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HJC RPH A60 – prova

In questo nuovo Sotto la Lente ci lanciamo alla scoperta dell'ultima novità della Casa coreana HJC: il casco RPH A60

Protagonista di questo nuovo Sotto la lente che vede come teatro il mottarone è un prodotto particolarmente atteso dagli amanti del brand HJC: il nuovo HJC RPH A60.

Come si può intuire dalla forma, si tratta di un casco dedicato prevalentemente alle moto adventuring e alle crossover, a suo agio sia nei trasferimenti autostradali sia nei tratti fuoristrada di media difficoltà, tipicamente su sterrati e strade bianche.

Un altro prodotto, dunque, che va ad aggiungersi al ricco catalogo della casa HJC. Ma riuscirà l’RPH A60 a replicare le doti di comfort e qualità dello sport-tourer RPH A71 e del modulare RPH A91?

L’RPH A60 è un casco che si rivolge al mondo touring e, in particolare, a tutti i possessori di crossover ed endurone da viaggio che sono alla ricerca di un casco adventure, comodo per le lunghe trasferte autostradali, ma che all’occorrenza permetta di affrontare sterrati e strade bianche.

Questo è possibile grazie all’eccellente ventilazione, alle doti di leggerezza e alla possibilità di utilizzarlo con una mascherina tradizionale, smontando la visiera senza attrezzi.

Si tratta di un casco top di gamma, di fascia premium, per usare un termine caro ai motociclisti. La casa coreana ha adottato una collaudata procedura costruttiva chiamata Premium Integrated Matrix Evo: un “panino” di fibre composite disposte su sei strati, un processo ampiamente utilizzato nell’industria aeronautica e nelle corse, per la sua resistenza agli impatti e leggerezza. È omologato secondo la recente normativa ECE R 22.06, attualmente la più restrittiva per i caschi.

L’RPH A60 è realizzato in quattro misure di calotta, che coprono sei taglie: dalla XS alla 2XL, per circonferenze della testa dai 54 ai 63 cm. Come tutti i modelli della casa coreana, è testato nella galleria del vento. Il design aerodinamico della calotta, nonostante il frontino, riduce la resistenza all’aria e garantisce stabilità ad alta velocità.

Gli interni sono realizzati in un raffinato tessuto antibatterico, che favorisce l’asciugatura e la traspirazione. Naturalmente, sono estraibili per agevolare il lavaggio e sono anche compatibili con le astine degli occhiali da vista o da sole. I guanciali sono disponibili in diverse taglie e quindi sostituibili, per ottimizzare la calzata del casco in base alla conformazione della testa. Il casco è dotato anche di due linguette per la rimozione rapida in caso di emergenza: un ulteriore elemento di sicurezza.

Il sistema di ritenzione è quello tipico dei caschi di alta gamma: il doppio anello in titanio, che consente una regolazione fine, come è lecito aspettarsi da un casco di fascia alta. Il sistema di aerazione è uno dei punti forti di questo casco adventure, perché in off-road si suda… e parecchio. Troviamo tre grosse prese d’aria frontali – una sulla mentoniera e due sulla parte superiore della calotta – e quattro grossi estrattori posteriori, che convogliano calore e umidità verso l’esterno.

La visiera dell’RPH A60 è predisposta per il sistema antiappannante Pinlock, incluso nella confezione. Non manca, come in tutti i modelli evoluti della casa, il visierino parasole DMS – Dynamic Multistep: scende sul viso e avanza fino a 10 mm, permettendo regolazioni in base alla morfologia del volto e alle preferenze dell’utente. Inclusa nella scatola troviamo anche una visiera più lunga, da montare al posto di quella originale, per trasformare l’RPH A60 in un casco da street fighter.

L’HJC RPH A60 è predisposto per i dispositivi di comunicazione della casa, i Smart HJC 50B e 21B, sviluppati con Sena. Sono perfettamente integrati nella struttura del casco, per ottimizzare il bilanciamento durante la guida.

Il peso dichiarato per una taglia M è di 1550 grammi (±50g) senza frontino. Sulla nostra bilancia abbiamo rilevato 1619 g, quindi in linea con quanto dichiarato. I prezzi partono dai 499 € per la versione monocolore (come la Sand, protagonista della nostra recensione) e arrivano fino a 579 € per le versioni con grafiche più complesse.

HJC RPH A60

HJC RPH A60 Come si comporta

Partiamo dalla calzata, forse l’aspetto più importante quando si prova un casco. Diciamo subito che indossandolo non ci sono punti di pressione: veste molto bene e aderisce come si deve al viso. Il merito va anche alle diverse calotte disponibili: avere più calotte significa offrire un fit più compatto e specifico per ogni taglia. Un vantaggio non solo estetico, ma anche per il comfort e la calzata, evitando imbottiture eccessivamente voluminose.

Parlando di imbottiture, ricordiamo che il rivestimento antibatterico fa il suo lavoro, facilitando l’evaporazione del sudore e limitando il surriscaldamento. La ventilazione è un altro fattore fondamentale, soprattutto se avete in mente mete esotiche come il Marocco, oggi molto di moda tra gli adventurer.

La ventilazione è facilmente gestibile grazie alle grosse prese d’aria a saracinesca, comode da usare anche con i guanti. Si può regolare il flusso in base al meteo, garantendo una buona areazione anche nelle giornate più afose o durante un’intensa attività fisica, come quella richiesta dalla guida off-road.

Sono rimasto impressionato dalla stabilità del casco ad alta velocità. Il frontino, sviluppato in galleria del vento, è esente dal cosiddetto “effetto shimmy”: non si avverte alcuno sbacchettamento.

La visiera dell’RPH A60 offre un eccellente campo visivo, ideale per la guida in fuoristrada. Anche il visierino parasole è lungo il giusto, non interferisce con la visuale e ha una gradazione corretta. All’occorrenza, è possibile rimuovere la visiera senza attrezzi per montare una mascherina da motocross.

Tra le caratteristiche più interessanti, c’è anche la possibilità di rimuovere il frontino senza pezzi aggiuntivi, semplicemente svitando due viti. Anche la visiera si rimuove con un semplice “tac tac”.

Il meccanismo di chiusura con doppio anello resta una garanzia: magari non il più comodo per l’uso quotidiano, ma perfetto per chi macina chilometri con ogni condizione meteo. Permette una regolazione precisa del cinturino, anche con collari o colli giacca ingombranti.

L’insonorizzazione è di buon livello, direi nella media per questa categoria, e non si avvertono spifferi nella zona di chiusura della visiera.

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