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Francia vs. Germania: la guerra del climatizzatore

Mercedes-Benz non adotta il gas “verde” per condizionatori imposto dall’UE, ritenendolo pericoloso. La Francia reagisce bloccando l’immatricolazione delle vetture tedesche. E la Merkel s’infuria. Cronaca d’una battaglia solo agli inizi

La Linea Maginot è tornata. La Francia è nuovamente in trincea per respingere l’invasore teutonico. In accordo con la modernità, però, il fronte difensivo non è composto da fortificazioni, opere militari, ostacoli anticarro, postazioni di mitragliatrici, caserme e depositi di munizioni; bensì da una sigla. Una semplice sigla: R1234yf. Variante del virus ebola? Codice di lancio per testate nucleari? Macchina cifratrice erede della celebre Enigma?  

Nulla di tutto questo. R1234yf è la sigla identificativa del tetrafluoropropene; un liquido per il climatizzatore delle auto. Fluido che ha fornito al governo di Parigi il pretesto per bloccare la vendita Oltralpe di alcuni nuovi modelli Mercedes-Benz. Classe A, B, CLA e SL non sarebbero infatti conformi alla normativa europea sui refrigeranti. Normativa che richiede la sostituzione del vecchio liquido per condizionatori, denominato R134a, con l’R1234yf, considerato più ecologico e destinato a tutti i veicoli leggeri e commerciali omologati a partire dal primo gennaio 2011.

Sull'effettivo minor impatto ambientale del nuovo fluido conforme alla direttiva europea 2006/40/EC, denominata MAC, è in corso un fervente dibattito. L’R1234yf è un liquido termovettore chiamato anche Opteon, prodotto dalle americane DuPont e Honeywell, protagonista del ciclo termodinamico alla base di ogni condizionatore. Erede dei “modelli” freon R12 e R22, dichiarati fuori legge in quanto killer dell’ozono, e del diffusissimo R134a, appartiene a una nuova classe di refrigeranti pronti a sostituire i clorofluorocarburi e gli idrofluorocarburi (i famigerati HFC) nei sistemi di condizionamento del settore automotive.

Punto di forza dell’R1234yf è il basso coefficiente GWP (Global Warming Potential). Indicatore, quest’ultimo, che misura il contributo all’effetto serra da parte di un’emissione gassosa (inclusi i liquidi volatili) in atmosfera. Ebbene, il fluido R1234yf ha un GWP pari a 4: oltre 300 volte inferiore all'R134a (GWP 1.430). Rispetta pertanto la direttiva MAC che impone ai produttori di automobili d’utilizzare liquidi con GWP non superiore a 150. Non esiste però prova risolutiva che porti in dote un beneficio ambientale sostanziale. Ragione per la quale, sino ad ora, nessuno dei 28 Paesi membri dell’UE aveva bloccato l’omologazione di vetture dotate del tradizionale R134a.

La Francia ha gettato il sasso nello stagno. Dal canto proprio, Mercedes-Benz si trincera dietro il baluardo della sicurezza, sostenendo che il componente tanto amato dall’UE sarebbe infiammabile in caso d’incidente e quindi pericoloso. Non solo, se riscaldato oltre i 500°C rilascerebbe fluoruro di idrogeno, detto anche acido fluoridrico, un gas altamente tossico. Una posizione che accuserebbe gli organi europei d’una capacità cognitiva degna di Forrest Gump, schiudendo le porte a un dibattito tecnico destinato a durare a lungo. Certo è che l’R1234yf, per via delle caratteristiche chimico-fisiche simili al freon R134a, può essere utilizzato agevolmente dalle vetture attuali senza modifiche progettuali al sistema di condizionamento. Tuttavia, le auto già in circolazione non sono compatibili con il nuovo refrigerante, corrosivo nei confronti del compressore e di alcuni componenti.

Il ricorso Mercedes contro il blocco delle omologazioni è stato accolto dal tribunale amministrativo di Versailles. Le autorità francesi hanno però mantenuto in vigore il divieto, applicando la clausola di salvaguardia inclusa nella direttiva MAC, prevista in caso di minaccia alla sicurezza. La Francia, candidamente, ha infilato un dito in un occhio alla Germania. Protezionismo? Forse. Certo è che i Tedeschi tendono a rispettare le regole… quando le regole sono dalla loro parte. Prova ne è quanto recentemente accaduto: Parlamento e Governo europei avevano faticosamente raggiunto un accordo sui metodi di calcolo della media delle emissioni di CO2, il cui limite avrebbe dovuto attestarsi a 95 g/km entro il 2020, ma alle Case tedesche il meccanismo non era gradito. E la cancelliera Angela Merkel ha bloccato tutto.

Nel mentre, si è aperto un contenzioso tra Bruxelles e Berlino. La Commissione UE ha chiesto al governo tedesco di motivare la deroga alla direttiva MAC: le vetture dotate del vecchio refrigerante, anche se omologate dopo il primo gennaio 2011, potranno infatti circolare in Germania fino al 31 dicembre 2016. Una concessione eccessiva: la direttiva UE prevedeva che i soli modelli omologati entro la fine del 2010 potessero viaggiare con il liquido R134a fino al 2016. La Germania, non paga della libertà concessa, si è ulteriormente allargata. Ora l’Europa tenta di contenerla, “vendicandosi” così dell’entrata a gamba tesa subita sul protocollo di riduzione delle emissioni d’anidride carbonica. Chi di CO2 ferisce, di freon perisce…

 

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