Un’auto che fuma non è mai un buon segno, ma il colore del fumo che esce dallo scarico può dire molto su cosa sta succedendo sotto il cofano. Bianco, blu, nero o grigio: neanche fossero i segnali di fumo degli Apache, le varie sfumature di colore raccontano storie diverse. Alcune sono per esempio indice di malfunzionamenti del motore, altre parlano di problemi di alimentazione. Imparare a riconoscere il loro significato può aiutare a intervenire tempestivamente, evitando guasti più gravi (e spese salate). Vediamo allora in dettaglio cosa può indicare ciascun colore del fumo.
Fumo bianco: finché è condensa, ok, altrimenti sono guai…
Dimenticate l’Habemus Papam legato al celebre comignolo del Vaticano. Un po’ di fumo bianco allo scarico, soprattutto al primo avviamento a freddo, è spesso innocuo: è solo vapore acqueo dovuto alla condensa nei tubi di scarico, che scompare dopo qualche minuto. Se però la fumosità bianca persiste anche a motore caldo e ha un odore dolciastro, potrebbe indicare la presenza di liquido refrigerante che entra nella camera di combustione. In questo caso il sospettato numero uno è la guarnizione della testata danneggiata. Occhio: è un guasto serio! Sottovalutare la questione può portare al surriscaldamento del motore, a danni ingenti e a riparazione costose.

Fumo blu: olio bruciato, un brutto segnale di usura
Il fumo blu è invece un chiaro indizio di olio motore che brucia all’interno dei cilindri. Le cause possono essere diverse: fasce elastiche consumate, problemi alla distribuzione o un eventuale turbocompressore difettoso nei motori sovralimentati. In tutti i casi, significa che l’olio sta filtrando dove non dovrebbe. Con il passare dei chilometri questa fuoriuscita comporta il rischio di abbassare il livello nel carter e di provocare danni al motore per mancanza di lubrificazione. Con questo tipo di fumosità è meglio far controllare l’auto al più presto.
Fumo nero: troppa benzina o gasolio
Un’auto che emette fumo nero allo scarico ha di norma un problema di miscela troppo ricca, cioè brucia più carburante del necessario. È tipico dei motori diesel, ma può verificarsi in misura minore anche nei propulsori a benzina. Le cause? Un filtro dell’aria intasato, iniettori difettosi, sensori malfunzionanti o un sistema di iniezione non in perfetta forma. Oltre a inquinare di più, un motore che fuma nero consuma anche più di quando dovrebbe. Meglio intervenire subito, per evitare danni al filtro antiparticolato o alla valvola EGR.

Fumo grigio: il più difficile da decifrare
Il fumo grigio è il più insidioso, sostanzialmente perché è il meno facile da diagnosticare. Alla sua origine possono esserci problemi molto diversi. Potrebbe rivelare a sua volta un consumo anomalo d’olio, oppure di nuovo un malfunzionamento del turbocompressore. Non si può però escludere nemmeno un problema al sistema di ventilazione del basamento. Nei motori diesel può anche essere legato a rigenerazioni incomplete del filtro antiparticolato (DPF). In alcuni casi, il fumo grigio può anche essere confuso con quello blu o nero, perciò è bene affidarsi a un meccanico per una diagnosi precisa.
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