Prima di giudicare, provare in prima persona. Vale in generale nella vita, vale per le auto, Abarth 500e compresa. Eppure è difficile, per non dire impossibile, mantenere il distacco e non farsi un minimo influenzare dal pregiudizio quando c’è di mezzo la rinuncia a un pezzo importante della storia di un marchio. Il pezzo in questione è il motore a benzina e tutto quello che gli gira attorno: il sound di scarico in primis, ma anche l’erogazione, il cambio (manuale), ecc..
Ecco perché, non appena Abarth ha presentato la 500 elettrica, un’irrefrenabile voglia di Abarth 500 (595 o 695, ma il succo è quello) è cresciuta dentro di me. La scelta è ricaduta sulla Abarth 695 Tributo 131 Rally (omaggio all’Abarth 131 Rally che nel 1982 ha corso la sua ultima gara in un mondiale rally), che alla “schitarrata” e al sound artificiale dell’elettrica ribatte con il borbottio minaccioso dello scarico Monza, con i terminali, due per parte, sovrapposti.
Questione di numeri
Ancora un breve cenno all’Abarth 500e, poi, promessa, staremo sulla prova della Abarth 695. A far pendere l’ago della bilancia verso il motore a scoppio sono anche i numeri: 155 CV contro i 180 CV della 695, 235 Nm contro 250. Il tutto, a fronte di un peso che è decisamente più basso nel caso della 695. A garantire questi numeri è il 1.400 turbo a benzina, che è una vera e propria istigazione ad andar forte: una pressione sul pulsante dello Scorpione, modalità di guida più sportiva accesa ed ecco che la reattività al pedale del gas aumenta e la sonorità di scarico si fa ancor più accentuata. Impressionante la spinta, che è meglio non trascurare mai: le velocità che si sviluppano – nel giro di pochi istanti – sono da Codice Penale.
Impressionante la spinta, che è meglio non trascurare: le velocità che si sviluppano – nel giro di pochi istanti – sono da Codice Penale.