Finalmente. Finalmente l’auto elettrica coerente, sviluppata da chi davvero ha a cuore la sostenibilità, più che la preoccupazione di compiacere certa politica che pensa (e legifera di conseguenza), banalmente: “elettrico è bello, giusto e pulito, purché sia”. Un approccio che ha fatto deragliare l’auto sostenibile sul campo delle batterie mostruosamente grandi, costose e impattanti, delle prestazioni da dragster, del peso da autocarro. L’auto elettrica coerente, almeno dal nostro punto di vista, si chiama Citroen oli e, a dir la verità, per ora è solo un concept. E a dirla proprio tutta, basta guardarla, la Oli, per capire che si tratta più che altro di un laboratorio di idee. Ai più attenti non sfuggirà che questo concept 100% elettrico non è una novità assoluta; il giorno di San Valentino del 2023 si è mostrato però per la prima volta in Italia ed è quindi il momento di tornarci su.
Idee brillanti applicate in modo onesto
Per prima cosa occorre ribadire che non sappiamo ancora quando la Citroën Oli arriverà su strada, né se ci arriverà, se non altro così spinta in avanti nel design. Però condensa una serie di idee che vanno seriamente, concretamente, nella direzione dell’impatto ambientale più basso possibile, non solo delle emissioni zero allo scarico. Il tutto, con un occhio ai prezzi, perché per portare beneficio all’ambiente l’auto a batterie dev’essere non “solo” fatta in un certo modo ma anche alla portata di tutti, non dei pochi che si possono permettere cifre nell’ordine, come minimo, dei 60/70.000 euro (o dei canoni di noleggio proporzionati a queste cifre).
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Al di sotto dei 30.000 euro
Prima di scendere nei tecnicismi della Oli, partiamo dal prezzo: perché è questo, molto spesso, l’ostacolo insormontabile per chi si avvicina all’auto elettrica. L’obiettivo degli uomini di casa Citroën è quello di tenerlo al di sotto dei 30.000 euro, più precisamente nella forbice compresa tra 25.000 e 30.000 euro. Miracolo? No. Sfruttamento del lavoro nei Paesi in cui non ci sono diritti per i lavoratori? Tantomeno. In Citroën hanno lavorato d’astuzia. Volete due esempi? Innanzitutto, la batteria di dimensioni “umane”, 40 kWh, taglia già la parte più consistente del costo di un’auto elettrica. In secondo luogo, niente sistema di infotainment: al suo posto, un alloggiamento per lo smartphone e un modulo di connessione semplice semplice, che taglia i costi ma anche il peso.
Essere Citroen nell’era dell’elettrico
Bisogna essere onesti fino in fondo. La via illustrata da Citroen non è “solo” la più sensata se si vuole davvero minimizzare l’impatto della mobilità privata; è anche la più ragionevole, dal punto di vista del marketing, per i marchi cosiddetti generalisti. Brand che si rivolgono principalmente alle famiglie con un budget di spesa non illimitato. In sostanza, in Citroën si sono chiesti: “Come potremo consegnare un gran numero di EV, nel 2030, se non li rendiamo accessibili?”
Un approccio che ha fatto deragliare l’auto sostenibile sul campo delle batterie mostruosamente grandi, costose e impattanti, delle prestazioni da dragster, del peso da autocarro.
I numeri parlano chiaro
E ora qualche numero interessante: il reddito medio dei clienti delle BEV, in Europa, è pari a 66.000 euro, contro i 44.000 euro di reddito dei clienti delle auto con motore endotermico. Il 50% in più. Un dato che indica una cosa, soprattutto: se nessuno saprà fare BEV abbordabili, l’auto privata tornerà a essere un lusso. Un rischio invero scongiurato dai Costruttori cinesi, avvantaggiati però da un accesso “privilegiato” alle materie prime e più avanti nella tecnologia, per averci investito prima e più dei competitor europei.
Una prima risposta nella Ami
A qualcuno, leggendo di leggerezza ed essenzialità nel campo dell’elettrico, sarà venuto in mente un altro veicolo di Citroën, quella Ami che così tanto successo sta riscuotendo un po’ in tutta Europa. Vero, però si tratta di una risposta parziale, che soddisfa giusto le esigenze di piccola mobilità urbana.
