Oltre 100.000 unità vendute dal 2007 a oggi solo in Italia. Bastano questi numeri per comprendere l’importanza che un modello come l’SH300i ha per Honda. Assieme ai fratellini 125 e 150 è da sempre in testa alle classifiche di vendita. Un modello cui vanno riservate le massime attenzioni e che, come una donna già elegante per natura, non ha bisogno di un make up pesante. Basta l’accessorio giusto, un filo di trucco e conquista un fascino indiscutibile. Honda ha lavorato sodo sull’SH300i, cercando di accontentare le richieste dei tantissimi clienti che hanno scelto il ruota alta italo-giapponese – c’è tanta Italia dietro l’SH, costruito ad Atessa – in questi anni.Lo guardi e lo riconosci al primo sguardo: il family feeling è evidente, ma per capire l’entità degli interventi sul design basta affiancarlo al precedente modello e notare più parti verniciate che in passato (come il retroscudo, ad esempio), le plastiche e i particolari ottimamente realizzati e che trasmettono una chiara impressione di solidità. Il classico prodotto maturo, nato bene e affinato nel corso degli anni seguendo le nuove tecnologie, come quella dei fari a LED, utilizzati ovunque sul nuovo SH300i, innovazione interessante sul duplice fronte della sicurezza e del look.Sul piano tecnico l’SH300i conquista un piccolo primato: è il primo scooter omologato Euro4, quindi già in linea con la normativa che entrerà in vigore il prossimo anno. Risultato ottenuto sacrificando sull’altare dell’ecologia un paio di cavalli (ora 25,2 a 7.500 giri con la coppia di 25,5 Nm a 5.000 giri) senza però, giurano in Honda, perdere nemmeno una briciola in prestazioni, che anzi sarebbero addirittura migliorate perché lo scooter complessivamente pesa un kg in meno, fermando la bilancia a 169 kg con il pieno di benzina.Rispetto al motore precedente cambiano testa (nuovi condotti), scarico e mappature; operazioni che oltre a far rientrare l’SH300i nella già citata Euro4, ne hanno ridotto i consumi dell’8,8%. Ora sono dichiarati 33,3 km/litro nel ciclo WMTC per un totale di 300 km di autonomia con il serbatoio da 9 litri. L’ABS a due canali diventa di serie e per questo motivo l’SH300i perde la frenata combinata che lo ha caratterizzato fino alla versione precedente.Novità per il telaio in acciaio, ridisegnato per aumentare la stabilità dello scooter (si aggiungono due tubi che uniscono il cannotto alla zona pedana), e per la capienza del vano sottosella, finalmente in grado di ospitare un casco integrale (modulari compresi). Ovviamente quello che c’era di buono sull’SH è stato mantenuto: la pedana piatta, innanzitutto; le ruote da 16”; la forcella telescopica con steli di 35 mm di diametro rivista nella taratura e la coppia di ammortizzatori regolabili nel precarico della molla.L’attenzione alla funzionalità, e una concessione alla moda, emergono dalla scelta di adottare la smartkey, da tenere in tasca e “dimenticare lì” o da tirar fuori solo per premere il tasto “find my scooter” per riconoscere il proprio SH in mezzo a tanti altri uguali (premendolo lampeggiano gli indicatori di direzione). Il commutatore posto sullo scudo è sufficiente per attivare l’elettronica di bordo, aprire la sella, inserire il bloccasterzo.La pedana piatta mantiene la superficie di appoggio del modello precedente, mentre la sella a 805 mm d’altezza consente a tutti di mettere giù i piedi senza fatica, anche se nella zona della punta potrebbe essere un filo più rastremata. Il prezzo? 5.140 euro, bauletto, paramani e parabrezza inclusi in un pacchetto a cui non manca nulla per riconfermarsi al vertice delle vendite.La chiave del successo dell’Honda SH300i sta in tre sole parole: va tremendamente bene. Il progetto Honda merita il successo perché è curato, ben riuscito e vanta una dinamica eccellente. Ancor più su questa nuova versione, che compie un ulteriore passo avanti, non solo dal già citato punto di vista delle finiture ma anche quanto a efficienza, meccanica e di guida. Quando hai un progetto riuscito è inutile stravolgerlo, molto meglio lavorare sui dettagli e affinare i particolari. La cura è quasi maniacale, con l’obiettivo di soddisfare gli esigenze e finanche i “capricci” dei clienti. Il logo in 3D sulla fiancata? Non serve ma è bello e qui c’è. La qualità percepita su questo scooter è ottima: piccole cose che magari sembrano superflue come l’alloggiamento creato nel sottosella per riporre il tappo del serbatoio quando si fa il pieno sono indicatori di quanta attenzione Honda abbia dedicato a questo progetto.Per questo motivo considero l’SH300i uno scooter premium: perché è curato, ha un livello di finitura eccellente, non vibra per niente e ha componenti di primo livello. Volessero fare una azione di marketing aggressiva (e anche un po’ divertente) in Honda potrebbero lanciare un messaggio provocatorio del tipo: “Abbiamo inventato il primo scooter con ruota a diametro variabile”. Qualcuno provandolo ci potrebbe anche credere perché, in effetti, è come se l’SH300i avesse due facce: agile e leggerissimo in città, stabile e solido quando si lasciano incroci e semafori per lanciarsi (e non piano visto che la lancetta del tachimetro si appoggia sui 160 chilometri all’ora) su qualche percorso extraurbano. La ricetta della compattezza risulta vincente in città: l’SH300i svicola nel traffico con la stessa agilità del 150. È leggero, con un raggio di sterzo pari a quello di un carrello della spesa, un bilanciamento dei pesi che consente di restare quasi in surplace senza mettere i piedi a terra e una gestione del gas ottima, oltre che freni pastosi, potenti e modulabili, nonché sospensioni che si “bevono” le nostre strade disastrate senza problemi senza però essere “flaccide”. Insomma questo scooter si muove sveltissimo e fa sentire sicuri anche grazie all’ABS che funziona molto bene.Il bello è che l’agilità cittadina e la maneggevolezza a bassa velocità degna del re della gimkana fanno il paio con una stabilità degna di nota alle alte velocità. L’effetto “biciclettina” dato dalle dimensioni compatte sparisce man mano che l’andatura cresce. In velocità l’SH300i è sorprendentemente stabile e sincero, rigoroso anche quando si affrontano curve ad alta velocità, ben sopra i 100 orari, situazione in cui a dispetto delle dimensioni compatte non si ha mai l’impressione di guidare qualcosa di “gracile”. Stabilità che non viene messa in discussione nemmeno quando si montano parabrezza e bauletto (ovvio che in questo caso la velocità massima sarà inferiore, circa 140 indicati), che non disturbano l’aplomb dell’SH300i sui percorsi veloci, consentendogli di affrontare qualcosa in più del solito tragitto casa-ufficio. La pedana è giusta giusta per i piedi, e lo scudo piuttosto sciancrato lascia passare l’aria attorno alle ginocchia, ma per trovare un difetto a questo scooter occorre cercare il pelo nell’uovo, alla fine di una giornata “full gas” lunga 140 km su percorsi di ogni tipo e con il computer di bordo fermo a 3,7 litri di carburante per 100 km. Honda lo definisce uno scooter trasversale: in effetti basta guardarsi attorno per capire come l’SH300i piaccia indifferentemente a giovani e “maturi”, a uomini e donne. I numeri di vendita lo confermano, e con le ultime evoluzioni l’SH300i ha fatto un ulteriore passo avanti. Un vero problema. Per la concorrenza.