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SBK, il futuro (prossimo) si chiama EVO

La categoria delle derivate di serie è destinata inesorabilmente (e rapidamente) a tornare alle origini. Le EVO saranno il futuro della Superbike

Parliamoci chiaramente: nessuno crede davvero al fatto che le Superbike attuali rimarranno in pista fino al 2016. Il comunicato diramato dalla FIM poco prima di Ferragosto lo conferma senza mezzi termini, ma è chiaro a tutti che il prossimo anno servirà per capire quanto forte andranno queste nuove EVO rispetto alle SBK “classiche”, dalle quali differiranno “solo” per motore ed elettronica in versione Superstock. Ovvero saranno moto quasi di serie.

La Dorna già in Australia, durante la prima gara dell'anno, aveva detto di voler far tornare le derivate dalla serie allo spirito originario ovvero moto che rispettassero veramente quella definizione. In questo momento, invece, le Superbike sono dei veri e propri prototipi. Per questo motivo, subito a inizio stagione, l'organizzatore aveva proposto alle Case di avere in pista già dal 2014 moto molto simili a delle Superstock. I costruttori, però, si sono opposti, affermando (giustamente) di aver investito milioni di euro per sviluppare moto in linea con l’attuale regolamento, moto che ora non vogliono mandare in pensione.

Per questo motivo Dorna ha proposto la soluzione EVO, una sorta di CRT messa inizialmente in pista per riempire una griglia sempre più scarna, ma che di fatto rappresenterà il futuro della categoria. Un futuro vicinissimo, soprattutto ora che si è ritirata BMW, una delle Case più attive nel confronto con l'organizzatore per mantenere il regolamento tecnico il più possibile vicino a quello attuale. Per questo motivo già a partire dal 2015, con buona probabilità, le uniche Superbike in pista saranno le EVO. E se non sarà così la metamorfosi si completerà nel 2016. Di sicuro non nel 2017, anno concordato “ufficialmente” con i costruttori.

Del resto sembra essere lo stesso regolamento tecnico SBK 2014 a voler voler aiutare le EVO, facendo acqua un po' da tutte le parti. Da un lato regolarizza molte situazioni oggi limite (come la possibilità di intervento sui corpi farfallati delle moto) dall’altro complica la vita un po' a tutti con le imposizioni sulla la sostituzione dei rapporti del cambio (che comunque potrà avere solo due soluzioni), inoltre non chiarisce quando e come si potranno acquistare le nuove sospensioni e freni a prezzo calmierato, la cui lista dovrà essere ufficializzata entro la seconda settimana di gennaio. Troppo tardi per permettere alle squadre di organizzarsi.

Per quanto riguarda le EVO, invece, è già tutto molto chiaro: non si potrà fare quasi nulla su motore ed elettronica. Proprio come sulle Stock. Inoltre si potranno utilizzare solo sei propulsori a stagione, due in meno di chi correrà con moto Superbike classiche. Le lacune presenti nel regolamento SBK lasciano intendere che ci saranno ulteriori modifiche e questa cosa non piace a chi sta pianificando la stagione 2014. Perché se è vero che con la crisi ogni team lavora anno per anno, è altrettanto vero che una Casa lavora sempre su progetti a lungo termine, e questa incertezza potrebbe spingere i costruttori a lasciare a squadre seguite più o meno ufficialmente la gestione di tutto il materiale necessario per correre. Proprio ciò che vuole la Dorna, che punta ad avere team in Superbike e Case in MotoGP. A questo punto l’obbiettivo sembra essere molto vicino.

 

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