Ho lasciato da poco lasciato l’autodromo di Misano, e mentre guido verso casa il sole, bastardo, mi spara i suoi ultimi raggi in faccia. Ultimi perché ormai la giornata volge al termine ma sarebbe più opportuno dire primi, perché fino a questo momento di sole a Misano non se ne era visto. Durante i miei anni di gare ho imparato a capire che ci sono anni bagnati e anni asciutti. In quelli asciutti non prendi mai l’acqua, magari minaccia, scappa qualche goccia, il cielo è grigio. Ma non piove mai.In quelli bagnati, invece, non passa gara in cui non sia necessario montare le rain in cui non si fnisca per prendere una scarica di freddo da piegarti le mani. Ecco, non sono ancora in possesso di dati sufficienti per dichiarare ufficialmente il 2012 come anno bagnato, ma se tre indizi fanno una prova… beh siamo già a due. Dopo due giorni di caldo africano, infatti, a Misano è tornato l’inverno, quello vero, fatto di freddo (quando entriamo in pista ci sono 9 gradi) e acqua a catinelle. Bella roba eh? Dopo aver girato due giorni sull’asciutto cercando di mettere a posto la moto siamo qui a fare gli equilibristi su un tracciato che, quando è bagnato, offre meno grip della mia vasca da bagno.Ma, andando con ordine, premo un attimo il tasto rewind e torno a venerdì, primo turno di prove libere. L’intenzione è quella di riprendere il lavoro iniziato solo durante la gara a Vallelunga, sistemando al meglio la moto che so non essere perfetta come assetto. In realtà, mentre mi aspettava, Max ha già messo mano in modo pesante alla mia RC8R Track sfruttando le immense conoscenze di Mirco, tecnico di Andreani Suspension. Mirco lavora sulle sospensioni Ohlins (che infatti tenta immediatamente di vendermi anche se io resto fedele allo spirito iniziale di non cambiare niente sulla moto, mi dispiace Mirco…) ma è un tecnico sopraffino e conosce non solo le sospensioni, ma anche le moto, i telai, le erogazioni dei motori. Ha seguito lui la RC8R che con Russel Holland qualche anno fa correva nel CIV e per amicizia con Max ci dà un paio di dritte su come bilanciare la moto con le altezze. Risultato: appena salgo in sella mi trovo una RC8 trasformata, adesso ha una agilità strepitosa ma quel leggero “galleggiamento” della ruota anteriore che percepivo a Vallelunga è sparito e, in più, la tendenza a impennare in accelerazione è sparita del tutto. Impressionante come una molla più “tenera” e due misure giuste possano trasformare una moto.Guidare le moto da corsa è una cosa strana: ci sono volte in cui ti impegni, ti sembra di andare forte e quando guardi i tempi ti prende la depressione. Altre invece in cui ti sembra di andare piano ma i tempi vengono subito. Ecco, questa seconda condizione l’ho vissuta poche volte e Misano è stata una di quelle. Solitamente sono piuttosto lento a prendere il ritmo, ma questa volta al terzo giro del primo turno di libere e sto già girando su tempi pari al mio record sul giro di Misano. Un paio di click ancora è la moto mi pare perfetta, con lei ho un feeling assoluto, tanto che il curvone che di solito mi fa una paura boia adesso mi viene quasi facile. Quinta marcia, gas appena “pelato” e dentro in piega toccando con lo slider dello stivale. Velocità massima da GPS: 248 km/h… QUALIFICHEPer le qualifiche sono caricato a molla, anche se so che stare davanti sarà dura. Il team Brunetti Motors (effervescente titolare dell’omonimo concessionario KTM di Manduria) ha pensato bene di iscrivere al trofeo Flavio Gentile, pilota ex mondiale Supersport ed ex CIV con la Ducati del Team Althea. Flavio è un ragazzo timido, pacato, tiene fede al cognome che porta. Quando è in moto però dà un gas da paura. Non conosce la KTM, non conosce le Bridgestone, ma siccome ha corso ad altissimo livello impiega poco a entrare in confidenza. Per questo io non posso che essere orgoglioso di aver girato a soli 3 decimi da lui. In realtà ho la pole in pugno per quasi tutto il turno, 1.43.2 il tempo che stacco al terzo giro del primo turno di qualifica. Incredibilmente, Misano è una pista che non mi piace ma stavolta mi riesce tutto facile. Allora divento goloso: mi fermo, una controllatina alla pressione del pneumatico posteriore e dentro.Sento il 42 nel polso, giro di lancio pista libera davanti entro incazzato nella variante Arena (la prima dopo il traguardo): destra sinistra e… lancio! Il posteriore scappa e riprende aderenza, la moto tenta di lanciarmi nell’iperspazio senza però riuscirci. Per