Bene la posizione di guida, meno le finiture
Sedendosi a bordo della BMW Serie 2 Gran Coupé chiunque riesce a cucirsi bene addosso il posto di guida senza fatica. Una volta sistemati sedile e volante (quest’ultimo con la corona un po’ troppo in carne, a mio avviso), guardandosi in giro si alternano luci e ombre. Tutto è montato a regola d’arte e abbondano i dettagli stilosi. Alcune plastiche hanno però un’aria un po’ economica e sapere che un domani saranno facilmente riciclabili è una magra consolazione.

Impossibile non notare poi l’assenza di qualsiasi tasto dalla plancia, che pare un po’ spoglia. Lasciare una plancetta per i comandi della climatizzazione non avrebbe mandato l’azienda in rovina e avrebbe reso la vita più semplice a qualsiasi utente. Quanto poi all’abitabilità, chi siede davanti sta benone, mentre chi siede sul divano ed è più alto della media può trovare il padiglione un po’ troppo vicino al capo. Il taglio delle lamiere penalizza un po’ anche la visibilità, ma è un prezzo che si può pagare volentieri in cambio della sportività della linea.

La prova della BMW Serie 2 Gran Coupé 220
Per la prova su strada ho avuto modo di provare ben tre versioni. La prima a passarmi per le mani è stata la 220 a benzina. Il suo motore a tre cilindri si fa apprezzare soprattutto per l’erogazione lineare. La scheda tecnica dice che sviluppa sempre la coppia massima di 280 Nm tra i 1.500 e i i 4.400 giri. Tra i 4.700 e i 6.500 giri è invece il picco di potenza di 170 CV a restare costante. Ciò si traduce in una progressione molto fluida, anche se a dire il vero non graffiante. Quanto alle prestazioni, lo 0-100 è archiviato in 7,9 secondi, dato che fotografa una sportività senza eccessi. La brillantezza non manca, sia chiaro, ma parte della grinta è stata sacrificata sull’altare dell’efficienza, con consumi dichiarati di 5,2 – 5,8 l/100 km. Trasmissione e sterzo sono sulla stessa lunghezza d’onda. Il cambio è dolce e sa essere anche rapido, ma si rifiuta di compiere scalate decise, mentre il volante offre feedback e precisione solo discreti per gli standard della Casa.

La prova della BMW Serie 2 Gran Coupé M235 XDrive
Ben diverso è invece il temperamento della Serie 2 Gran Coupé M235 XDrive. In questo caso la doppia turbina porta a una coppia massima di 400 Nm tra i 2.000 e i 4.500 giri e a una potenza di 300 CV tra i 5.750 e i 6.500 giri. Le risposte all’acceleratore sono ben più vivaci, come testimoniano anche i 4,9 secondi dichiarati per lo 0-100. A livello di comportamento, poi, l’assetto elettronico M getta le basi per un ottimo bilanciamento, senza shakerare troppo le vertebre quando le ruote passano su un asfalto malconcio. A rendere poi l’auto piacevolmente neutra provvede pure la trazione integrale, che limita i leggeri sottosterzi della sorella minore e assicura un’ottima motricità in ogni condizione. Tutte queste tecnologie assicurano un aumento tangibile dei limiti di tenuta e tanto, tanto divertimento quando si decide di chiudere per un po’ in buonsenso nel cassettino portoggetti .
La prova della BMW Serie 2 Gran Coupé 220d
A chi non soffre di pruriti cronici al piede destro suggerisco però di fare un serio pensierino alla Gran Coupé 220d. Trovo infatti che sia lei la versione più matura e piacevole tra le tre testate. Certo, il suo turbodiesel al minimo non è ovattato come un’unità a benzina, ma per far chiudere un occhio sulla cosa – o meglio un orecchio – può fare valere un tiro robusto sin dai bassi regimi, quelli più utilizzati nella guida su strada di ogni giorno. I 400 Nm sviluppati sin dai 1.500 giri fanno sembrare il motore ben più prestante di quanto non sia alla prova dei fatti, con un crono di 8 secondi netti per il classico 0-100. Il tempo è simile a quello ottenuto dalla 220 a benzina, ma qui la prestazione è ottenuta con maggiore naturalezza, senza sforzo apparente. In altre parole, alimentata a gasolio questa Serie 2 diventa più versatile e si trasforma in una valida passista, caratterizzata peraltro da consumi dichiarati irrisori, nell’ordine dei 4,3 – 4,6 l/100 km.