La sicurezza dei motociclisti continua a essere una priorità per la Federazione Motociclistica Italiana, impegnata da anni su più fronti per ridurre rischi e conseguenze degli incidenti. L’obiettivo si sviluppa su due linee parallele: da un lato la collaborazione con le istituzioni per sollecitare interventi sulle infrastrutture, dall’altro una costante attività di sensibilizzazione rivolta a chi utilizza la moto ogni giorno o in ambito sportivo.
Tra i messaggi ribaditi dalla FMI, uno è particolarmente chiaro: partecipare ai corsi di guida sicura e adottare protezioni passive di alto livello può fare la differenza. I dati raccolti dalla Federazione parlano chiaro: tra il 2018 e il 2024 la riduzione della gravità delle lesioni in pista è stata significativa, grazie all’introduzione di dispositivi più avanzati e a regolamenti sportivi che hanno innalzato il livello di protezione obbligatorio.
L’efficacia degli airbag: un’evidenza che arriva dalla pista
L’esperienza maturata nei campionati italiani conferma quanto gli airbag stiano contribuendo alla riduzione delle forze d’impatto. Nelle discipline della Velocità l’utilizzo di questi sistemi è diventato parte integrante dell’equipaggiamento, sempre in abbinamento ai protettori rigidi interni. Alcuni modelli ampliano la protezione a spalle, fianchi e collo, rendendo la barriera contro i traumi ancora più estesa.
L’utilità dell’airbag non riguarda soltanto chi compete: la sua efficacia si traduce in maggiore tutela anche negli spostamenti quotidiani, su percorsi cittadini o extraurbani. Un dispositivo pronto ad attivarsi quando serve, capace di assorbire una parte significativa dell’energia che in caso di caduta verrebbe trasmessa al corpo.

I modelli omologati dalla FIM: l’elenco aggiornato
La Federazione Motociclistica Internazionale ha pubblicato l’elenco aggiornato al 21 novembre 2025 dei modelli di airbag omologati. Si tratta di un censimento basato sull’autocertificazione dei produttori, che devono rispettare i criteri minimi stabiliti dalla FIM. Le categorie non corrispondono ai livelli prestazionali, ma ai diversi contesti di utilizzo: pista, fuoristrada, strada, turismo, adventure.
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Scarica il documento aggiornato al 21 novembre 2025
Si tratta di un riferimento utile sia per i piloti sia per chi sceglie una protezione avanzata da utilizzare ogni giorno.
Un invito alla responsabilità per tutti i motociclisti


La FMI ribadisce la propria raccomandazione: utilizzare l’airbag in ogni tipo di uscita, dalla strada al fuoristrada, fino alle gare. Per garantire il massimo livello di protezione, comunque, è fondamentale seguire con attenzione le istruzioni presenti nei manuali forniti dai produttori.
In un’epoca in cui i dispositivi elettronici e i materiali evoluti stanno innalzando gli standard di sicurezza, l’airbag rappresenta uno dei progressi più significativi per chi si muove su due ruote. La tecnologia è ormai matura, diffusa e accessibile: una scelta consapevole, che può incidere concretamente sulla riduzione delle conseguenze di una caduta.
–Leggi anche la nostra guida “I migliori airbag da moto“–
Airbag moto: come funzionano
Come funziona un airbag per motociclisti
Il principio è simile a quello degli airbag automobilistici, ma con una logica d’attivazione completamente diversa. I sistemi si dividono in due grandi categorie
– Airbag meccanici (a cavo): si attivano quando il cavo che li collega alla moto viene strappato e non richiedono batterie o componente elettronica.
- Pro: semplicità, costo più contenuto, manutenzione minima
- Contro: tempi di attivazione più lenti, protezione meno evoluta nelle situazioni dinamiche complesse
– Airbag elettronici (con sensori e algoritmi): utilizzano accelerometri, giroscopi, talvolta GPS e rilevano, in millisecondi, movimenti anomali o variazioni improvvise di accelerazione.
- Pro: attivazione rapidissima, protezione più ampia, capacità di riconoscere scenari di rischio molto diversi
- Contro: richiedono ricarica, aggiornamenti firmware, manutenzione più strutturata
I principali tipi di airbag



