Dieppe. In questa città adagiata sulle coste della Normandia nascono tutte le vetture più sportive con la losanga sul cofano. Le Renault Sport escono tutte da qui, 37.000 nel 2014, partite per le strade, e le piste, di tutto il mondo. Per Renault il motosport è fondamentale; non è solo questione di immagine, ma è anche legato a doppio filo alla produzione. Dalle gare alla strada e dalla strada alle gare, questo è il motto della Regie, applicato a vetture storiche come la R8 Gordini o alla stessa A110 Alpine di cui presto potremo guidare l’erede. Formula uno, Formula E (il campionato per vetture elettriche che Renault ha vinto quest’anno), ma anche Rally, trofei monomarca su strada e in pista. L’impegno di Renault Sport è davvero a tutto campo e a dimostrazione che il motto sopra citato non è una sparata del marketing, arriva la nuova Clio RS 220 Trophy, evoluzione in chiave ancora più racing della RS 200 EDC e base di partenza ideale per correre nei Rally e nei trofei.LIVEPreparata dal reparto Renault Sport, la nuova Clio RS 220 Trophy è realizzata a tiratura limitata e numerata, la compatta sportiva transalpina beneficia di 20 cv supplementari e di un kit tecnico ispirato alle competizioni.Sotto il cofano pulsa il noto 4 cilindri in linea 1.6 turbo 16V a iniezione diretta di benzina, che passa da 200 a 220 cv e dotato di 280 Nm di coppia a 2.500 giri. Prestazioni ottenute grazie a modifiche al sistema di sovralimentazione, all’aspirazione e allo scarico. Pompato sì, ma sempre molto pulito e civile, visto che anche questo motore è omologato Euro 6 grazie anche al sistema Start&Stop. Dati, questi ultimi, che probabilmente non interesseranno molto agli smanettoni dei track days, ma che sottolineano come per quanto spinta la Clio RS 220 Trophy resta una vettura utilizzabile su strada.Molto più pruriginose, invece, le altre novità, a partire da quelle della trasmissione a doppia frizione EDC a 6 rapporti, resa più rapida nelle cambiate del 40% nelle modalità di guida Normal e Sport, del 50% optando per il programma Race. Trasmissione che ora è migliorata nei comandi (più corta la corsa dei paddle al volante), consente anche le scalate multiple e si dota del launch control. Curioso invece che Renault non abbia dotato la Clio RS220 di un differenziale autobloccante.Rispetto alla RS “vulgaris”, l’assetto è ribassato di 20 mm all’avantreno e 10 mm al retrotreno; assale posteriore che beneficia inoltre di molle irrigidite del 40%. Gli affinamenti riguardano anche lo sterzo, reso più diretto, e all’abitacolo, caratterizzato dal Trophy Pack che include i sedili sportivi rivestiti in pelle e le finiture carbon look per le bocchette d’aerazione, la leva del cambio e le maniglie.L’impronta racing si rafforza grazie ai cerchi in lega da 18 pollici abbinati a pneumatici Michelin Pilot Super Sport 205/40-18 e alla disponibilità del sistema di telemetria RS Monitor 2.0 con funzione RS Replay. Dispositivo che consente di creare e scaricare i circuiti, visualizzando mediante una cartina e riutilizzando i dati registrati durante le sessioni in pista. La nuova Clio RS 220 Trophy costa 25.900 euro; vale a dire 2.100 euro in più rispetto alla “base” 1.6 Turbo RS EDC da 200 cv. Con un kit da 72.000 euro la RS220 Trophy si trasforma nella R3T da 240 cavalli che corre con successo nei campionati nazionali Rally.DRIVEBibbiena. Ai più il nome di questo borgo nel mezzo dell’appennino toscano non dirà granché. Per chi corre nei rally, Bibbiena significa invece Rally del Casentino, tappa del campionato nazionale IRC in cui si cimentano oltre a svariate WRC anche le Clio R3T.