Il decreto sugli autovelox, voluto dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, ha ricevuto il via libera e con la pubblicazione in data odierna sulla Gazzetta Ufficiale il provvedimento dovrebbe entrare in vigore tra 15 giorni. Le nuove norme mirano ad assicurare un utilizzo “più corretto” dei dispositivi di rilevazione della velocità.
In buona sostanza si vuole far sì che gli autovelox vengono utilizzati come strumento di sicurezza, là dove serve per limitare gli incidenti, e non come sistema per aumentare le entrate comunali. Alzi la mano chi non si è sentito in qualche modo vessato da multe discutibili, dovute a dispositivi piazzati in posizioni alquanto improbabili.
I sindaci avranno 12 mesi di tempo per adeguare i dispositivi già installati alle nuove regole, dopodiché gli autovelox che non rispetteranno la norma dovranno essere disinstallati e adeguati. Attenzione: in questo intervallo di tempo le infrazioni rilevate rimarranno valide e le multe andranno pagate.
Autovelox, tutte le novità del decreto
Prima di tutto saranno i Prefetti a decidere dove è possibile collocare gli autovelox, i dispositivi di rilevazione si potranno posizionare solo in aree in cui è documentato un alto tasso di incidenti e dove, a causa delle condizioni della strada, non è possibile la contestazione immediata. Questo significa che le amministrazioni locali dovranno rivolgersi alla Prefettura per ottenere il via libera all’installazione, documentando in modo adeguato quanto sopra. Ciò vale anche per i dispositivi mobili montati su treppiedi, utilizzati di solito dalla Polizia locale: la posizione dovrà essere concordata con la Prefettura.
Fuori dai centri abitati la presenza degli autovelox dovrà essere segnalata prima, ad almeno un chilometro sulle strade extraurbane, 200 metri sulle strade urbane ad alto scorrimento e 75 sulle altre strade.
Tra le novità più importanti per evitare gli “autovelox trappola” la norma che stabilisce l’impossibilità di installazione nei tratti in cui vige un limite inferiore di 20 km/h rispetto a quanto stabilito dal codice della strada. Un esempio aiuta a capire meglio: sulle strade extraurbane, dove il limite ordinario di velocità è di 90 km/h, non si potranno più installare autovelox nei tratti con limite inferiore ai 70 km/h. Avete presente quegli autovelox piazzati ad arte in un punto in cui la velocità è sensibilmente più bassa e che sembrano messi apposta per mietere vittime? Ecco, non si potrà più fare.
Importante stretta in città, dove non si potranno installare autovelox per limiti di velocità inferiori a 50 km/h, in questo caso sarà necessaria la contestazione immediata. Quindi niente dispositivi di rilevazione nelle zone con limite a 30 km/h.
Il decreto stabilisce anche una distanza minima tra i dispositivi di rilevazione, in base al tipo di strada. Inoltre, se viene rilevato più volte nel giro di un’ora il superamento del limite sullo stesso tratto di strada si pagherà solo una volta, per un importo totale pari a quello della multa maggiore aumentata di un terzo.
Ancora aperto il nodo dell’omologazione degli autovelox
Una recente sentenza della Corte di cassazione ha stabilito il principio secondo il quale gli autovelox devono essere omologati e non solo approvati. Questo potrebbe portare ad una valanga di ricorsi fino alla paralisi del sistema. Il decreto non risolve il problema, ma Salvini ha assicurato tutto sarà risolto entro l’estate, con il nuovo Codice della strada.