Non è mai bello essere facili profeti, specie se ci si chiama Sergio Marchionne e si annuncia un “mercato orribile” agli operatori di settore. Eppure, le 138.137 auto vendute in marzo sono un allarme rosso rispetto alle 188.495 di dodici mesi prima. Il mercato, per dirla in termini percentuali, lascia sul piatto il 26,72% in Italia.Per ricorrere a un catastrofismo che oggi non appare fuori luogo, l’ultimo marzo in cui si era venduto meno del mese appena chiuso era quello di 32 anni fa. Quando – correva il 1980 – le Panda erano una novità assoluta, avevano il parabrezza piatto, i sedili ad amaca e il bicilindrico della 126, strettamente imparentato con quello della 500, sviluppava 30 CV. Altri tempi? Anagraficamente sì. Ma, numeri alla mano, non più di tanto… (e, per inciso. la Panda di oggi è la più venduta del mese).Sciopero delle bisarche per un marzo così nero? Può darsi, ma non è così rilevante da spiegare l’ammanco di 50.000 pezzi in un mese. Primo marchio in Italia è, come da tradizione, Fiat: eppure, i numeri calano, e anche parecchio. Rispetto a marzo 2011, sono state immatricolate 24.900 auto anziché 38.953 (-36,08%). Dall’inizio dell’anno, l’ammanco è del 25,61% . La quota di mercato è del 18,03% a fronte del 20,67% di dodici mesi prima. Nel primo trimestre del 2012, il venduto è di 78.479 unità (-25,61% rispetto al 2011) : da gennaio a marzo 2011 Fiat aveva un market share del 20,50%, mentre oggi il Lingotto si ferma al 19,29% (ovviamente, a livello di singolo marchio).Sul podio, Volkswagen e Ford, che pure perdono rispettivamente il 22,84% e il 38,61% rispetto a marzo 2011: la miglior tenuta dell’azienda di Wolfsburg le ha permesso di sorpassare Ford, che dodici mesi prima la sopravanzava. Oggi il computo è di 12.353 a 10.924.Seguono, fino alla decima posizione, Opel, Citroen, Lancia/Chrysler, Peugeot, Toyota, Renault e Nissan. Fuori dalla top ten la nobile decaduta Alfa Romeo: con 3.889, perde a marzo il 45,59%. Henry Ford potrebbe ancora levarsi il cappello in segno di omaggio davanti a un’Alfa… ma a patto di trovarne ancora una!L’Alfa è sopravanzata da Audi e Hyundai: la Casa coreana è una delle pochissime in positivo, con un +11,51% che portano il venduto del mese a 4.639 unità. Marchi “di sostanza” quali Kia e Dacia sono anch’essi col segno più davanti all’andamento percentuale: 26,92% la coreana e 24,32% la franco-rumena. Segno che gli italiani non amano granché (o meglio, non possono permettersi oggigiorno) i fronzoli… Male, per contro, BMW (-33,54%), la cui performance fa passare in secondo piano il -10,41% di Mercedes. Anche se, pallottoliere alla mano, è Saab a vestire la maglia nera: solo 3 le consegne a marzo a fronte delle 148 di dodici mesi prima. Ma, nel caso specifico, i problemi sono di natura sovraordinata rispetto al pur ingente passo indietro del mercato.”L’effetto della crisi congiunturale, l’aumento continuo del prezzo dei carburanti, la forte crescita delle assicurazioni RC Auto, l’assenza di credito alle imprese, unito alle mancate consegne per lo sciopero delle bisarche è stato un mix letale”, ha commentato Jacques Bousquet, Presidente dell’Unrae, l’Associazione delle Case automobilistiche estere in Italia. E quindi? “Siamo al day after e non comprendiamo più l’immobilismo del Governo”: parola di Filippo Pavan Bernacchi, Presidente di Federauto, l’associazione delle concessionarie. Si invocano gli incentivi, in altri termini. Anche se la posizione non spicca certo per originalità.