All’inizio degli anni 2000 ci vollero ben cinque anni prima che la DR-Z400 venisse declinata in versione motard. Per il 2025, invece, con la nuova generazione Suzuki ha deciso di fare tutto in una volta sola, presentando contemporaneamente alla nuova dual sport anche la DR-Z4SM.
La base tecnica è la stessa, con il monocilindrico da 398 cc e 38 CV inserito in un telaio in acciaio, sospensioni regolabili e un’lettronica semplice, ma completa per la categoria: ride by wire, mappe motore, controllo di trazione e ABS. Per tutti i dettagli in merito, vi rimandiamo all’articolo dedicato alla DR-Z4S, che potete leggere cliccando qui.
Modifiche in ottica motard
A cambiare sulla Suzuki DR-Z4SM sono innanzitutto le ruote: al posto dell’accoppiata 21-18”, troviamo naturalmente due cerchi da 17”, con equipaggiate delle Dunlop Sportmax Q5A: una classica 120/70 all’anteriore e una snellissima 140/70 al posteriore.
Diverso anche l’impianto frenante anteriore che, a parità di pompa assiale e pinza Nissin a due pistoncini, può contare su un disco flottante da 310 mm, al posto di quello fisso da 270 mm della dual sport.
Pure le sospensioni, esternamente identiche, sono diverse sulla Suzuki DR-Z4SM. Non solo l’assetto è più sostenuto nell’ottica di una guida più sportiva su asfalto, ma l’escursione è leggermente inferiore: 260 mm all’anteriore e 277 al posteriore, rispettivamente -20 e -19 mm. Come conseguenza della diversa ciclistica, cambiano anche l’altezza della sella – 890 mm anziché 935 mm – e il peso in ordine di marcia, pari a 154 kg (+3).
Infine, anche gli aiuti alla guida sono differenti. Il traction control ha gli stessi tre livelli selezionabili, ma la modalità G, che sta per “Gravel”, sulla SM è leggermente più conservativa; l’ABS, invece, è disinseribile solo al posteriore.