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Prova Honda HR-V 2015

Anche Honda entra nel segmento delle B-SUV con la HR-V, che raccoglie l’eredità di uno dei modelli più originali prodotti dal costruttore giapponese, proponendo un ottimo mix. La Joy Machine è tornata?

Quando arrivò nel 1999 fece scalpore. Rialzata come un SUV (acronimo sconosciuto all’epoca), sportiveggiante come una berlina, spaziosa come una wagon, e assetata come un’idrovora. Non era bellissima, era “un tipo”. Però piaceva, e infatti ha superato quota 110.000 unità vendute, soprattutto a quattro ruote motrici. Lungimirante, la Casa Giapponese proponeva la versione 2WD e addirittura una tre porte! Allora una “fuoristrada” con due ruote motrici non veniva nemmeno presa in considerazione, e infatti la Joy Machine 2WD venne surclassata dalla versione a quattro ruote motrici.LIVEI tempi sono cambiati: le piccole SUV si vendono solo a due ruote motrici e così anche la HR-V si ripresenta completamente modificata. Una crossover aggraziata, slanciata e dall’impostazione sportiva. Progettata sulla base della piattaforma B della Honda, condivisa con la compatta Jazz, la HR-V è disponibile solamente a trazione anteriore. I motori omologati Euro 6 sono il 1.5 i-VTEC (con doppia variazione di fase) a benzina da 130 cv o il 1.6 i-dTEC turbodiesel da 120 cv abbinati a una classica trasmissione manuale a 6 rapporti o, nel caso del 1.5, a un cambio automatico a variazione continua (CVT) dotato di rapporti “virtuali” (si possono inserire con i paddle al volante) e dei sistemi EDDB (Early Downshift During Braking), che innesta un rapporto basso quando si rilascia il freno prima di una curva, e Fast Off che scala rapidamente per favorire un sorpasso.HondaHRV2015-020Anche la HR-V sfrutta la particolare collocazione del serbatoio del carburante, piazzato sotto i sedili anteriori: una soluzione che aumenta lo spazio posteriore e porta in dote tre configurazioni delle sedute posteriori, per caricare oggetti di ogni dimensione (larghi, alti e lunghi, si abbatte anche lo schienale del sedile anteriore ); la capienza del bagagliaio è compresa tra 453 e 1.016 litri.Proposta negli allestimenti Comfort, Sport ed Executive, può essere dotata di una nutrita serie di sistemi di sicurezza: frenata automatica in caso di collisione imminente, cruise control adattivo, segnalazione di superamento involontario della linea di corsia, riconoscimento della segnaletica stradale e gestione automatica degli abbaglianti. La HR-V è assolutamente al passo con i tempi anche per ciò che riguarda la connettività, assicurata dal sistema multimediale Honda Connect basato su piattaforma Android, corredato di schermo touchscreen da 7 pollici, 2 prese USB, Bluetooth e porta HDMI. Grazie alla connessione WiFi integrata è possibile sfruttare sia le app del proprio smartphone sia le applicazioni messe a disposizione dalla Casa nipponica per ricevere molteplici informazioni. Honda HR-V arriverà con prezzi di poco superiori ai 20.000 euro per le motorizzazioni benzina e di poco superiori ai 22.000 per la versione equipaggiata con motore Diesel.Una volta era la Joy Machine, e oggi? Per capire se lo spirito sbarazzino della prima versione è stato mantenuto sull’ultima generazione di Honda HR-V siamo volati fino a Lisbona dove, tra il traffico congestionato e alcune strade particolarmente gustose, abbiamo provato in anteprima la nuova crossover compatta Honda. Crossover è, in effetti, il termine più corretto per definire la HR-V, che dai SUV prende la posizione di guida rialzata, dalle multispazio versatilità e capacità di carico e da una coupé Honda il telaio e la guida divertente. A patto di sceglierla con il motore e il cambio giusto. La versione 1.5 con CVT, primo modello che mi capita di provare, sembra avere, infatti, una destinazione d’uso piuttosto chiara e ristretta all’utilizzo “urbano e dintorni”.Il nuovo CVT, per quanto valido, non esalta le doti del quattro cilindri Honda, che così configurato appare fin troppo tranquillo e sembra faticare un po’ a muovere i 1.300 kg della HR-V sulle salite e sugli strappi delle strade che si snodano nei dintorni e nel centro della capitale portoghese. Questo nonostante Honda abbia studiato più di una soluzione (ad esempio la possibilità di avere 6 rapporti virtuali usando i paddle), per aumentare la versatilità del cambio. Un motore, il 1.5 CVT, dedicato a chi non ha alcuna velleità sportiva e userà questa Honda principalmente lungo percorsi urbani e tangenziali.HondaHRV2015-013Diverso il discorso per le versioni dotate dell’eccellente cambio manuale a sei rapporti. Il motore benzina cambia faccia e riesce a esprimere al meglio le sue prestazioni, galvanizzato da un cambio veloce (la leva corta è fantastica) e preciso negli innesti come solo i cambi Honda sanno essere. Appare logico, invece, che il motore 1.6 diesel da 120 cv sia quello destinato a recitare il ruolo di protagonista sul mercato italiano. Come già abbiamo avuto modo di sperimentare al volante della Civic, questo motore sa il fatto suo in termini di coppia (300 Nm), accelerazione, elasticità e velocità massima. Un pelo ruvido agli alti regimi quando s’insiste con l’acceleratore e la lancetta si avvicina alla zona rossa, morbidissimo in tutte le altre situazioni, il 1.6 i-DTEC è il cuore perfetto per la HR-V: sfoderando consumi ottimi già ad andatura spedita (5,8 litri/100 km durante il nostro giro “misto”), che diventano eccellenti appena si guida con un minimo di accortezza.Attorno ai motori Honda ha costruito un’auto decisamente gradevole ed efficace da guidare, degna del marchio che porta sulla calandra. La HR-V mostra un assetto azzeccatissimo che, pur rialzato, mantiene le caratteristiche dinamiche dei modelli “normali”, con un rollio limitatissimo e una precisione di guida notevole quando approccia e percorre la curva. Insomma la HR-V non si limita a portarvi a spasso ma lo fa divertendo: in questo la filosofia della Joy Machine è rimasta intatta. Notevole la qualità percepita nell’abitacolo, dove i materiali sono di alto livello e gli assemblaggi perfetti; la consolle centrale ad “arco” è molto ben riuscita.D’impatto la strumentazione priva di pulsanti analogici (sono “touch” anche i comandi del riscaldamento) su cui campeggia il display 7 pollici dell’Honda Connect, che mette in comunicazione l’auto con il mondo esterno e gestisce tutti le informazioni, il navigatore (tecnologia Garmin) e i dispositivi multimediali eventualmente collegati. Insomma il debutto (anzi il ritorno) nel segmento delle crossover compatte avviene con il piede giusto. Joy driving a tutti.

 

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