Le prime impressioni al volate della Abarth 500e
Oltre che essendo buoni fisionomisti, che la Abarth 500e abbia poco da spartire con le sorelline 1.4 turbo si capisce già mettendosi al volante. Sull’elettrica l’ambiente pare più subito ampio. Sembra infatti di avere più spazio attorno e di poter assumere anche un’impostazione di guida più corretta. La triangolazione tra seduta, volante e pedaliera è senza dubbio migliore.
Ben piantata a terra
Bastano poi poche curve per capire come la 500e sia più facile, omogenea e progressiva nelle reazioni. Da cosa dipenda da ciò è presto detto. Rispetto alla 695 ha infatti le carreggiare più larghe di 60 mm e il passo più lungo di 24. È insomma meglio piantata sull’asfalto, è più macchina, come si suol dire. Certo, sulla bilancia pesa circa tre quintali in più, ma la massa è sistemata più basso e distribuita in maniera più equa sui assi, con il 43% che grava su quello anteriore e 57% su quello posteriore. Una volta assestata sulle ruote esterne, percorre insomma la traiettoria impostata con buona precisione. Anche accelerando a ruote sterzate si sentono meno reazioni al volante e pure il cronometro, alla fine, dà ragione all’elettrica, almeno sul tracciato di prova allestito sulla pista di collaudo del Gruppo Fiat a Balocco, in Piemonte.
Senza troppa fretta
A onor del vero non si trattava più di tanto di un percorso su misura per esaltare le doti dell’elettrica. La 500e si avvantaggia infatti un uscita dalle curve lente e medio-lente, mentre gradisce poco i lunghi rettilinei. Dopo aver ripreso in maniera brillante, perde inesorabilmente vivacità e da un certo punto in poi fatica a guadagnare velocità, tanto che la punta massima è di soli 155 km/h. Su strada e in autostrada è dunque meglio prendersela con calma, centellinare i 250 km abbondanti di autonomia dichiarati e godersi il viaggio contando anche su sospensioni che filtrano bene avvallamenti e buche.
Dopo il fulmine, il tuono
E a proposito di comfort, un plauso va alla silenziosità, ammesso che non si scelga di avere e utilizzare l’ingegnoso Sound Generator. Si tratta di un sistema che utilizza un woofer per ricreare il rombo basso e cupo emesso dal celebre scarico Record Monza. Il dispositivo fa il suo dovere il maniera simpatica e credibile, tanto che viene voglia di cercare dietro la razza destra una levetta per passare alla marcia superiore.