La Oli si rivolge a una clientela che deve coprire distanze più lunghe, magari non in due e con un bagagliaio che si possa definire tale. Senza esagerazioni, però. Ecco perché, nella definizione della oli, in Citroën si sono preoccupati prima di tutto di ridurre il peso della batteria. E la spiegazione di questa scelta, molto ragionevole, è la seguente: in media, per il 95% del tempo l’auto è ferma e, quando si muove, per l’80% lo fa con il solo guidatore a bordo. Ciò significa che con certe elettriche movimentiamo 2.200, 2.500 ma anche 2.900 kg di materiale per trasportarne 100, a dire tanto, su una distanza di pochi km. Riuscite a pensare a qualcosa di più insensato? Io no.
Un po’ di batteria, comunque, ci vuole
Non vivo nemmeno, però, su un altro pianeta: è chiaro che se si vuole avere un’autonomia ragionevole e non ci si possono permettere due auto, un certo quantitativo di celle e quindi di kWh va caricato a bordo. Se però lo si fa su un’auto leggera, 40kwh potrebbero bastare per 400 km di autonomia: questi, almeno, sono gli obiettivi che Citroën si è posta con la oli, che dovrà essere dunque capace di percorrere 100 km con 10 kWh di energia. Riuscirà a raggiungerli? Staremo a vedere; di sicuro, questo approccio va nella direzione più sensata. Ah, la ricarica dal 20% all’80% richiede solo 23 minuti.
Oli e il suo approccio… Olistico
Già, ma quali sono, nel concreto, le soluzioni che permettono a Citroën oli di essere così efficiente e, allo stesso tempo, economica? Fra le altre, porte anteriori, paraurti ed elementi di protezione sono identici; sono stati inoltre adottati materiali leggeri, molto robusti e piatti ma non costosi come la fibra di carbonio. I pannelli del cofano, del tetto e del pianale del bagagliaio sono prodotti in cartone alveolare riciclato, estremamente resistenti e calpestabili. Inoltre le ruote sono “ibride”, in acciaio e alluminio, e calzano pneumatici resistenti e intelligenti Eagle GO creati in collaborazione con Goodyear.
E non è finita, perché i sedili posteriori presentano lavorazione a “rete”, pavimento lavabile e materiali leggeri e riciclabili. Ultimo ma non meno importante, il ciclo di vita: Citroën oli è progettata per essere rinnovata, aggiornata e riparata con componenti riciclati per promuovere la sostenibilità, la longevità e il riutilizzo.
Un accenno alle forme e al design
Quanto è grande la Citroën oli? 4,20 m in lunghezza, 1,65 m in altezza e 1,90 m di larghezza. Dimensioni contenute, fasciate da una carrozzeria dal design molto ma molto originale. Così tanto che lasciamo alle parole del suo “papà”, Pierre Leclercq, la spiegazione: “Tutti gli elementi progettuali chiave di oli sono perfettamente orizzontali o verticali, e questo è un aspetto che abbiamo voluto sperimentare.
Il parabrezza è verticale perché è il modo per avere la distanza più breve tra la parte superiore e quella inferiore e quindi utilizzare la minore quantità di vetro possibile. Oltre a ridurre il peso e la complessità, il parabrezza è più piccolo, quindi meno costoso da produrre o da sostituire e riduce l’esposizione al sole degli occupanti e quindi la necessità di aria condizionata. Inoltre, si stima inoltre che contribuisca a ridurre del 17% il consumo della batteria.
E l’aerodinamica?
“Si potrebbe obiettare che un parabrezza verticale è meno aerodinamico, ma a priori il proprietario di questo tipo di veicolo non guiderà a velocità eccessive. Abbiamo progettato Citroën oli per le aree urbane e suburbane, per questo motivo la velocità massima è limitata a 110km/h.» spiega Pierre Sabas, Responsabile Advanced Design e Concept-Car di Citroën. Tuttavia, per migliorare l’efficienza, oli adotta un sistema sperimentale “Aero Duct” tra il frontale e la parte superiore del cofano piatto, che soffia l’aria verso il parabrezza, creando un effetto che fa scorrere il flusso d’aria sopra al tetto.