Gli airbag moderni differiscono per architettura e volume protettivo
- Gilet esterno: indossato sopra la giacca, consente attivazione immediata e facilità di gestione
- Gilet interno: più integrato nell’abbigliamento, spesso preferito per lo sport
- Giacca con airbag incorporato: soluzione molto comoda per l’uso stradale
- Airbag racing dedicati alla pista: volumi maggiori su torace, clavicole, spalle e dorso; pensati per velocità elevate
Cosa cambia tra strada, fuoristrada e pista
- Strada/turismo: priorità a comfort, capacità di utilizzo quotidiano, resistenza all’acqua e facilità di ricarica
- Adventure/Maxienduro: protezioni più estese, materiali più robusti, sistemi in grado di gestire sollecitazioni dovute a impatti irregolari trasmessi dal terreno
- Pista: attivazione ultrarapida, tempi di gonfiaggio brevissimi, volumi maggiori sulle parti critiche. È il comparto che guida l’evoluzione tecnologica
Come si sceglie un airbag
Possono essere identificati alcuni parametri oggettivi, che devono essere considerati insieme alla destinazione di utilizzo dell’airbag, in grado di orientare la scelta al momento dell’acquisto:
- Velocità di attivazione: parametro cruciale, soprattutto per chi guida su strada e pista
- Volume protettivo: maggiore copertura uguale minori energie trasmesse al corpo
- Compatibilità con la propria giacca: importante, soprattutto per i modelli interni
- Autonomia della batteria (modelli elettronici): indicativa dell’uso turistico/lungo raggio
- Possibilità di sostituire o ricaricare le cartucce: utile per rimettersi rapidamente in sella dopo un’attivazione
- Certificazioni: riferimento alla norma EN 1621-4 e all’elenco FIM per chi cerca la massima affidabilità
La manutenzione: cosa bisogna sapere
- Controlli periodici previsti dal produttore (da annuali a biennali)
- Verifica dello stato della batteria e aggiornamenti software nel caso dei modelli elettronici
- Sostituzione delle cartucce CO₂ o dei sistemi pirotecnici dopo ogni attivazione
- Pulizia e asciugatura corrette, evitando calore diretto o solventi
Quanto protegge davvero un airbag? I dati raccolti in pista
Negli ultimi anni le competizioni sono diventate un vero laboratorio di ricerca. I campionati nazionali — e in particolare la Velocità — hanno permesso di raccogliere un’enorme quantità di informazioni sugli incidenti, sulle dinamiche e sulle lesioni. Ecco cosa è emerso.
Riduzione della gravità degli impatti
L’introduzione sistematica dell’airbag, combinato con protezioni rigide di livello 2, ha portato a una riduzione marcata delle forze trasmesse al corpo. I casi di traumi gravi a torace e clavicole si sono ridotti in modo significativo, perché l’airbag assorbe una parte importante dell’energia d’urto prima che raggiunga lo scheletro.
Protezione ampliata su più aree del corpo
Molti modelli racing proteggono torace, parte alta della schiena, clavicole, parte delle spalle, collo e fianchi (nei sistemi più avanzati). Questo incremento della copertura ha ridotto l’incidenza di microfratture e lesioni da compressione, tipiche delle cadute ad alta velocità.
Attivazione in scenari complessi
Gli algoritmi evoluti degli airbag elettronici hanno dimostrato di riconoscere situazioni critiche prima ancora che il pilota percepisca la perdita di controllo — come high-side o low-side improvvisi — attivandosi in poche decine di millisecondi.
Il risultato è una protezione efficace non solo nel momento dell’impatto, ma anche nelle fasi successive della caduta, quando il corpo può rimbalzare o rotolare più volte.
Un beneficio che vale anche fuori dalla pista
L’efficacia osservata in ambito sportivo ha spinto la Federazione a diffondere l’utilizzo degli airbag anche tra i motociclisti urbani e turistici.
Le dinamiche sono diverse, ma la protezione del torace, del collo e delle clavicole si rivela determinante anche negli impatti a velocità moderata, frequenti nel traffico cittadino o nei trasferimenti extraurbani.
Perché i dati sportivi contano
La pista rappresenta il contesto ideale per testare gli airbag poiché consente un’alta ripetibilità delle condizioni, una telemetria avanzata e il monitoraggio costante di piloti e mezzi.
Questa combinazione permette di valutare con precisione come e quando si attivano i sistemi, quali zone proteggono meglio e quali miglioramenti introdurre nelle versioni stradali.




