Sembra un fermacarte. Ma se lo guardi meglio intuisci che… è un mouse! Poi qualcuno ti assesta uno scappellotto e fa notare come si tratti di un veicolo. Non tradizionale; piuttosto un “Level 4” della mobilità. Annuisci, lasciando intendere che ora tutto è più chiaro. Come una giornata novembrina nella campagna inglese. Nebbia fitta. Oltretutto, un Level 4 cosa diavolo sarebbe?
L4, o per esteso Level 4, è una classificazione dei sistemi di trasporto adottata dall’Ente del trasporto americano, dove lo step 0 prevede quale unico motore la forza muscolare e il livello 4 si basa su sistemi di spostamento totalmente automatici, privi di qualsivoglia interazione umana. Zoox Boz L4, presentato in occasione del recente Salone di Los Angeles, appartiene a quest’ultimo step e si candida a erede dell’automobile tradizionale. È un prototipo, o forse una finestra aperta su di un nuovo mondo. Uno sguardo a come sarà il futuro della mobilità urbana. A noi, parafrasando l’allenatore della Juventus Antonio Conte, sembra “agghiaccianDe!”.
La ricerca della massima efficienza ha segnato profondamente l’avveniristico progetto americano. Il parabrezza, ad esempio, è considerato un orpello inutile, principale causa della dispersione di calore e della necessità di climatizzare l’abitacolo. Eliminato! E così anche il lunotto. L’uomo del futuro, evidentemente, deve viaggiare in un loculo. Ma con musica soffusa, ambiente luminoso programmabile, fragranze a piacimento e schermi che consentono di destinare un’occhiata, di tanto in tanto, alle condizioni del traffico. Sempre senza distrarsi eccessivamente da tablet e smartphone, compagni inseparabili d’ogni spostamento. Leggere un quotidiano? Osservare il mondo esterno dal finestrino? Terribilmente demodé!
L’abitacolo ha una configurazione a sedili contrapposti, con gli occupanti gli uni di fronte agli altri come a bordo di un treno. Scompaiono sterzo, pedali, leva del cambio e plancia. Il veicolo non si compra, bensì si noleggia pagando esclusivamente il periodo d’effettivo utilizzo. Giunge dinanzi a casa in totale autonomia grazie a un sistema di guida, monitorato da una centrale operativa, che interfaccia radar, telecamere, ultrasuoni e sensori laser per una mappatura a 360° di ciò che circonda la vettura. La chiave d’avviamento? L’app installabile sullo smartphone.
Sotto il profilo meccanico, ogni ruota è gestita in totale autonomia da un propulsore elettrico, così da fornire il controllo di stabilità e trazione non mediante l’impianto frenante, bensì grazie alla parzializzazione della coppia erogata. Ogni ruota, in aggiunta, è sterzante e assistita da una sospensione indipendente. Ciò consente di dividere la struttura, nemmeno si trattasse di un Lego, in quarti; non avendo frontale o coda, ogni sezione è perfettamente identica e sostituibile in blocco. Il pianale, integralmente in fibra di carbonio, è costituito da una semi scocca separata dalla cella dell’abitacolo, anch’essa in fibre composite con struttura portante cava così da potervi iniettare della schiuma anti incendio. Schiuma oltretutto forte di caratteristiche isolanti e fonoassorbenti. Quanto a sicurezza e razionalità, Boz L4 non è criticabile. Good job!
Zoox, consapevole di quanto sia visionario il proprio progetto, si batte per la creazione negli USA di un nuovo ente statale, la Federal Autonomous Vehicle Administration, la cui sigla sarà FAVA. Associazione chiamata a favorire la diffusione di veicoli privi di controllo umano. Per noi che ancora ci emozioniamo al rombo di una Ferrari F40, e che a fatica abbiamo digerito i veicoli elettrici e ibridi, convinti esclusivamente da gingilli quali Porsche 918 Spyder, Ferrari LaFerrari e McLaren P1, ammettiamo che, di questo futuro, non sentiamo un grandissimo bisogno. Forse, semplicemente, non abbiamo capito una beneamata FAVA…