote anteriori si aprono enormi sfoghi dell’aria, così come dietro a quelle posteriori. Sopra al lunotto non si può non notare invece lo spoiler sdoppiato, che ha una precisa funzione aerodinamica, ovviamente, ma che ha anche un grande impatto visivo.
Ma quindi com’è la Eletre?
Il giudizio? Come sempre, è inutile sbilanciarsi troppo: l’estetica attiene ai gusti personali. Anzi, oggi come oggi ha ancora meno senso dare un “voto” alla linea di un’auto perché il design deve rispondere alle esigenze di un pubblico ben più ampio ed eterogeneo rispetto a quello di un tempo. O meglio: anche prima capitava che ci fossero auto destinate ai mercati di tutto il mondo, o poco meno. La differenza è che fino a 10/15 anni fa l’Europa era centrale nelle strategie delle Case auto. Oggi lo è molto meno: la Cina (ricordiamo che Lotus appartiene al Gruppo Geely, cinese guarda caso) è cresciuta esponenzialmente (anche) nel settore automobilistico e non si può non tenere conto dei gusti dei suoi cittadini. Che sono molto lontani dai nostri. Ok, questa è diplomazia allo stato puro. Vengo al dunque: forse per i nostri canoni la Lotus Eletre è un filo troppo elaborata nelle forme e, vista lateralmente, fa notare tutta la sua stazza.
Dentro, un salotto per quattro
Quattro poltrone singole, ognuna dotata di tutti i comfort. Anche questo concetto suona molto strano per una Lotus, ma anche qui occorre ricordare che, per quanto noi tutti siamo follemente innamorati di macchine leggere ed essenziali come la Elise, con la Elise e basta (e simili) sei destinato a fallire. Ben vengano dunque gli schermi touch, davanti e dietro, e fa piacere constatare che in Lotus non si siano dimenticati dell’ergonomia: i comandi fisici non spariscono del tutto e facilitano la gestione delle funzioni fondamentali. Più avanti arriverà anche la versione a 5 posti.
Un piccolo ripasso sui numeri
Prima di chiudere, un ripasso sulla scheda tecnica della Lotus Eletre e non si può non cominciare dalla batteria, che offre una capacità oltre i 100 kWh, per un’autonomia nell’ordine dei 600 km; l’architettura elettrica è a 800V, il che significa ricariche a grande potenza. Quanto alla potenza e coppia, siamo al di sotto di quota 1.000, seppur di poco: 905 CV e 985 Nm. Il peso? Attorno ai 2.000 kg. 2,95 secondi è il tempo per accelerare da 0 a 100 km/h, 265 km/h la velocità massima.