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Michelin, come si costruiscono gli pneumatici da corsa

Abbiamo passato una giornata insieme ai tecnici dell’impianto di Cataroux, a Clermont Ferrand, dove vengono progettati e costruiti - a mano- gli pneumatici da competizione auto e moto.

Non è un caso che a Clermont Ferrand, capoluogo della regione francese dell’Alvernia, persino i tram viaggino su gomma. Qui infatti ha sede l’azienda di pneumatici più antica, Michelin. La Manufacture Française des Pneumatiques Michelin, questo il nome completo, oggi è una multinazionale da 110.000 dipendenti e 15 miliardi di euro di ricavi. Ad accoglierci a Cataroux è Pascal Couasnon, da 25 anni in Michelin, oggi direttore della divisione competizione. Ci accenna come sono strutturati i reparti della fabbrica e ci spiega che il reparto corse è uno dei più importanti per l’azienda: da sempre Michelin crede moltissimo e si impegna nelle competizioni. É partendo da lì, sostiene Cuasnon, che si sviluppano gli pneumatici stradali.

La visita comincia dalla Ecole du pneu, reparto dove ogni dipendente Michelin, dal magazziniere all’amministratore delegato, è tenuto a effettuare uno stage di alcuni giorni, in cui partecipa attivamente alla costruzione degli pneumatici. E così proviamo a costruirne uno anche noi.

Poi ci spostiamo nella area produttiva vera e propria: un tecnico ci mostra l’intero processo costruttivo di una gomma da moto. Al contrario di quanto mi ero immaginato, non basta riversare la gomma liquida in uno stampo: il procedimento di costruzione di uno pneumatico è molto complesso. L’attività manuale è preponderante rispetto a quella automatizzata. Per la costruzione si utilizza una macchina utensile che trasmette un movimento rotatorio a un cilindro su cui viene posizionata la carcassa dello pneumatico. La macchina, girando, permette all’operaio di applicare sopra la carcassa i vari strati di gomma (una ventina), che vengono tagliati e incollati con uno speciale attrezzo riscaldato. A raccontarlo questo processo sembra facile, ma i tecnici mostrano nei loro gesti una maestria formidabile: occorrono due anni per la formazione di un operaio specializzato.

Dopo che sono stati applicati tutti gli strati, il cilindro su cui ruota la gomma si espande, donando allo pneumatico la sua forma propria. A questo punto la gomma è sottoposta a un processo di vulcanizzazione in un forno ad alta pressione. Qui ci viene svelato perché sul battistrada delle gomme nuove sono presenti quei “pelucchi” lungo tutta la superficie: non perché, come pensavo, viene versata la gomma liquida in uno stampo attraverso dei canali. La gomma viene invece gonfiata ad altissima pressione contro uno stampo e il materiale in eccedenza fuoriesce dai buchi presenti sullo stampo stesso. La gomma viene infine fatta raffreddare e stoccata. In un’intera giornata di lavoro ogni tecnico è in grado di produrre una ventina di gomme da competizione. Devo ammettere che non mi aspettavo un procedimento così laborioso e forse da oggi i prezzi degli pneumatici mi sembreranno più accettabili. Certo, nel processo di costruzione degli pneumatici commerciali c’è più automazione rispetto alla produzione di pneumatici da corsa, ma gli strati di gomma applicati, ci spiegano i tecnici, sono pressoché gli stessi. La visita allo stabilimento si conclude nell’area dove si stanno preparando le gomme da portare a Le Mans per la 24 ore di moto: sono oltre 2000 pneumatici, da stipare i quattro camion.

L’avventura Michelin a Clermont Ferrand è iniziata alla fine del 1800; la fabbrica è stata completamente distrutta durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale e poi ricostruita. Nello stabilimento di Clermont, dall’inizio della sua storia, hanno lavorato ben 30.000 persone. È facile quindi immaginare quanto quest'azienda sia importante per la società e l’economia di quest’area geografica. Per celebrare la storia di quest’avventura nel 2004 è nato il museo “L’Aventure Michelin”, che abbiamo visitato. All’ingresso è posta la gomma più grande del mondo, prodotta ovviamente da Michelin: oltre 4 metri di diametro per 5.300 kg di peso. Il museo ripercorre le tappe e i successi industriali più importanti: sono esposti pneumatici di biciclette, moto, auto, treni e aerei e non solo. In una sala viene raccontata una delle invenzioni più importanti: lo pneumatico radiale del 1946. Non mancano progetti avveniristici, come la ruota con all’interno un motore a scoppio e persino uno pneumatico per equipaggiare una navicella spaziale…insomma sembra che il motto in casa Michelin sia “non poniamo limiti allo sviluppo”.

 

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