Quasi una 2+2
La Mini Cooper Cabrio accoglie il pilota con un posto di guida ben congegnato. Pedaliera volante sedile consentono infatti a tutti di trovare una sistemazione corretta. A voler cercare il pelo nell’uovo si potrebbe dire che la seduta è un po’ corta e leggermente distante dal pavimento. Si tratta però di un peccatuccio veniale sul quale si può chiudere un occhio guardando con l’altro in modo compiaciuto il bello schienale. Questo fascia bene il busto senza risultare troppo slim fit e ha il poggiatesta integrato.
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Quanto ai due posti posteriori, lo spazio in altezza abbonda ma lo stesso non si può dire di quello per le gambe. A meno che al divano non siano destinati due ragazzini con grande spirito di sacrificio, per i lunghi spostamenti è meglio considerare quello spazio come una dépendance del bagagliaio.
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Il vano ha infatti un’imboccatura stretta e dimensioni molto contenute, con una capacità di 215 litri che scende a 160 quando si abbassa la capote.
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Comanda l’elettronica, niente fai-da-te
Sin dai primi metri percorsi con la Mini Cooper Cabrio S a catturare l’attenzione è il volante, con una corona molto cicciottella e sagomata. Io le preferirei più esile ma apprezzarla o meno è una questione di gusto personale. L’altra cosa che colpisce è l’assenza dietro le razze delle levette per la selezione manuale delle marce. Alla Mini hanno pensato infatti di montarle solo sulla versione John Cooper Works, una scelta che non condivido.
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Se infatti andando al piccolo trotto la centralina snocciola i rapporti in modo quasi perfetto, quando si lanciano i cavalli al galoppo ogni tanto verrebbe voglia di cambiare a proprio piacimento. Intendiamoci, nella maggioranza dei casi modulando il pedale dell’acceleratore si ottengono le risposte desiderate dalla trasmissione, con un’elettronica sveglia e capace di sviluppare una buona sintonia con il pilota. Tuttavia da una macchina che rivendica l’eredità del celebre go-kart feeling delle antenate ci si aspetterebbe un maggior coinvolgimento nella guida.
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Che tempramento!
Per rendere la guida più partecipata e fare sentire la macchina un po’ più viva i tecnici hanno regolato l’avantreno e lo sterzo in modo che emerga qualche piccola reazione quando si affonda con decisione il piede sull’acceleratore e si sfrutta tutta la coppia a disposizione. Questa è davvero tanta. Leggendo i dati tecnici si trovano 300 Nm costanti tra i 1.450 e i 4.500 giri, mentre a livello di potenza i 204 CV sono sviluppati tra i 5.000 e i 6.500 giri. In altre parole la curva di erogazione è quasi da manuale, con il motore che spinge con forza e regolarità quasi a ogni regime. Per la cronaca il consumo dichiarato oscilla tra i 6,5 e i 6,9 litri ogni 100 km, mentre al termine di un giro che ha compreso anche tanta città, oltre a misto collinare e autostrada fatti in modo allegro il computer di bordo segnava 8,4 l/100 km.
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Il verdetto
Nel complesso la Mini Cooper Cabrio S si conferma una macchina gustosa e sfiziosa, con caratteristiche ormai uniche nel panorama automobilistico. Rispetto al passato, la generazione attuale è meno affilata e focalizzata sul pilota. Ciò non toglie tuttavia che rimanga un validissimo compromesso tra piacevolezza e fruibilità, depositaria di una sportività senza eccessi che può essere assaporata da tutti con poco impegno. Il tutto, tra l’altro, con un confort accettabile, dato che l’assetto non è di marmo e la rumorosità si fa sentire solo alle andature autostradali.