Sono ormai un paio d’anni che la Lotus Eletre è in circolazione ma ogni volta che la vedo mi dà sempre l’idea della novità. Ok, gli esemplari in circolazione sono ancora pochini e questo aiuta a evitare che si crei quell’effetto déjà-vu. A far sì che la macchina mi appaia ancora fresca di giornata è però un insieme di elementi, a partire da un’estetica che riesce in un’impresa sulla carta non facile. Da una parte mantiene intatto il DNA del marchio, adattando stilemi da Lotus DOC a un SUV lungo 5 metri e 10 e largo 2 e 23 (specchi compresi). Dall’altra maschera bene questi ingombri, dando l’illusione di una leggerezza che solo la bilancia fa poi svanire, con l’ago che balla inesorabile poco sotto le 2,5 tonnellate.

Amica del vento
Misure a parte, la Lotus Eletre appare insomma in qualche modo filante. Il merito va diviso tra il tetto nero, colore che notoriamente “sfina”, e la sapiente alternanza di linee tese ed elementi bombati. La forma, tra l’altro, va a braccetto con la funzione: ogni elemento svolge un preciso compito dal punto di vista aerodinamico. E non mi riferisco solo alla griglia attiva, allo spoiler mobile e alle tante aperture che solcano la carrozzeria. Dalla galleria del vento arriva un responso che vale come una medaglia per i designer. Il Cx è bassissimo e può scendere addirittura fino a 0,26 quando al posto degli specchietti tradizionali ci sono quelli elettronici, spettacolari ma poco funzionali.

Effetti speciali
L’eventuale presenza ai lati della plancia degli schermi che mostrano le immagini riprese dalle loro telecamere dà un ulteriore tocco hi-tech a un ambiente dall’aspetto già molto moderno. Sia il pilota sia il passeggero si ritrovano davanti uno schermino sottile, mentre al centro troneggia un display ad alta definizione da 15,1 pollici.

Il sistema operativo Lotus Hyper OS, che ha come base Android, sfoggia grafiche mutuate dal mondo gaming e in particolare da Unreal Engine, che rendono l’utilizzo gradevole e intuitivo. A proposito di intrattenimento, degna di nota è anche la presenza a catalogo di uno stereo KEF con 23 speaker e 2.160 W di potenza, roda da pelle d’oca. Ok, non tutte le Lotus Eletre ce l’hanno di serie, ma in sua assenza non si deve fare un grande sforzo per accontentarsi di 15 altoparlanti e 1.360 W.



Se le orecchie hanno la loro parte, anche i polpastrelli non si possono lamentare. La Eletre convince infatti pure per la qualità delle finiture. Gli arredi sono ben fatti, realizzati con materiali di pregio come anche l’Alcantara e assemblati con precisione. L’unico peccatuccio veniale è rappresentato da qualche riflesso di troppo sul parabrezza in condizioni di pieno sole.

Business class in coda
Normalmente la Lotus Eletre è proposta con abitacolo a cinque posti. A richiesta si può però avere anche una configurazione diversa, con quattro poltrone singole. Il questo caso a separare le due sedute posteriori è un mobiletto centrale che fa da bracciolo e ospita i comandi per regolare il clima quadrizona, l’avanzamento del sedile del passeggero anteriore e lo stereo, oltre alla trasparenza dell’eventuale tetto panoramico. Sono indizi che la dicono lunga su quanto i progettisti abbiano voluto coccolare i passeggeri posteriori, un riguardo doveroso per conquistare clienti anche oltre la Grande Muraglia.

Costruita attorno al pilota
Attenzione, però: questa è e resta pur sempre una Lotus e come tale è costruita pensando in primis a chi deve impugnare il volante. Proprio quest’ultimo sembra una piccola opera d’arte, con a sinistra un bilanciere per regolare la frenata rigenerativa e destra un altro per selezionare la modalità di guida tra Tour, Range, Sport, Off-Road e Individual. Quanto alla struttura, la Eletre nasce attorno all’Electric Premium Architecture (EPA) e adotta una struttura realizzata alternando alluminio e acciai ad alta resistenza. Le sospensioni sono altrettanto raffinate, con uno schema multi-link su entrambi gli assi, molle ad aria a doppia camera e ammortizzatori a controllo elettronico.

Sempre composta
Basta fare pochi chilometri per convincersi della validità della formula scelta in casa Lotus. Anche quando monta cerchi oversize, la Eletre si muove su strada in modo sempre fluido e composto, senza accusare fastidiosi scuotimenti, con un assetto che sente bene le regolazioni e non si rivela mai inutilmente legnoso. Il comfort resta accettabilissimo anche selezionando il set-up Sport, quello che controlla maggiormente i movimenti del corpo vettura per permettere di sfruttare al meglio le prestazioni.
Incollati al sedile
E queste sono di altissimo livello sia per la Eletre 600, che di cavalli ne ha in effetti 612, sia – a maggior ragione – per la 900, che tocca invece quota 918 (sì, avete letto bene, novecentodiciotto…). I dati nella scheda sottostante dicono già molto. Più che lo 0-100, vale la pena di evidenziare come il passaggio da 80 a 120 km/h possa avvenire in meno di 2 secondi. Quanto basta per archiviare in un amen ogni pratica di sorpasso e per incollare le spalle allo schienale a ogni affondo del piede destro.

Torna subito in forma
Quanto alla guida, questa Lotus non ha sulla carta il physique du rôle della divoratrice di curve, con un passo di ben 302 cm. Ciononostante, la macchina sfoggia un bel dinamismo e ha una sua personalità anche in movimento. E non è una cosa da poco per un SUV ipervitaminizzato a batteria. All’atto pratico, la massa si sente più in frenata, con l’impianto che interviene in maniera decisa solo se si entra a gamba tesa sul pedale. E tornando per un attimo alla batteria, va sottolineato come la Eletre abbia un sistema di bordo a 800 V e possa allacciarsi in teoria a colonnine fino a 350 kW. Grazie a loro la carica può passare dal 10 all’80% in appena 20 minuti.
Uno sguardo al listino della Eletre
Dopo una rivisitazione della gamma, la Lotus Eletre è ora disponibile in sei versioni. Andando in crescendo di equipaggiamenti, i loro nomi sono Eletre 600, 600 GT, 600 GT SE e 600 Sport SE, cui si aggiungono la 900 Sport e la 900 Sport Carbon come punta di diamante della gamma. I prezzi partono da circa 104.000 euro.