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Horex VR6

Tedesca, anzi bavarese, con un marchio storico sul serbatoio e un innovativo motore V6, la Horex è pronta a debuttare sul mercato.

Clement Neese, che ha rilanciato la Horex, nel comunicato stampa di due anni fa, diffuso nel momento in cui fu annunciato il rilancio dell’azienda, dichiarò: “Il mondo ha davvero bisogno di un nuovo marchio di moto?”. Interessante la risposta dello stesso Neese: “Probabilmente no, ma guidare una moto va oltre la semplice necessità di trasporto: sono un motociclista appassionato e da anni non vedevo niente del genere”.Ammettiamolo, Neese ha ragione: hai voglia di parlare di moto intelligenti… La moto è prima di tutto emozione e l’emozione è irrazionale, ti fa acquistare più con la pancia che con la testa. Una cosa è comunque certa: in un momento in cui è più facile chiudere che aprire una fabbrica di moto lui e i suoi soci hanno avuto un bel coraggio e una bella perseveranza. Fatto sta che a due anni dall’annuncio, dopo lanci, rilanci e rinvii la Horex VR6 sembra essere pronta per la vendita.Se ai più il nome Horex non dirà molto, in realtà lo possiamo considerare un marchio storico: le sue origini sono datate 1923, quando a Bad Homburg la società Rex iniziò la produzione di motociclette con nome Horex (anagramma di Homburg e Rex). La Horex produsse moto fino al 1960, poi venne acquistata dalla Daimler Benz e chiusa.Onestamente la VR6 come linea non è niente di fantascientifico, anzi a dirla tutta non è granché (meglio il lato destro di quello sinistro in ogni caso) ma detto questo i motivi di interesse non mancano, anzi il motore è qualcosa di unico nel suo genere. Battezzato VR6 (nome che ricorda un po’ quello della Golf sei cilindri al cui motore si dice che in Horex si siano ispirati) questo nuovo motore ha molte caratteristiche che lo rendono originale. Si tratta di un sei cilindri da 1.218 cc montato trasversalmente: fin qui niente di strano, visto che questa soluzione è già stata utilizzata nel passato (la moto più famosa è stata la Honda CBX) e ripreso recentemente da BMW con le sue K 1600.La novità, però, è che per ridurre al massimo l’ingombro trasversale (vera spada di damocle di una soluzione in linea) la Horex ha realizzato una unità a V strettissima (15°), riducendo così l’interasse tra i cilindri e ottenendo una larghezza (429 mm) paragonabile a quella di un 4 cilindri. Una soluzione anche questa non nuova (prima ad utilizzarla fu la Lancia con la Fulvia e poi anche il gruppo Volkswagen per i suoi motori W) ma pochissimo praticata nelle moto e che avvicina questo motore a quello della prima Moto Cyzsz (dove nel frattempo si  si sono convertiti all’elettrico), la superbike americana che montava un 4 cilindri a V strettissima montato longitudinalmente.L’altra caratteristica in comune con la moto americana è la distribuzione con tre alberi a camme: il centrale comanda le valvole di scarico dei cilindri posteriori e quelle di aspirazione dei cilindri anteriori. Per fare un po’ di “rumore” la Horex fu presentata addirittura dotata di compressore volumetrico: si parlava di varie versioni con potenza dai 147 ai 200 cv. Per il momento, però, del compressore volumetrico non c’è traccia: il motore è un “semplice” aspirato capace di 161 cv con una coppia di ben 135 Nm, di cui quasi 90 Nm già disponibili a 2000 giri.La ciclistica appare ben più convenzionale del motore, con un telaio d’alluminio che nell’andamento assomiglia molto a quello della Yamaha MT-01; la forcella rovesciata con steli da 50 mm di diametro; il monobraccio posteriore e i freni Brembo. Niente di trascendentale, quindi, anche se forse il motore basta e avanza per stupire. E a sentire il rombo nel video ufficiale ha anche un sound decisamente coinvolgente. Ora che è arrivata potremo capire se il mondo aveva davvero bisogno di un altro marchio di motociclette…http://youtu.be/ZLkackmMzP0 

 

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