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Porsche e-fuel, lunga vita al boxer!

La Casa tedesca ha investito circa 69 milioni di euro per acquisire il 12,5% di HIF, holding attiva nel campo dei carburanti alternativi. Perché l’elettrico non è l’unica via

Il tempo è galantuomo, dicono. Noi petrolhead – pur sapendo che i problemi del mondo sono altri – speriamo che lo sia sul serio, nei confronti del motore endotermico. Una tecnologia che, per carità, ha contribuito tanto all’inquinamento del pianeta su cui viviamo, ma che qualcuno ha cercato (e sta cercando) di fare fuori proprio nel momento in cui era riuscita a rendersi quasi innocua nei confronti dell’ambiente. Un quasi, è bene metterlo in chiaro, che si applica anche all’auto elettrica: non è ancora pacifico se e quanto quest’ultima sia davvero meno impattante, nell’intero ciclo di vita. Questo non per dire che l’evoluzione debba fermarsi solo perché nel mondo c’è gente come noi che ama il sound come si deve di un motore come si deve. Quello che intendiamo è che certe scelte vanno prese sulla base di studi molto approfonditi e non nella scia di qualche estroverso miliardario della Silicon Valley e/o di Hollywood. Proprio come dimostra la scomessa di Porshce sugli e-fuel.

Porsche e gli e-fuel

È dunque musica per le orecchie degli appassionati – e di chiunque anteponga il metodo scientifico alle sensazioni di un guru, vero o presunto – sapere che Porsche ha investito la bellezza di 69 milioni di euro (spicciolo più, spicciolo meno) in HIF Global LLC, un gruppo che opera nel campo dello sviluppo di impianti di carburanti alternativi, rilevandone il 12,5%. Una mossa che non deve stupire: è vero che a Zuffenhausen hanno già intrapreso la strada dell’elettrico (la Taycan peraltro è una delle elettriche più divertenti in assoluto, sotto il video della prova della Sport Turismo), ma nessuno in Casa Porsche si è mai scapicollato nella gara, molto partecipata, degli annunci sull’abbandono del motore endotermico. Anzi, il CEO Oliver Blume ha spiegato più volte che, per raggiungere la carbon neutrality entro il 2030, Porsche sta procedendo lungo “un doppio binario”: elettrificazione della gamma e sviluppo degli e-Fuel.

Coerenza con la scelta della Formula 1

Scelta illuminata, verrebbe da dire, visto che da più parti inizia a traballare l’ipotesi della Commissione Europea di mettere al bando i motori Diesel e a benzina nel 2035. Non solo: sviluppare gli e-Fuel – e i motori che se ne dovranno alimentare – è perfettamente coerente con la scelta appena ufficializzata di tornare in Formula 1 nel 2026. La massima serie dell’automobilismo mondiale, infatti, tra quattro anni cambierà un’altra volta il regolamento tecnico: la parte elettrica del powertrain ibrido sarà più importante di oggi, ma quella endotermica rimarrà sempre lì e sarà alimentata, guarda caso, con e-Fuel.

Leggi anche: Le perplessità attorno all’auto elettrica

Sostenibilità economica

Il percorso intrapreso da Porsche con gli e-fuel non è certo dei più semplici, ma la forza di un Gruppo come Volkswagen è una doppia garanzia: da un lato “copre le spalle” per sostenere gli investimenti necessari, dall’altro assicura un amplissimo numero di modelli su cui spalmare le tecnologie sviluppate. C’è ancora un tassello che manca, però: cosa converrà fare ai clienti? Capirlo adesso non è difficile, è impossibile. Di sicuro, offrire più possibilità di scelta non è mai cosa sbagliata. Anche perché, come sostiene lo stesso Blume: “Oggi un litro di e-Fuel costa circa 10 dollari, quando saremo a regime, il costo scenderà rapidamente, fino a 2 dollari”. Poco più di quanto costa un litro di comunissima benzina.

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