Una MV sportiva a 11900 €? Impossibile. Fino a oggi. In attesa di vedere la Brutale 675 (che costerà ancora meno) la F3 porta il sogno MV alla portata di molti portafogli. Una moto importantissima per MV Agusta, la prima di una nuova famiglia tutta equipaggiata con l’innovativo motore tre cilindri in linea che in un certo senso riallaccia la MV Agusta F3 alla sua storia fatta di fantastici motori tre cilindri vincenti nelle gare mondiali.La MV Agusta F3 si è fatta vedere per la prima volta un anno fa all’Eicma, era ancora un prototipo, poco più che una maquette, in MV avevano però promesso che entro la fine dell’anno sarebbe arrivata in versione definitiva. Così è stato, quella che vedete nelle foto è la moto pronta per sbarcare dai concessionari a un prezzo di 11.990 € cifra allineata a quella delle 600 giapponesi e inferiore a quella della principale competitor a tre cilindri ma che per la F3 comprende una dotazione elettronica mai così completa. Mai una media cilindrata è stata così dotata a livello di tecnologia, elettronica, prestazioni.Il motore della F3 è un progetto evoluto come pochi in generale e come nessuno in questa fascia di cilindrata e prezzo. Un motore molto superquadro (alesaggio per corsa 79×45,9 mm) destinato ad essere il cuore di molte MV che nasceranno anche in futuro, anche di maggiore cilindrata (è già predisposto per crescere fino a 800 cc). Ma è la cura realizzativa a sorprendere, il basamento di tipo closed deck, con cilindri integrati nel carter è fuso in conchiglia (procedura che consente di ottenere pareti più sottili e una miglior rigidità), ha tutte le canalizzazioni di acqua e olio al suo interno, e ha la caratteristica di essere diviso in due parti secondo un piano inclinato, soluzione questa comune ai motori storici MV.Un motore oltre ad essere ultracompatto (80 mm di larghezza in meno rispetto al tre cilindri Triumph per intenderci) è cortissimo e utilizza un albero motore controrotante, soluzione questa utilizzata fino ad oggi solo nelle competizioni. MV ha sfruttato il fatto di dover utilizzare un rinvio per riportare la rotazione dell’albero frizione nel verso giusto per piazzare un albero multifunzione. L’ingranaggio intermedio quindi (quello che collega l’albero motore alla campana frizione) mette in movimento il contralbero di bilanciamento, oltre al pickup dell’accensione e al rinvio della catena di distribuzione. Roba da leccarsi i baffi, quindi. Ma non è finita.È, infatti, il pacchetto elettronico a essere davvero fuori della norma per una moto di questa cilindrata e, a dirla tutta anche per moto di cilindrata superiore. Con la F3 MV Agusta fa debuttare il sistema MVICS (Motor & Veichle Control System) che, partendo da una centralina Eldor sviluppata in esclusiva per MV gestisce il Ride by Wire integrale, le 4 mappature motore (di cui una personalizzabile interamente dal pilota) il controllo di trazione regolabile su 8 livelli.L’elettronica è però ulteriormente migliorabile, il sistema MVICS è, infatti, upgradabile con un pacchetto offerto in optional che prevede la piattaforma inerziale (giroscopio) per gestire in modo ancor più preciso il traction control, il cambio elettronico, il launch control e il sistema antimpennamento. Ce ne sarà bisogno perché il tre cilindri della MV Agusta F3 promette 128 cv a 14.500 giri con una coppia massima di 71 Nm di 10.600 giri. Il limitatore è piazzato a 15.000 giri tondi, un regime più da 4 cilindri che da tre.La ciclistica rispetta la tradizione più recente di MV confermando la struttura mista traliccio/piastre, con un monobraccio particolarmente lungo (nonostante l’interasse sia compattissimo: solo 1.380 mm) e snello e cerchi molto leggeri. Da queste misure si capisce quanto la MV Agusta sia compatta. Il layout tipico delle MV è quindi rispettato appieno e per non farsi mancare niente lo scarico ha un’uscita “tripla” sul lato destro, altro segno identificativo del marchio.Del resto basta guardarla per capire che è una MV, le linee ricordano quelle della F4 a partire dal faro, ma la carenatura è ben più rastremata, e c’è una snellezza incredibile nella parte centrale della moto, inoltre il peso dichiarato è degno di nota: solo 173 kg a secco. La componentistica vede una forcella Marzocchi a steli rovesciati regolabile in tutte le direzioni e un monoammortizzatore Sachs anch’esso pluri regolabile. Non mancano, ovviamente, le pinze radiali Brembo in questo caso però azionata da una pompa radiale Nissin.