Ci sono cose che sulla carta sembrano antitetiche, come l’abbronzatura per uno svedese, o come la dolcezza in un limone. Parlando di moto, l’antitesi della guida dinamica sembra proprio essere una moto classica. Che sarà pure elegante, comoda, perfino stilosa. Ma certo non può essere divertente tra le curve.Almeno così pensano in molti. Forse è proprio per questo motivo che abbiamo scelto di percorrere strade in cui la bella guida la fa da padrone per provare Kawasaki Z900RS e Triumph Speed Twin, due moto classiche sì ma con il DNA di chi vuole divertire e perché no, addirittura sorprenderti.MODERN CLASSICIl termine modern classic descrive alla perfezione le nostre due protagoniste che di classico hanno la linea, i richiami a modelli del passato (il cosiddetto heritage) che hanno contribuito a segnare la storia del motociclismo. Per Kawasaki è la Z1, la prima vera maxi moto della Casa di Akashi, capace di annichilire la concorrenza quanto a prestazioni. La sua anima rivive ancora oggi nella Z900RS su cui spicca un quattro cilindri in linea da 111 cavalli a 8.500 giri e una coppia di 98,5 Nm il cui picco massimo arriva a soli 6500 giri.DOTAZIONE SPORTIVASe cercate il moderno non dovete far molta fatica per trovarlo. Forcella a steli rovesciati completamente regolabile, pinze radiali, controllo di trazione regolabile la dotazione della Z900RS è addirittura più ricca rispetto a quella della Z900, sulla carta più sportiva. Moto rispetto a cui cambia molto anche a livello di quote ciclistiche con un interasse più lungo e una avancorsa più corta. Se cercate i richiami al classico, beh basta guardarla. Per i giapponesi che non amano molto guardarsi indietro lo sforzo è stato notevole. Sono davvero tante le ricercatezze estetiche sulla Z900RS a partire dal codino con il piccolo spoilerino per passare alla sella, ai loghi tridimensionali fino alle alette sulla testata o al faro posteriore con tecnologia LED ma che simula un bulbo.RADICI LONTANEPer Triumph le radici del nome Speed Twin affondano ancora più giù, quasi agli albori del motociclismo, nel 1938 quando la prima Speed Twin portò scompiglio nel mondo della moto presentandosi per prima con un motore bicilindrico in linea, la stessa architettura che troviamo oggi sulla Speed Twin con motore 1200. Motore che, va detto non si fa mancare davvero niente perché è classicissimo nel look ma offre Ride By Wire multimappa e addirittura il controllo di trazione per tenere a bada i suoi 97 cv a 6.750 giri con una coppia di ben 112 Nm a soli 4.950 giri.Dati che come potete ben capire la issano di diritto tra le naked se non sportive, quantomeno dinamiche. Anche perché la Speed Twin ha misure compatte, addirittura più compatte rispetto a quelle della Speed Triple da anni simbolo stesso dell’arroganza motociclistica inglese. Il peso per lei si ferma a 196 kg ben 10 kg in meno rispetto alla Thruxton, fino a oggi la classica più sportiva di Triumph. Quando all’heritage, beh guardatela bene, studiatela nei dettagli e capirete quanto Triumph tenga alle sue Modern Classic.QUESTIONE DI FILOSOFIESe andiamo a studiare le due moto da vicino scopriamo due filosofie costruttive differenti ma ugualmente efficaci. Triumph ha seguito una linea classica che più classica non si può. Il motore sembra veramente raffreddato ad aria, la pulizia di linee è esemplare. Telaio a doppia culla doppi ammortizzatori e forcella tradizionale non regolabile (entrambi marchiati Showa) sono un must per la Speed Twin, su cui spuntano anche due pinze marchiate Brembo, anche se non radiali. Tecnici e designer hanno lavorato davvero in modo esemplare, per nascondere ogni elemento non necessario e offrirci una moto con una linea pulitissima.Un po’ differente la strada percorsa da Kawasaki che non rinuncia al look classico, ma cede a soluzioni più moderne come il telaio a diamante, il monoammortizzatore disassato con leveraggi progressivi o la forcella a steli rovesciati regolabile come quella di una moto sportiva. Il motore è “appeso”, e il cromatissimo scarico 4-in-1 ricorda gli scarichi speciali dell’epoca. Le pinze sono radiali. Insomma non le manca proprio nulla per essere una power naked.VEDERLE E GUIDARLE…L’abito non fa il monaco? Verissimo. Perché durante il nostro test le sorprese non sono mancate. Perché quella che ti aspetti sportiva è la più comoda e quella che ti aspetti tranquilla è invece sportiva e rigorosa. Questo è accaduto scambiandoci spesso Kawasaki e Triumph. La Z900RS con il suo motore 4 cilindri e una carta di identità che si riallaccia al pedegree sportivo delle Z offre in realtà un approccio che strizza l’occhio al comfort. Sella comoda larga, imbottita, postura rilassata. Dovessimo fare un viaggio la nostra scelta cadrebbe su di lei. Sulla Z900RS si sta più “appoggiati” che inseriti, la moto si presta a un utilizzo disimpegnato, anche se il motore è molto brillante, ma quando si alza il ritmo si vorrebbe un po’ più di rigidezza (ma sulle sospensioni ci si può lavorare) e una posizione di guida un po’ più attiva.COMFORT KAWASAKI, SPORT TRIUMPHMan mano si alza il ritmo è la Triumph a guadagnare punti. Le sospensioni dell’inglese sono semplici, ma solo in apparenza, perché la forcella a cartuccia offre il giusto sostegno e controllo idraulico così come gli ammortizzatori. E la posizione di guida è moderatamente caricata sul davanti, quasi come quella di una naked sportiva o una streetfighter. Sebbene la cilindrata sia superiore è la Trumph a fare la figura della “piccolina” la moto è compatta, la sella bassa (e più rigida nell’imbottitura), e anche la distanza tra sella e pedane è meno rilassata che sulla Kawasaki il che magari la fa preferire ai piloti meno alti mentre chi ha la gamba lunga potrebbe invece scegliere la verdona di Akashi. Stabile, rigida, ben frenata e con una ottima maneggevolezza la Triumph non patisce la gomma piccola posteriore quanto a grip anzi se ne avvantaggia quando si tratta di guidare. Ma alla sera con lei arriverete a casa più stanchi. Questione di scelte…