Coupé. Piccola e leggera: 3,98 metri di lunghezza per 1.040 kg di peso. Costruita sulla base della Fiesta. Un’auto come la Puma del 1997, oggi, rimarrebbe invenduta nelle vetrine e nei piazzali delle concessionarie. Ventidue anni fa non solo si tratta della normalità, o quasi, ma a proporle sono marchi generalisti come Ford, con la Puma appunto, e Opel con la Tigra.
All’appello ci sono anche Honda con la CR-X, Toyota con la Paseo, Renault con la Megane Coach, Mazda con la MX-3 e Hyundai con la Coupé. Tornando alla Ford Puma, oggi identifica una SUV compatta di cui sicuramente si parlerà tanto, più di quanto si sia già fatto, ma che nulla ha a che vedere col passato. Qui invece ci concentriamo sulla sua antenata.
In risposta alla Tigra
La decisione di Ford di investire su una piccola coupé viene presa osservando il successo della Tigra. Si copia dunque la formula (gli ingegneri di Opel partono dalla Corsa), si prende ispirazione nel nome, che rimane in ambito felino, ed ecco che al Salone di Ginevra del 1997 debutta la Puma. La linea, molto aggressiva, alterna spigoli e curve, e veste una meccanica semplice ma messa a punto alla grande. La guidabilità infatti è entusiasmante, grazie anche al peso contenuto in poco più di 1.000 kg.
In Ford non lasciano nulla al caso
Marchio generalista sì, banale no. Ford Europa mette da sempre una grande attenzione sullo sviluppo del telaio, sulla messa a punto di assetto e sterzo per fare in modo che l’handling sia al top del segmento. Nel passaggio da Fiesta a Puma, per esempio, fanno uno sforzo decisamente superiore rispetto a quello che fa Opel da Corsa a Tigra. La Puma è figlia del reparto Progettazione Veicoli Speciali, cioè degli stessi uomini e donne che si occupano, tra le altre, della Escort RS Cosworth.
Fra le chicche, un motore sviluppato con Yamaha
I motori della Puma sono tre, tutti a benzina. Alla base della gamma c’è il 1.400 da 90 cv e 125 Nm di coppia, mentre al top troviamo il 1.700 da 125 CV e 157 Nm, sviluppato insieme a Yamaha e dotato di un rivestimento speciale al Nikasil per le canne dei cilindri. Col restyling del 1999 arriva anche un 1.600 a 16 valvole da 103 CV e 145 Nm di coppia.
La sua “colpa”? Il ritardo
Insomma, alla Puma non manca nulla per far innamorare i 20/25enni dell’epoca. Peccato solo arrivi troppo tardi, quando la festa è già quasi finita. Sì perché di tutte le auto sopra citate, la Ford è l’ultima a comparire nei listini. Il risultato, ovvio, è che le vendite iniziano bene poi calano molto presto. Nel 1999 Ford effettua un restyling, ma nel 2002 alza bandiera bianca: dopo soli 5 anni, la Puma va in pensione, con 130.000 unità vendute e la consolazione dei premi di Auto dell’Anno di Top Gear nel 1997 e quello di auto usata sportiva dell’anno nel 2001 da parte della rivista What Car.