L’Aston Martin ha scelto la passerella della Monterey Car Week per presentare al mondo la DBR22, una sbalorditiva barchetta a due posti con cui festeggia la divisione Q festeggia i suoi 10 anni di attività. Giusto per chi non se lo ricordasse, dietro quella lettera si nasconde il reparto creato per produrre internamente le one-off e i modelli a tiratura limitata. Per farla breve, da lì escono le auto più esclusive per i clienti più esigenti.
Che bella scoperta!
L’Aston Martin definisce la DBR22 una concept e in lei si i tecnici britannici hanno cercato di dare prova di tutta la loro maestria. A livello di design l’ispirazione è venuta ripensando alle leggendarie DBR1 e DB3S, la prima capace di vincere anche a Le Mans nel 1959 con alla guida Carroll Shelbt e Roy Salvadori. La DBR22 reintrepreta le loro forme e lo fa con una carrozzeria in carbonio realizzata con pochi componenti. Questa soluzione le permette di esprimere meglio l’idea di forza e e di far risaltare i suoi muscoli, attraverso superfici levigate.
Numeri impressionanti
La DBR22 sfoggia una variante inedita del classico verde inglese, giusto per dar prova della capacità della divisione Q di creare anche vernici su campione. E unici sono anche i cerchi monodado da 21 pollici a 14 razze, creati apposta per questa vettura. Tra i segni particolari spicca il cofano con un’apertura a ferro di cavallo, utile a far respirare al meglio il motore V12 Twin-Turbo da 5,2 litri. Già che l’ho menzionato, vi snocciolo subito i suoi numeri: i picchi di potenza e di coppia sono 715 CV e 753 Nm. Quanto alla velocità massima si parla di 319 km/h, mentre per lo scatto da 0 a 60 miglia (96 km/h) ci vogliono solo 3,4 secondi, complice la rapidità del cambio automatico a otto marce.
Tra passato e futuro
Non c’è che dire, dev’essere una bella sfida raggiungere tali prestazioni con un parabrezza così striminzito. Alle sue spalle si sviluppa un abitacolo che fonde stilemi classici e soluzioni ultramoderne. Pelle e carbonio dominano la scena, assieme allo schermo dell’infotainment. Molto particolare è anche ciò che si nasconde alla vista. Per la prima volta Aston Martin utilizza infatti sulla DBR22 un telaio ausiliario posteriore realizzato unendo tra loro elementi di alluminio ottenuti con la stampa 3D. Questa tecnologia permette un considerevole risparmio di peso, senza incidere sulla solidità della struttura.