Forse qualcuno non se lo ricorderà, ma della Omoda avevamo già parlato nel novembre scorso. All’epoca il Gruppo Chery aveva infatti diffuso le prime foto ufficiali e alcuni dati tecnici della Chery Omoda 5, un SUV che arriverà entro fine anno dapprima in Italia e quindi nel resto d’Europa. Oggi giunge la decisione di trasformare il nome del modello in un marchio a se stante e di dar quindi vita a una vera e propria gamma Omoda.
Una nuova identità
Giusto per inquadrare la realtà Chery, si tratta di un costruttore passato dalle 50.000 unità prodotte del 2002 alle 730.000 del 2020. Dalle sue catene escono anche quelle vetture che sono poi vendute in Italia nel listino DR Automobiles. In vista di uno sbarco in grande stile nel Vecchio Continente, i vertici dell’azienda hanno scelto di puntare su un nuovo nome. Che sia più semplice affermarsi così invece che scrollarsi di dosso immagini radicate e pregiudizi, d’altro canto, lo dimostrano svariati casi, a partire da Lexus per arrivare a Cupra.
Una strategia articolata
È la stessa Omoda a scoprire le carte e a svelare quali saranno le mosse future. ” I veicoli Omoda sono frutto della strategia di sviluppo tecnologico “457”, numero che indica quattro piattaforme di propulsione del veicolo, cinque sottosistemi generali e sette tecnologie di base.”. La frase appare criptica, ma la spiegazione segue a ruota: “Questa impostazione consente di realizzare veicoli che coprono tutti i segmenti di mercato: dalle berline di segmento A, B e C e tutti i SUV di segmento B, C e D, andando a esplorare varie soluzioni per i powertrain: l’elettrico puro, l’ibrido, l’elettrico con range extender e anche l’idrogeno fuel cell.“.
Non finisce qui
Il passaggio chiave è lascato però per la chiusura del comunicato Omoda: “Dopo la Omoda 5, nei prossimi 3 anni, il brand proporrà una gamma completa di veicoli dotati di diverse tecnologie propulsive al fine di rispondere al meglio alle esigenze di mobilità di tutti gli automobilisti europei.“. Non resta che attendere ulteriori sviluppi.
