Ci sono vari modi per aggiornare a un’auto, per farle un restyling. Si può usare la mano pesante, magari per cercare di rianimarne le vendite. Oppure si riducono il più possibile le spese e si fa il minimo indispensabile. Ma c’è anche una terza via: apportare modifiche significative, che tengano alta la competitività di un modello, ma che non siano così percepibili a un primo sguardo. Un’operazione, questa, che ha uno scopo ben preciso: non far invecchiare troppo la versione precedente, evitando così di scontentare i clienti che ti hanno già dato fiducia. E la Porsche Macan 2022 come si posiziona?
L’ultimo aggiornamento del SUV più piccola di Zuffenhausen è del terzo tipo. Se la vedi da sola ti sembra uguale alla precedente. Le metti accanto e cogli le differenze; quel tanto che basta per arrivare in forma fino a fine carriera, considerando che gli anni sulle spalle iniziano a essere tantini: 8 per la precisione. E saranno almeno 10 quando la Macan uscirà dai listini.
Interni a sfioramento
Insieme a 718 Boxster e Cayman, la Macan era rimasta l’unica della gamma con il tunnel fra i sedili dotato di tasti. Tanti tasti, fisici. Una soluzione ormai non più di moda ma che – almeno dal mio punto di vista – dava un tocco di qualità e ricercatezza non comuni. I pulsanti infatti erano di ottima fattura e contribuivano a rendere esclusivo questo ambiente. Tutto, adesso, è stato sostituito da superfici a sfioramento: a colpo d’occhio l’abitacolo risulta decisamente più moderno ma in certo senso più “banale”; un po’ perché così fan tutti (ma evidentemente questo vogliono i clienti) e un po’ perché la resa di un tasto ben fatto sarà sempre superiore a quella di una superficie nera lucida che si riempie di impronte.
Restano al proprio posto sia l’interruttore di avviamento a sinistra del piantone, sia il contagiri analogico al centro della strumentazione.
Cosa rende la GTS la versione top di gamma
Il motore, 2.9 V6 sovralimentato da 440 CV e 550 Nm di coppia è il vero protagonista della Macan. Ma di questo vi parlerò dopo. Qui concentriamoci sulla dotazione. Di serie ed esclusivamente, la Macan GTS offre sospensioni pneumatiche sportive con regolazione in altezza, controllo adattivo degli ammortizzatori, maggiore rigidità (+10% sull’anteriore, +15% sul posteriore) e assetto ribassato di 10 mm. Non solo: la GTS – che di fatto è il nuovo top di gamma dopo l’uscita di scena della Turbo – offre il noto display touch full HD da 10,9 pollici, mentre l’orologio analogico nella parte superiore del cruscotto è ora di serie. Ancora, la connessione in rete è compresa nel prezzo, così come il comando vocale, un hotspot WiFi e l’app Porsche Connect. Si paga a parte la ricarica a induzione.
Piacere di guida autentico
Finora vi ho parlato di design e di modifiche alla gamma. Ma una Porsche è tale anche e soprattutto per il piacere che sa regalare quando la si guida, in particolare tra le curve. Beh, la Porsche Macan non delude. Ok, i puristi sono ancora impegnati a fare paragoni con la 911, a dire che tutto il resto non è Porsche. Forse – e dico forse – in un certo senso hanno ragione. Ma senza la Macan e senza la Cayenne la 911 non esisterebbe più da anni. E poi, detto che contro la fisica – leggi: baricentro alto – si può fare ben poco, la Macan è appagante. Attenzione: non è appagante come SUV, la Macan esalta come automobile. Molto più di certe berline e/o coupé sportive favorite dal baricentro più basso.
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Gli inserimenti sono rapidi anche se non fulminei (francamente, uno sterzo più reattivo di così sarebbe stato fin eccessivo, dato l’utilizzo prettamente familiare di un’auto come questa), aiutati da una nuova gestione della trasmissione, che invia più coppia di prima alle ruote posteriori. Questa modifica non trasforma la Macan in un’auto da drifting, ci mancherebbe, però la rende ancora più agile di prima e capace di uscire dalle curve a ruote dritte, proiettata ad altissima velocità verso la curva successiva.
Un motore inesauribile
Ci mancheranno. Anche chi certi motori li ha solo provati, persino chi li ha giusto sentiti suonare da “spettatore” a bordo strada, avrà nostalgia di propulsori come quello della Porsche Macan. Il discorso ovviamente vale non solo per i V6, ma anche per i 6 in linea, i V8, i V10 e i V12. Opere di ingegneria capaci di produrre lavoro – movimento nelle automobili – ma anche e soprattutto suoni ed emozioni che l’appassionato apprezza da sempre.
Qui, con 440 CV e 550 Nm di coppia disponibili già a 1.900 giri, ci sono anche prestazioni da sportiva vera. Spinta ai bassi e allungo agli alti, con un cambio a doppia frizione e 7 rapporti che non è solo rapido nel passaggio da una marcia all’altra, ma interpreta nel giro di pochi attimi ciò che il guidatore vuole fare. Il che rende quasi superflue le palette dietro al volante.
Prezzi alti che si impennano facilmente
Come tutte le cose belle, anche la Porsche Macan costa un sacco di soldi. Si parte dai 70.471 della 2.0 turbo benzina da 265 cavalli, si sale ai 79.809 della S (2.9 V6 da 381 CV), per arrivare ai 96.837 euro della GTS. E non è finita, perché se solo vi fate ingolosire dal listino degli optional, aggiungere 10.000 euro al conto è davvero questione di attimi.