È tornata là dove ha scritto la storia, dove ha annichilito gli avversari, dove si è conquistata il soprannome di “ammazza Ferrari”: la Ford GT è scesa nuovamente in pista a Le Mans, con l’obiettivo – raggiunto – di rinverdire i fasti degli Anni ’60, quando nessuno riusciva a mettere le proprie ruote davanti alla mitica GT40. La nuova supercar americana ha conquistato la categoria LM GTE Pro, ottenendo un successo storico che giunge a mezzo secolo dalla tripletta del 1966.Esattamente cinquant’anni fa, la racing car GT40 ottenne la prima vittoria alla 24Ore di Le Mans, annichilendo il mondo. Un risultato da ricordare e, soprattutto, da celebrare in quello che può essere considerato uno dei momenti storici migliori per la divisione sportiva Ford. La Casa dell’Ovale Blu ha infatti ricevuto oltre 6.500 richieste per la nuova GT, anche se solo 250 esemplari verranno assegnati nel corso del 2016. Fra questi, un ristretto lotto verrà realizzato nella configurazione speciale 66 Heritage Edition, ispirata nella livrea alla mitica GT40 vincente nel 1966.Alla verniciatura nera lucida oppure opaca con stripes argento e una miriade di componenti in carbonio (a vista) si accompagnano l’evocativo numero 2 della vettura condotta al successo da Bruce McLaren e Chris Amon, i cerchi in lega forgiati da 20 pollici con l’esclusiva finitura oro satinato con bulloni neri, i rivestimenti interni in pelle Ebony, estesi anche alla plancia, gli inserti personalizzati con il logo GT e la caratterizzazione color oro dei paddle al volante. L’Alcantara, destinato originariamente alla corona del volante, lascia spazio alla pelle, mentre i sedili sono integralmente in fibre composite. Una dotazione da prima della classe che dona un fascino speciale alla supercar Ford.Nulla cambia sotto il profilo meccanico, dato che in posizione centrale pulsa il noto V6 3.5 EcoBoost (biturbo) a doppia strategia d’iniezione della benzina – diretta come standard, indiretta, ovvero nel collettore d’aspirazione, ai carichi parziali del propulsore – da 600 cv abbinato a una trasmissione a doppia frizione a 7 rapporti. Un propulsore derivato dall’unità destinata ai Daytona Prototype omologati dall’Imsa (International Motor Sports Association), vale a dire la Federazione automobilistica sportiva USA, per le gare endurance. Invariati l’aerodinamica attiva, gli ammortizzatori di tipo push-rod – con puntoni diagonali che lavorano in compressione – i freni carboceramici Brembo e le portiere ad apertura verticale, così come la realizzazione in carbonio della cellula dell’abitacolo e delle porzioni anteriore e posteriore del telaio, costituite da un mix di fibre composite e alluminio.