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Prova Opel Insignia Grand Sport

Cambia passo rispetto alla precedente versione e si rivela una berlina decisamente dinamica e appagante da guidare. La dotazione è da tedesca vera, il prezzo assolutamente no. Il che fa di Insignia Grand Sport un’auto davvero interessante

Il nome Insignia fa capire di cosa stiamo parlando. Il cognome “Grand Sport” conferma che siamo di fronte a un’auto completamente nuova. Cambia tutto in casa Opel, dove la seconda generazione della berlina tedesca non segue le orme del precedente modello bensì fa tabula rasa del passato mutando denominazione e piattaforma, guadagnando 6 cm in lunghezza e dimagrendo sensibilmente. Una rivoluzione.PIU’ LUNGACaratterizzata da un passo più lungo di 9,2 cm rispetto al vecchio modello, a tutto vantaggio dell’abitabilità posteriore, introduce una posizione di guida più sportiva che in passato, ribassata di circa 3 cm. Una soluzione che, una volta al volante, ricorda molto da vicino lo “stile” BMW, sempre piuttosto aggressivo quanto a posizione di guida. Ma, soprattutto, questa nuova collocazione del driver lascia intuire uno degli obiettivi cardine perseguiti in sede di progettazione, vale a dire il piacere di guida. Un obiettivo cui contribuiscono un alleggerimento medio di 175 kg (!) rispetto alla precedente generazione, un alleggerimento esagerato se si pensa che è stato ottenuto solo ottimizzando la vettura e senza ricorrere a materiali speciali.QUESTIONE DI EQUILIBRIOLa “nostra” Insignia Grand Sport è equipaggiata con il motore forse più equilibrato della gamma, ovvero il 2.0 CDTi da 170 cv dotato per l’occasione del cambio manuale a sei rapporti. È un top di gamma, ovvero l’allestimento Innovation in cui la lista dell’equipaggiamento di serie è così lunga da sembrare un calendario, c’è quasi tutto, ma ci siamo concessi anche il lusso di montare qualche accessorio a richiesta, optional importanti che ovviamente fanno salire il prezzo di parecchio rispetto ai 32.500 della versione “base”. Ma… i 41.600 sono comunque un prezzo estremamente competitivo per una tedesca con una dotazione di questo livello.TEDESCA DENTROIn abitacolo spicca la plancia dominata dal display touchscreen centrale, con il sistema d’infotainment corredato dei comandi vocali, della connettività con gli smartphone secondo i protocolli Apple CarPlay e Android Auto oltre che dei servizi online Opel OnStar, della funzione hotspot Wi-Fi. Sotto il profilo della sicurezza, non mancano i più recenti ritrovati, ad esempio la frenata automatica d’emergenza, l’head-up display, la telecamera con vista a 360°, il monitoraggio del traffico alle spalle del veicolo, l’avviso di superamento involontario della linea di corsia e il cruise control adattivo che si aggiungono a una vera e propria perla dentro alla conchiglia, vale a dire ai fari IntelliLux a matrice di LED. Questi ultimi forti di un modulo separato per abbaglianti e anabbaglianti più 32 diodi che possono essere accesi separatamente e illuminare zone diverse della strada.DRIVELa lotta continua di Opel per certificare le proprie auto come prodotti premium (tedeschi…) trova il suo apice proprio nella nuova Insignia Grand Sport che guarda negli occhi senza timori reverenziali qualsiasi concorrente del segmento premium. Soprattutto lo fa a livello di sistemi di assistenza alla guida, che su quest’auto sono davvero di altissimo livello e funzionano molto bene, meglio che su alcuni modelli della concorrenza. Ad esempio il sistema lane assist è davvero preciso, rigoroso, e funziona anche a velocità elevate cosa non comune. La versione che abbiamo in prova è davvero completa di tutto compreso un Head-Up Displey molto efficiente e visibile in qualsiasi condizione.TANTA SOSTANZA, POCA APPARENZAMentre la guido mi viene spesso spontaneo assimilare le Opel alle Subaru (ed è un complimento) ovvero auto solide “vere”, in cui la concretezza ha la meglio su frizzi e lazzi a livello di design o “giochi di luce” che magari hanno un bell’effetto wow, ma poi lasciano il tempo che trovano. Gli interni della Insignia sono molto curati ma non li trovo né leziosi né eccessivamente lussuosi, c’è tutto è fatto bene.Il sistema d’infotainment con un grande schermo molto visibile è veramente funzionale la telecamera retro camera ad alta definizione offre immagini veramente nitide. Insomma c’è tutto quello che ci si aspetta da un’auto premium, sedili riscaldati e raffreddati compresi.ASSETTO ADATTIVOMotore 2.0 litri turbodiesel da 170 cavalli e cambio a sei marce manuale questo l’allestimento meccanico il cui succulento contorno (sull’auto in prova) è fornito dalle sospensioni adattive con due mappature, anzi tre, perché una è quella automatica che decide in autonomia quale assetto adottare secondo fondo e stile di guida. Scegliendo l’assetto tour troviamo un’Insignia morbida, confortevole, con doti da grandissima passista. L’assetto Sport invece offre un’Opel Insigna sicuramente più aggressiva, sia nella risposta del motore, sia nell’assetto delle sospensioni cambia anche la risposta del volante, altrimenti morbidissimo che diventa diretta e insieme agli altri settaggi consente una guida insolitamente brillante per una berlina di questo genere. Tuttavia anche con le mappature più aggressive, la Insignia resta comunque un pochino più morbida di qualche concorrente. Un pregio o un difetto? Decidetelo voi, di sicuro rispetto al passato la guida di questa berlina si è fatta decisamente più dinamica.SPINGE FORTE, BEVE POCOIl motore è sicuramente uno dei suoi punti di forza; questo quattro cilindri è brillantissimo con tanta coppia ai bassi non ha molto allungo, ma quello che offre “sotto” compensa ampiamente quello che manca in alto. Oltretutto come tutti i motori Opel di ultima generazione è anche poco assetato. Azzerando il computer di bordo appena l’auto è arrivata in redazione, nel lungo periodo siamo riusciti a fermare il consumo sui 6,3 l percento chilometri, risultato molto interessante se consideriamo categoria e cilindrata. Andandoci col piede di velluto si riesce a fare anche meglio il che per un’auto di queste dimensioni e di questa categoria non è affatto male.

 

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