Questo è matto, direte voi. Forse sì, oppure visto che la prima gara del Trofeo Enduro KTM 2018 si è svolta a Montalcino (SI), la colpa è del famosissimo vino locale…Sì, avete letto proprio bene il titolo. Stavolta mi sono sentito per un attimo come il “nostro” più grande campione del fuoristrada. D’accordo, con le dovute “giga” proporzioni, qui non si parla di campionato del mondo, ne di motocross, ne tantomeno di un pilota vero! Ma la mia cazzata la dovevo dire, e per un momento domenica scorsa mi sono trovato nella stessa situazione di TC222 qualche anno fa, precisamente il GP di Svezia ad Uddevalla 2012. I più ferrati sull’argomento si ricorderanno che quella fu una trasferta dal magro bottino per l’oggi 9 volte campione del mondo.Ritiro nella prima manche e stessa sorte nella seconda, quando il Tonino nazionale finì fuori pista in seguito ad un errore e la sua moto rimase intrappolata nella morsa del fango, come se fosse nel cemento, senza nessuna speranza di riuscire a tirarla fuori e riprendere la gara. Ecco, a me è successa più o meno la stessa cosa nel cross test al primo giro. Entro in prova speciale bello convinto e con tutti i buoni propositi di fare un giro decente, ma mi accorgo subito che il terreno è insidioso ed è meglio non dare troppa confidenza. Alla quarta o quinta curva vedo in traiettoria un bel canale e mi ci infilo dentro deciso. Proprio quando ne vedo l’uscita, la moto mi si pianta dentro come se fossero le sabbie mobili.Cerco di non fermarmi, do gas, e la ruota dietro scava una fossa dove quasi sparisce mezza moto. Sono lì che cerco, inutilmente, di venirne fuori, la inclino e la impenno, quando arriva il pilota dietro di me, che mi vede, ma si infila anche lui nello stesso canale e ci rimane. Siamo in trappola e non c’è verso di uscirne da soli. Ad un certo punto lo guardo e gli faccio “senti facciamo una cosa, io aiuto te e tu aiuti me ad uscire”. Proviamo insieme a tirare fuori la sua moto, ma niente. Alla fine, mossi a compassione, ci danno una mano due spettatori, quindi in quattro riusciamo a liberare le moto dalla trappola di fango e a ripartire. Totale dell’operazione sei minuti! Quindi sul mio tempo in speciale stendiamo un velo pietoso..Purtroppo la pioggia caduta quasi incessantemente sulle meravigliose colline che circondano Montalcino durante il sabato, con incluse tre grandinate (!), e nel corso della notte di domenica, ha reso il percorso in certi tratti al limite della praticabilità. Sarebbe stata una gara bellissima e già piuttosto impegnativa se fosse stato asciutto. In queste condizioni il terreno è diventato veramente impegnativo, tant’è che al primo giro di gara la prova speciale in linea è stata annullata a causa del fondo che ha reso un tratto quasi impercorribile, bloccando dei concorrenti su una salita con conseguente “tappo” e quelli che sopraggiungevano tutti fermi ad aspettare.Un dato che la dice lunga infatti sono i circa 100 piloti ritirati su un totale di 240 partiti!! Io, manco a dirlo, rientro tra quelli.. anche se non ho alzato bandiera bianca subito, anzi sono partito per il secondo anello di 50 km convinto di portare a termine l’avventura. Il fango però, che non è proprio il mio migliore amico, questa volta ha vinto. Così dopo 100 km di canali e pantani, ho capito che avevo finito braccia e fiato, ed onde evitare di finire io con la faccia nella palude, ho deciso che per me il giro di enduro della domenica di Pasqua poteva bastare così. Un vero peccato perché il percorso era bellissimo e tecnico, tutto in fuoristrada senza praticamente toccare mai l’asfalto.E nonostante tutta la pioggia caduta, gli uomini dell’organizzazione sono stati grandissimi nel modificare alcuni tratti del percorso così da permettere lo svolgimento regolare della manifestazione. A questo punto, visto che di fango stavolta ne abbiamo avuto abbastanza per tutto l’anno, speriamo per le prossime gare di stare all’asciutto, e sono sicuro che a qualcuno sia mancata un pò la polvere delle stagione secca, anche se poi ci si lamenterà di quella…Testo Alessio BarbantiFoto: Alessio Barbanti, MBlab, Roberto Rossi