BYD, gigante cinese della tecnologia noto in Europa principalmente perché produce auto elettriche, ha di recente ampliato la propria offerta con la Dolphin: una cinque porte a batteria che sfila alla crossover Atto 3 il ruolo di modello d’accesso alla gamma, e che si aggiunge alle recenti berline Han e Seal (tutti questi modelli sono stati lanciati in Italia nel corso di quest’anno).
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Il delfino cerca spazio
La Dolphin viene inquadrata dalla BYD come una hatchback del segmento C, eppure per volumetrie, anche interne, sembra voler giocare sul terreno delle monovolume: è alta 157 cm (per capirci, all’incirca quanto le varie BMW Serie 2 Active Tourer, Honda Jazz e Mercedes Classe B), mentre la lunghezza è di 429 cm. L’auto si presenta comunque tutt’altro che goffa, nonostante il cofano relativamente corto. Appariscenti nervature alleggeriscono la fiancata, dall’andamento a cuneo, e la vista posteriore.
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All’attacco da meno di 31.000 euro
Il listino parte dai 30.790 euro della Active: una cifra importante in assoluto, ma concorrenziale nell’attuale contesto delle elettriche e in rapporto alla dotazione dell’auto. Nel prezzo sono infatti compresi gli ADAS che abilitano la guida assistita di livello 2, le telecamere perimetrali, i sedili sportivi in “pelle vegana” e qualche sfizio come lo schermo centrale da 12,8” ruotabile elettricamente in orizzontale o in verticale. La Active è mossa da un motore da 95 CV alimentato da una batteria capace di 44,9 kWh.
Il listino parte dai 30.790 euro della Active: una cifra importante in assoluto, ma concorrenziale nell’attuale contesto delle elettriche e in rapporto alla dotazione
Chi più spende…
Lo stesso accumulatore è utilizzato dalla più potente Boost (31.490 euro e 176 CV), con cerchi da 17” anziché da 16” e con sospensioni posteriori Multi-link (migliorano la guidabilità rispetto a quelle, più economiche, a ponte torcente). La Boost accetta la ricarica in corrente alternata a 11 kW contro il 7 kW della Active (mentre in corrente continua il massimo è di 60 kW per entrambe), ma dichiara un’autonomia inferiore: 310 km contro 340. Per tutte le Dolphin è di serie pompa di calore, utilizzata per climatizzare non solo l’abitacolo, ma l’intero powertrain e ovviamente la batteria. Standard anche la funzione V2L (Vehicle to Load), grazie alla quale la vettura può alimentare dispositivi esterni fino a 3,3 kW.
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Le 2 versioni top: 204 CV e batteria da 60,4 kWh
L’asticella si alza con la Comfort che abbiamo provato (35.490 euro), che ha 204 CV e una batteria da 60,4 kWh, per un’autonomia dichiarata nel ciclo combinato WLTP che sale a 427 km. In questo caso la rigenerazione può avvenire da stazioni AC a 11 kW e DC a 88 kW; stando alla scheda ufficiale, con quest’ultima opzione si riporta il livello di carica dal 30% all’80% in meno di mezzora. Chiude la parata la Design, che costa 37.490 euro e che alle specifiche della Comfort aggiunge vernice bicolore (tricolore per i cerchi), piastra a induzione per caricare lo smartphone e tetto panoramico.
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