La Suzuki Motor Fest ha radunato a Misano Adriatico, sa in pista sia nel paddock del circuito Marco Simoncelli, più di 2000 appassionati del marchio giapponese: motociclisti e automobilisti, uniti dalla voglia di divertirsi e di passare una giornata all’insegna dei motori. Alla presenza dei campioni del mondo Suzuki Kevin Schwantz, Franco Uncini e Marco Lucchinelli, i partecipanti hanno potuto guidare in pista moto e auto, in particolare 103 moto, tra cui le eterne e rimpiante GSX-R, e 51 Swift Sport. Molto suggestiva la parata con ben 550 moto e 110 auto. Ai test ride della gamma hanno partecipato 150 motociclisti, mentre più di 50 hanno provato la GSX-S125 in un’area dedicata. Divertimento assicurato anche per la skid car, come per i test auto sulle colline vicine al circuito.
Spazio all’amarcord con l’area “Due tempi bei tempi”, con oltre 50 repliche delle moto Suzuki campioni del mondo, con l’amato odore di olio bruciato a farla da padrone. Spazio anche a Mirco Bettini, vincitore con la V-Strom 800DE del Lamas Rally in Marocco.
Una sorpresa ha però inaugurato la giornata, perché dal palco della festa il presidente di Suzuki Italia Massimo Nalli ha svelato la versione “Cup” della Suzuki GSX-8R, la media sportiva carenata di derivazione GSX-8S. L’obiettivo? Innanzitutto offrire ai clienti più esigenti una moto pronta per la pista, pur senza stravolgimenti. E poi preparare il terreno per un trofeo monomarca, che a questo punto dovrebbe andare in scena fin dal prossimo anno. Intanto forse non tutti sanno che la Suzuki GSX-8R ha già vinto negli USA una tappa del campionato MotoAmerica nella categoria Twins Cup vedendosela con Aprilia RS660 e Yamaha R7. Un’ulteriore certificazione di come il germoglio della competizione possa sbocciare anche su moto più semplici delle ormai inarrivabili Superbike.
Al momento parliamo di un prototipo, con tanti dettagli ancora da definire, ma gli interventi sono tanti. La moto in versione Cup può contare sul bicilindrico in linea di 776 cc, con distribuzione 4 valvole per cilindro e valori di potenza e coppia massime inalterati rispetto al modello di serie: 83 CV a 8500 giri/min e 78 Nm a 6800 giri/min. Le modifiche, quindi, non interessano il motore. Alcuni interventi sono focalizzati sulla posizione di guida e sugli accorgimenti necessari per l’uso in pista: spazio, quindi, alle pedane regolabili in Ergal ricavate dal pieno; ai semimanubri sportivi, accoppiati alla protezione delle leve; al kit paracarter, completato da carene in vetroresina più leggere e meno costose delle originali. Il tappo del serbatoio racing, la luce posteriore da accendere in caso di pioggia e il paracatena contribuiscono a caratterizzare la moto in senso più sportivo.
Non potevano mancare i tubi freno in treccia metallica e una bella pulsantiera racing che sostituisce efficacemente il blocchetto sinistro. Addio anche alla chiave di contatto, mentre la strumentazione resta invariata.
Ma il grosso del differenziale tecnico è merito dello scarico Akrapovic, del monoammortizzatore Öhlins e della cartuccia idraulica per la forcella, interventi in grado di cambiare il comportamento dinamico della Suzuki GSX-8R Cup.
Quattro Suzuki GSX-8R Cup ci aspettavano nel box stampa, pronte per un primo rapido test. Per cogliere le differenze rispetto al modello standard ho affrontato il primo turno con la GSX-8R di serie, per poi verificare le differenze qualche minuto dopo rispetto alla versione Cup. Ciò che emerge è la radicale differenza di assetto, che per la Cup significa trasferimenti di carico molto inferiori e un notevole equilibrio generale. La posizione di guida resta quella più che accogliente della GSX-8R, ma in questo caso c’è la possibilità di personalizzare altezza e avanzamento delle pedane, fattore certamente non secondario. I tecnici Suzuki sono intervenuti rapidamente per adattare la moto alla pista, togliendo precarico davanti e aumentando dietro. Efficace la frenata, facile la gestione della pulsantiera racing, che permette con due tasti di modificare il livello del controllo di trazione. Ed emozionante il suono allo scarico, decisamente più racing di quello di serie, senza contare i vantaggi sul peso della moto. Peccato che il motore non sia stato toccato: con i suoi 83 CV e 78 Nm è generoso ma su una pista MotoGP come Misano paga pegno.