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Prova Abarth 600e – Lo Scorpione mette su famiglia

La prima cinque porte a cinque posti del marchio è una sportivetta elettrica divertente e scattante. I prezzi partono da 43.000 euro.

La Abarth 600e ha un posto di guida impostato in maniera corretta. Tutti i comandi sono a portata di mano e anche la navigazione all’interno dei menu del sistema multimediale è abbastanza semplice. A non entusiasmare è casomai la caratterizzazione sportiva, abbastanza limitata. Il volante a due razze ammicca al passato, mentre la corona in Alcantara nobilita un po’ la scena, che per il resto presenta plastiche rigide. In fatto di spazio, vale quanto detto a suo tempo per la Fiat 600e. Chi occupa i sedili anteriori ha tanti centimetri in tutte le direzioni, mentre chi sta dietro ha un po’ meno agio, specie per le gambe. I piedi si infilano facilmente sotto i sedili anteriori, ma tirarli fuori è poi più complicato a causa dello scalino che crea il brancardo.

Abarth 600e Turismo

Pronta a tutto

Venendo alla prova dinamica, il primo contatto l’ho avuto su strada con la Abarth 600e Turismo, che se l’è cavata benone sulle strade extraurbane della campagna piemontese. La sua spinta è infatti generosa, abbinata a una buona silenziosità e a una discreta capacità di filtrare le sconnessioni. Con la stessa macchina ho poi potuto guidare sul percorso Langhe della pista di collaudo di Balocco. È in pratica un serpentone tortuoso d’asfalto che riproduce un tracciato collinare con saliscendi, compressioni, scollinamenti ciechi e curve di ogni genere, da quelle lunghe in appoggio ai tornantini. Qui l’elettrica dello Scorpione ha messo in mostra un notevole dinamismo. In teoria l’andatura nella prova avrebbe dovuto essere al trotto, ma la pratica è stata ben diversa, con i 240 CV lanciati a perdifiato al galoppo. C’è stata così l’opportunità di saggiare la tenuta di strada, ottima, e la stabilità, altrettanto convincente.

Abarth 600e Scorpionissima

Tra i cordoli senza paura

Il terzo livello è stato di nuovo in crescendo, con la Abarth 600e Scorpionissima da 280 CV e 345 Nm a seguire in alcuni tratti del misto Alfa una pace car guidata a cannone da un sempre arzillo e veloce Giorgio Francia, uno che tra prototipi, DTM e comparsate in Formula 1 ha passato tutta la vita negli autodromi. L’elettrica dello Scorpione ha così potuto dimostrare di non temere nemmeno tagli sui cordoli e chicane prese d’infilata, restando composta anche nelle staccate violente. L’unica cosa da mettere in preventivo quando si adotta una guida così arrembante è un aumento esponenziale dei consumi. Se guidando con piede vellutato l’autonomia promessa è di oltre 330 km, strapazzando l’acceleratore c’è il rischio che il range reale non sia nemmeno la metà. Si tratta però di una condizione estrema, da track day, che nessuno potrà mai sperimentare in strada, dove al massimo si può provare l’ebbrezza dello scatto 0-100 in 5,85 secondi. Per la cronaca, quando la carica finisce pare servano 30 minuti per passare dal 10 all’80% con una ricarica rapida da 100 kW.

Abarth 600e Scorpionissima

Tre in uno

Per massimizzare le percorrenze si può agire sul selettore dei driving mode, che propone tre alternative. E le differenze tra una impostazione e l’altra si sentono, eccome. Turismo renda più dolci le riprese per massimizzare l’efficienza. Scorpion Track esclude invece la frenata rigenerativa, affidando ai soli dischi il compito di rallentare la Abarth 600e. Il risultato è un maggior feeling di guida, dato che negli altri casi c’è sempre una risposta iniziale un po’ blanda e scarsa gradualità tra la pressione esercitata sul pedale e la decelerazione.

Un confronto – a memoria – con la cugina

A uso e consumo degli appassionati dal palato più fine, per chiudere, provo a fare un confronto indiretto con l’Alfa Romeo Junior Veloce, provata mesi fa sulla stessa pista. Qualcuno potrebbe infatti pensare che le due auto siano esattamente uguali ma la diversa messa a punto studiata dai tecnici qualche piccola differenza la fa invece emergere. Andando a memoria, la Abarth è leggermente più neutra dell’Alfa, che ha invece un comportamento più ruspante. Nel caso della Junior il differenziale autobloccante porta infatti il muso a chiudere le traiettorie con più decisione, quasi come se si guidasse una trazione posteriore e la coda è pelino più sensibile alle manovre di tiro e rilascio.

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