Terzo anno ai nastri di partenza della GF Scott e nuova sfida per il team RED Ciclismo: questa volta il racconto è affidato a un esordiente, Marco Nava.
Ancora non capisco come il Team Red sia riuscito a convincermi a partecipare alla Gran Fondo Scott di Piacenza, in una prima domenica di settembre fresca e umida. Sarei stato volentieri sotto le coperte, soprattutto perché ho passato la notte in bianco e la sveglia era puntata alle 4.45…
Nonostante la mia condizione, aggravata dall’assenza di allenamento in settimana – il piede sinistro ha pensato bene di gonfiarsi e dolere senza apparente motivo -, sono presente in griglia, ospite degli amici di Scott, insieme a Fabio Banfi e a Edoardo Margiotta, le punte di diamante di RED, veterani di questa ben organizzata manifestazione. Non sono teso prima della partenza: le mie paure, i dubbi e le curiosità sono motivo di crisi nervose per i miei due compagni di team nei giorni precedenti alla gara, bombardati dai miei messaggi di chiarimento. Già, perché per noi è una gara vera e propria, altro che giro domenicale senza stress e senza traffico, noi andiamo per conquistare le posizioni più prestigiose. Non io, a dire il vero, dato che ho pochissima esperienza in queste manifestazioni. Però mi piace stare in squadra con i forti veri.
Ore 9, si parte! Sfilo lentamente sotto i gonfiabili con gli altri iscritti e, appena arrivato sulla strada principale, seguo i consigli di Edo e Fabio: pedalo come se non ci fosse un domani. La prima parte del percorso si srotola lungo la tangenziale sud di Piacenza, lungo una quindicina di chilometri in cui il mio cuore non scenderà mai sotto i centosessanta battiti al minuto e la velocità sarà sempre superiore a 40 km/h. Nonostante questo vedo il primo gruppo che si allontana inesorabilmente con Edo e Fabio, ovviamente, che ne fanno parte. Fabio è praticamente in testa quando buca: lo vedo accostare mestamente sulla destra dopo soli cinque chilometri di gara. Narra la leggenda che non bucasse da tre anni ma, tant’è, gara finita.
Questo episodio mi carica improvvisamente di una responsabilità “etica”, se mi passate il termine: devo cercare di non sfigurare troppo rispetto a Edo, tentando di portare più in alto possibile il nome di RED. Do tutto nel primo tratto che, molto velocemente, attraversa Besurica, Ponte Tuna e Gazzola. Da qui la strada inizia a salire fino al passo Caldarola, tratto nel quale guadagno parecchie posizioni grazie al mio fisico da scalatore. Spingo e mi gestisco, spingo ancora e recupero un poco di fiato, riparto all’attacco e mi alzo sui pedali quando sul computer vedo pendenze oltre il 12%, sorpassando un sacco di gente. Poi scoppio e mi ripassano tutti quelli che avevo superato, in un’altalena di posizioni che si ripeterà più volte.
Capisco che la tattica non è quella giusta e decido di affrontare la gara con maggior costanza. Dopo il passo c’è il bivio tra percorso lungo e medio, proprio quello che avevo scelto prima della partenza. Da qui inizia un tratto vallonato meraviglioso che accarezza i colli piacentini, portandomi in poco tempo ad Agazzano, località posta a circa venticinque chilometri dal traguardo di Piacenza Expo. Attingo ancora dalla cesta di consigli dei miei capitani, scegliendo un gruppo che mi possa portare a braccetto negli ultimi venti chilometri piatti e noiosi, con il tachimetro fisso a quaranta orari. Così in venti audaci martelliamo di brutto dandoci qualche cambio e, sotto le prime gocce di pioggia cadute durante la gara, tagliamo il traguardo insieme.
Arrivo al 263mo posto su 763 e, nel mio piccolo, lo reputo un ottimo risultato. Edoardo, da gran capitano, arriva 35mo assoluto, esattamente venti minuti prima di me. Un giorno lo batterò, probabilmente in un’altra vita.
Cosa mi è piaciuto:- l’organizzazione impeccabile della GF Scott, i vari presidi lungo il percorso e la sicurezza in generale.Cosa non mi è piaciuto:- le strade dissestate, soprattutto in alcuni tratti di discesa.
Un grazie particolare a Eleonora Arrigoni di Scott Sports per l’invito e per il supporto.Foto Studio 5