fortuna. Ok ho esagerato io, non avevo ancora capito dov’era il limite delle R10 e ora l’ho trovato. Strizza totale, ma manco ho il tempo di riprendere fiato, mi passa Gentile (che ha visto tutto in diretta) che tira come un forsennato allora gli vado dietro, guida davvero bene non forza è pulito fa traiettorie nuove per me, c’è sempre da imparare qualcosa…Rispetto a lui perdo tanto nel primo tratto misto, ma faccio un po’ meglio nel tratto veloce quello dei curvoni che più mi si addice per caratteristiche di guida. Però dopo la strizza apro il gas con un po’ meno convinzione, la RC8R non ha traction control, ma ha una gran trazione la capacità di comunicarti perfettamente cosa succede tra gomma e asfalto. Detto questo, però, quando ti scappa il dietro un paio di giri per riprendere coraggio ci vogliono, per cui il 42 in questo turno me lo sogno. Lo fa invece Flavio staccando la pole position in 1.42.9. Dietro di noi Albanese con Aprilia è staccato di un secondo e mezzo.Nel secondo turno faccio un paio di modifiche, cambio la corona allungando i rapporti per cercare di essere meno impiccato al curvone dove la quinta adesso pizzica quasi il limitatore. Però poi la moto va bene solo li, le marce non sono più giuste in altri punti del circuito e la velocità massima più bassa toccata al curvone lo certifica. Significa che esco lento dal tramonto. Inoltre fa più caldo e la R10 posteriore nuova che ho deciso di montare in un eccesso di speranza (in realtà sarebbe andata benissimo anche quella del turno prima perché le R10 sono davvero molto costanti nel rendimento, ma i piloti si sa spesso si convincono che il nuovo sia meglio) spinge molto (l’anteriore è usata) e fatico un po’ a chiudere la linea. In soldoni non miglioro, ma inanello una serie infinita di 1.43 che mi fanno ben sperare nel passo gara.Anche perché Gentile, più veloce sul giro secco, sembra avere un passo meno costante del mio. Insomma domani ci sarà da divertirsi, voglio almeno provare a rendergli la vita difficile, anche se il talento di Flavio è indiscutibile e io sono già contento di essere li, vicino. Dietro intanto si è fatto sotto Piero Carrieri con la BMW, il mio avversario di Vallelunga condividerà la prima fila con me. Due KTM e una BMW in prima fila, e pensare che fino a poco tempo fa queste posizioni nei trofei erano occupate solo da moto giapponesi..Come detto, la domenica cambia tutto. Il caldo africano lascia spazio a nuvole e freddo, non piove subito ma noi corriamo alle 17 per questo nutro ben poche speranze. Infatti quando entriamo in pista diluvia, tutte le gare sono state accorciate di due giri per permettere ai piloti di disputare due giri di warmup e prendere confidenza con la pista bagnata. Certo me ne servirebbero 50 di giri, perché Misano quando è bagnato è davvero bastardo: asfalto particolare, salsedine portata dal mare e sabbia creano un mix micidiale. Grip poco in generale, ma in alcuni punti rasentiamo lo zero. Ci sono circuiti dove quando piove con la moto a posto guidare sul bagnato riesce a essere perfino divertente.A Misano, invece, non ti diverti per niente, è una lotta già stare in piedi. Le categorie che ci precedono sono falcidiate dalle scivolate e non è che entro proprio sereno. Capisco che l’obbiettivo oggi è portare la moto al parco chiuso (possibilmente non nel cassone dei rottami), anche perché nei due giri di warmup capisco che Gentile fa proprio un altro sport. Infatti Flavio dà lezioni di guida sul bagnato, io parto pure bene e mi accodo a lui ma ci sono punti (Rio, Curvone, ultima curva prima del traguardo e in generale tutte le curve a sinistra) dove la moto fa davvero fatica a restare attaccata all’asfalto. Quindi ogni giro richiede massima concentrazione per capire i punti dove si può spingere e dove invece occorre viaggiare di conserva. Gentile se ne va, mi dà 2 secondi al giro, ma dietro sono lontani e piove sempre più forte; la bandiera a scacchi questa volta è una autentica liberazione e la sorpresa è che dietro a me c’è un’altra RC8, quella di Cosimo Chirone. Tre KTM sul podio, sul bagnato, senza elettronica, senza traction control…Segnalo anche l’ottima prestazione di Riccardo Paolillo. 16 anni una Suzuki GSX-R1000 che cura da solo, poca esperienza e molta voglia di fare bene. È arrivato secondo nella under 30, dietro a Chirone (altro ragazzo che dà un bel gas..) e si merita una segnalazione perché ha gestito davvero bene una gara difficilissima.