È su queste strade che Renault ha deciso di farci provare la Clio RS220 Trophy, una vera prova speciale su strada chiusa al traffico con una chicca in più che ha rappresentato la vera ciliegina sulla torta. Tra i personaggi presenti all’evento c’è anche Josep Ferrer, coordinatore Rally di Renault Sport. Spagnolo, un palmares piuttosto importante come navigatore, avendo vinto più volte il titolo spagnolo prima di dedicarsi ai rally africani. Prima che inizino le prove, Josep si arma di penna e bloc notes e parte per la ricognizione del percorso. Torna con tre pagine scritte. Sono le “note”, le indicazioni che nei rally il navigatore dà al pilota.Ci spiega come funziona: secondo gli accordi con il pilota, le curve si classificano da 1 a 5 (ma altri arrivano a 7), dalla più stretta/lenta, alla più larga/veloce. Poi possono essere lunghe, medie, corte e poi ci sono i numeri che rappresentano la distanza tra una curva e l’altra. Se le curve sono in sequenza, il navigatore non dà distanza ma dice solo sinistra 2 per destra 3. “chiude” che la curva non è a raggio costante ma chiude alla fine e richiede una traiettoria particolare; “taglia” significa che la curva si può tagliare senza distruggere la macchina “Sporca” che il fondo non è ottimale, c’è poca aderenza e così via. Tutto chiarissimo, per un pilota di Rally, ma quando siamo noi a guidare? Josep salirà in macchina con noi e la cosa mette una certa agitazione. Abituato a vedere quelli veri, chissà cosa penserà di questo manipolo di autisti (piloti sarebbe troppo) che si cimenteranno al volante della RS220 su una strada sconosciuta. E poi come fa a fidarsi?Un primo giro a ritmo molto blando sul percorso di prova con Josep che legge lentamente le note riesce a farmi capire facilmente quale importanza abbia il navigatore, che riesce a rendere visibile l’invisibile e certo l’incerto. Bella storia. Ora proviamo sul serio ricordando comunque che non siamo in uno “special stage” ma che questa è una prova su strada. Ok, ci siamo. Mappatura Race, Launch Control inserito (piede sul freno e si tirano entrambi i paddle per armarlo) acceleratore giù tutto e partiamo. “Destra 3 per sinistra 3, 50, sinistra due chiude” Josep inizia a dare il ritmo è già alla quarta curva ma io sono ancora alla seconda e mi muovo al rallentatore! Chi ha provato l’auto prima di me ha tirato il freno a mano come fosse al parcheggio del supermercato, io non me ne sono accorto e la mia partenza è pari a quella di un’automobilina a pedali. Ok: figura di palta fatta. Sblocco il freno a mano e stavolta prendiamo il ritmo sul serio. La Clio RS220 è dannatamente veloce e altrettanto precisa, il cambio EDC è realmente più veloce che in passato e “spara” le marce una dietro l’altra in salita e scalata. Josep dà il ritmo e capisco che è lui a regolare la mia velocità, quando rallenta con le parole rallenta anche il pilota, quando il suo “dettato” si fa più rapido e sincopato aumenta anche il ritmo di chi guida.Mai fatta questa strada, eppure una volta compreso a che velocità e con che rapporto affrontare la destra 3, ogni “curva 3” diventa più facile anche se la visibilità non c’è. Fantastico! Anche perché a Clio asseconda le manovre con piglio da vera racer. Gran bell’assetto, gran bei freni (anche in discesa), sterzo sostenuto il giusto e cambio velocissimo. Resta un’auto stradale, ma ha davvero un’efficacia di guida notevole. Farsi prendere dal morbo del pilota è un attimo, ma con un navigatore che legge la strada davanti a te tutto viene molto più facile ed è anche più difficile sbagliare. Certo, andar forte veramente è un’altra cosa, ma adesso capisco come quei fenomeni che corrono nei Rally riescano a fare certe cose. Un “run” in discesa l’altro in salita, il ritmo sale, la Clio tiene botta alla grande, mostrando solo due piccoli limiti in un contesto davvero di alto livello: i paddle sono un po’ “corti” e a ruote sterzate non si raggiungono facilmente e l’assenza del differenziale autobloccante obbliga a gestire il gas con un minimo di attenzione anche se in realtà l’assetto azzeccato limita abbastanza il sottosterzo che è meno evidente di quello che mi aspettavo. Ci fosse anche quello, comunque, quest’auto sarebbe perfetta. Quasi quasi mando una mail a Dieppe…